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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Ergastolano lancia un appello: salvate il boss malato dei Cursoti

Carmelo Musumeci, condannato all'ergastolo ostativo, chiede aiuto per il suo amico di cella, Biagio Campailla che si sta spegnendo come una candela dentro il carcere: "Aiutatelo"

Carmelo Musumeci, condannato all'ergastolo ostativo (che non prevede nessun beneficio carcerario), lancia un appello in favore di un giovane ergastolano malato, recluso come lui nel carcere di Padova. Si tratta di Biagio Campailla, 42 anni, e sulle sue spalle pesano due gravi condanne, tutte e due mortali. Campailla, infatti, è ritenuto organico al clan mafioso dei Cursoti di Catania. Secondo la Procura etnea, sarebbe stato lui ad avere iniziato una delle tante guerre di mafia in cui fece assassinare un proprio congiunto, uno zio, che si opponeva alle sue decisioni. Stessa sorte toccò successivamente a un suo cugino.

Adesso è un ergastolano a chiedere pietà per lui. Musumeci, infatti, racconta di Biagio Campailla come di un "giovane 'uomo ombra' arrestato giovanissimo e condannato all'ergastolo ostativo". "Sta male, soffre di una malattia genetica, come la sorella che per questa malattia è scomparsa da pochi anni'', racconta Musumeci che da anni, prima dal carcere di Spoleto, ora da Padova si batte contro la condanna all'ergastolo.

''Biagio è arrivato da poco tempo dalla Sardegna, dal lager di Badu Carros, e abbiamo fatto presto amicizia - aggiunge Musumeci - Tutte le mattine appena ci aprono i cancelli viene a trovarmi nella mia cella, gli faccio il caffè, lo ascolto e provo a confortarlo. Soffre di numerosi linfonodi latero-cervicali, di cervicobrachialgia, di ipoastenia sinistra e dell'arteria mammaria interna sinistra che incrocia e impronta il vaso venoso succlavio, che da 15mmm passa a 6mm con conseguenze possibile situazione clinica di sindrome dello stretto toracico superiore''.  ''Biagio - continua Musumeci - è stato condannato dagli uomini alla 'Pena di Morte Viva' (così chiamiamo l'ergastolo ostativo, quello senza possibilità di liberazione), dal destino invece è stato condannato a questa rara malattia''.

''Si è sposato giovane, appena quattordicenne, come accadde ancora nel meridione - aggiunge - ha quattro figli e già cinque nipoti. Ha una famiglia che risiede in Belgio da tanti anni, mi parla spesso dei suoi figli e dei suoi nipotini e mi confida che gli dispiace che a causa della malattia non potrà vederli crescere. L'altro giorno mi ha confidato che quello che lo terrorizza di più è spegnersi lentamente fra sbarre e cemento. Penso che abbia ragione perché quello che fa più paura ad un uomo ombra malato è morire prigioniero, lontano dai propri familiari, spegnendosi lentamente come una candela''.

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