L’Autonomia siciliana compie 73 anni, Musumeci: "C’è voglia di ottimismo"
Il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci ha preso parte alle celebrazioni organizzate in occasione del 73° anniversario dell'Autonomia siciliana. Una giornata che ha visto protagonista il mondo della scuola
"Vogliamo un’Autonomia della responsabilità e non certo dei privilegi, un’Autonomia che trovi finalmente una sua corretta e piena applicazione. Nelle intenzioni dei padri fondatori doveva rappresentare una straordinaria opportunità per recuperare il divario tra la Sicilia a le regioni del nord e invece è spesso diventata un vergognoso paravento per coprire politiche scellerate e non certo improntate a uno sviluppo serio e concreto". Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci che stamane al Teatro Politeama ha preso parte alle celebrazioni organizzate in occasione del 73° anniversario dell'Autonomia siciliana. Una giornata che ha visto protagonista il mondo della scuola.
La manifestazione, dal titolo “Scuola e cultura regionale in Sicilia”, è stata realizzata su iniziativa del governatore Musumeci e dell’assessore all’Istruzione Roberto Lagalla, con la collaborazione del Liceo classico “Umberto I” di Palermo.
"Dopo tanto tempo - ha spiegato il presidente della Regione - il nostro Statuto va rivisitato e va contestualizzato con le norme nazionali ed europee ma, soprattutto, deve essere applicato con passione e con amore. E per farlo occorre, anzitutto, conoscerlo ed ecco perché, insieme all'assessore Lagalla, abbiamo pensato di incontrare centinaia di ragazzi: vogliamo che apprendano le norme dell'Autogoverno, che le apprezzino e che possano sentirsi co-protagonisti di questo rilancio dell'Autonomia siciliana".
Oltre alle esibizioni degli allievi sono intervenuti anche Roberto Lagalla, Marco Anello dell’Ufficio scolastico regionale, Giuseppe Barone e Angelo Granata dell’Università di Catania, Marcello Saija dell’Università di Messina, Vito Lo Scrudato preside del Liceo Umberto I. Musumeci si è soffermato a riflettere anche sul cosiddetto regionalismo differenziato, ribadendo la necessità che "non venga messo in discussione il fondo perequativo perché solo così - ha spiegato - si potrà evitare che chi è già ricco lo diventi sempre di più e che chi è più povero veda, invece, peggiorare la propria condizione".
A tal proposito, il governatore ha ricordato l'invito del Capo dello Stato a realizzare "una comunità coesa e solidale". "Noi - ha aggiunto - non abbiamo alcuna difficoltà che alcune Regioni del Nord possano vedersi riconosciuta l'Autonomia su alcune specifiche materie, ma nei nostri confronti, per settant'anni, lo Stato si è comportato da predatore, non riconoscendo almeno quattro norme dello Statuto di natura finanziaria e di gestione, come quella che si riferisce alle forze di Polizia". "E' arrivato il momento - ha concluso il presidente - di riappropriarci di un'Autonomia che non sia mai un alibi per il malgoverno ma che, al contrario serva a cogliere le opportunità che la Costituzione ci offre in modo da potere recuperare il divario che, tristemente, ancora oggi rimane con le regioni del Nord".