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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Belpasso

Belpasso, disagi nella ricezione della posta: "Raccomandate non recapitate"

A denunciare il disservizio legato al licenziamento di 60 lavoratori di Poste Italiane è la parlamentare siciliana Luisa Albanella

“Già nel 2014, avevamo rappresentato con una interrogazione parlamentare al ministro per lo sviluppo Economico, i rischi di una inspiegabile politica di Poste Italiane che buttava in mezzo a una strada centinaia di lavoratori in tutta Italia, una sessantina solo a Catania, di lavoratori dell’agenzia Palma, addetti al servizio della consegna delle raccomandate. Al danno di allora, la beffa di oggi con il disservizio ai cittadini di una importante area etnea”. Lo dichiara la parlamentare nazionale del Partito Democratico, Luisa Albanella, componente della Commissione Lavoro alla Camera, intervenuta in merito ai recenti episodi avvenuti a Belpasso, dove da qualche tempo i cittadini lamentano il mancato recapito di raccomandate.

Il licenziamento dei lavoratori con la chiusura degli uffici in molti casi, ha infatti, determinato una diminuzione della qualità e della fruibilità del servizio fornito alla clientela– ricorda la parlamentare siciliana – Poste italiane ha proceduto ostinatamente, nonostante l’autorità per le garanzie nelle comunicazioni avesse ricordato i divieti di chiusura, ritenendo prevalente l’esigenza di garantire la fruizione del servizio nelle zone disagiate anche a fronte di volumi di traffico molto bassi e di alti costi di esercizio”.

“Una decisione di Poste Italiane mirata esclusivamente ad inseguire una logica del guadagno che ha puntato su assicurazioni, carte di credito, telefonia mobile e servizi finanziari in genere, a scapito delle esigenze della collettività – sottolinea la parlamentare nazionale – sacrificando uffici che ritiene ‘improduttivi’ o ‘diseconomici’, senza considerare che rappresentavano un punto di riferimento per i cittadini dei piccoli comuni”. “Non ultimo, ritengo meritino più rispetto e risposte le 60 famiglie dei lavoratori licenziati che, da quasi 36 mesi, vivono in condizioni di disagio sociale ed economico, aggravato dal fatto che gli ammortizzatori sociali sono in via di esaurimento”.

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