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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Colt, Jack, Lupin e Leo: ecco come lavorano i cani anti-esplosivo della polizia

CataniaToday ha avuto la possibilità di osservare da vicino l'attività di Colt, Jack, Lupin e Leo, i quattro labrador della polizia di Stato che vivono all'aeroporto e ogni giorno, sono operativi per il ritrovamento di materiali esplosivi

Quelli più famosi sono sicuramente i "colleghi" dell'antidroga, i pastori tedeschi utilizzati per scovare le sostanze stupefacenti tra i bagagli, ma pochi sanno che all'aeroporto di Catania esiste una squadra cinofili d'elité della polizia di Stato composta da quattro labrador anti-esplosivo e, ovviamente, dai loro "conduttori". Che, ogni giorno, li tengono impegnati in un continuo allenamento per il ritrovamento di materiale esplosivo e di armi da fuoco. Quest'ultima attività, considerato il contesto siciliano, è quella che in questi anni ha tenuto principalmente impegnati gli animali della polizia, soprattutto per il rinvenimento di pistole e fucili con matricole abrase, tipicamente utilizzate dalle cosche mafiose per le più diverse attività criminali. Fatti che, è bene specificarlo, non sono fino ad oggi avvenuti in aeroporto, area sottoposta a controlli molto stringenti, ma all'interno dei quartieri e, comunque, in diversi punti della città. 

La scuola di polizia per cani antiesplosivo: "Ecco come addestriamo i nostri labrador" | VIDEO

La squadra cinofili della polizia di Stato

La squadra si trova all'interno dello scalo aeroportuale etneo, vicino agli uffici della Sac, ed è composta da quattro operatori di polizia, che "conducono" i cani nelle attività, e dagli "uomini caldi", altri due poliziotti che hanno la funzione di toccare i materiali esplosivi utilizzati per l'allenamento e nasconderli come previsto dalla metodologia. I conduttori infatti, come spiegano a CataniaToday i componenti della squadra,  "non possono maneggiare i materiali, per non distrarre il cane e, soprattutto, per non far collegare l'odore del padrone con quello dell'esplosivo". 

Cani anti-esplosivo della polizia

Il metodo di addestramento e i cani

A spiegarci il metodo di addestramento - che dura circa quattro mesi e viene fatto nel centro nazionale di Ladispoli - è un membro della squadra, uno dei dieci istruttori che esistono a livello nazionale. "La base è molto semplice, ed è impostata sulla metodologia di Pavlov, per la quale ad uno stimolo corrisponde una reazione nell'animale. Colleghiamo infatti il ritrovamento del materiale ad un premio, che consiste proprio in una piccola dose di cibo che viene data subito dopo al cane. Ma c'è di più. Non esiste altro modo per essere alimentato durante la giornata - aggiunge - in modo tale che l'unico collegamento con il cibo sia il collegamento con il ritrovamento del materiale che ci interessa". 

"Nel momento in cui il labrador trova qualcosa - continua l'istruttore - ce lo segnala in modo molto pacifico, sedendosi a terra. In questo modo noi capiamo che c'è qualcosa e allertiamo gli artificieri che, successivamente, si attiveranno per un'eventuale operazione di bonifica". In totale, in Italia, esistono 110 labrador anti esplosivo e Catania ne ha quattro operativi: Colt, Jack, Lupin e Leo.

Il periodo di attività

Ogni anno dal centro nazionale vengono mandati nelle diverse questure circa 30 labrador, razza particolarmente adatta perché non aggressiva ma, al contrario, famelica. I cani arrivano da allevamenti specifici o da donatori privati e, compiuto il decimo anno di età, vanno "in pensione". Vengono cioè o adottati dal conduttore, che ha diritto di prelazione, o dati in donazione a famiglie richiedenti. 

Le attività di allenamento 

All'interno della struttura della polizia di Fontanarossa oltre ai box dove riposano gli animali, esiste una palestra dove vengono svolte diverse attività di ritrovamento delle sostanze esplosive che, normalmente, possono essere o polveri da sparo o materiali plastici utilizzati solitamente negli ordigni. Tutte le attività vengono svolte nascondendo una minima quantità di sostanze, 10 grammi, in alcune scatole o nascondigli specifici segnati con un pezzettino di nastro adesivo. Il compito del cane sarà, ovviamente, segnalare quale scatola contiene l'esplosivo. Un lavoro che potrebbe sembrare semplice ma viene reso più complicato grazie alla presenza nelle altre scatole di materiali "distraenti", che spesso sono cibi particolarmente odorosi. Le attività classiche vengono svolte tutte al guinzaglio ma, come ci spiega l'istruttore della polizia, uno dei cani - Lupin - è stato addestrato con un "innovativo metodo" che consente il ritrovamento di esplosivo "a distanza di sicurezza". In sostanza, Lupin viene lasciato libero dal poliziotto in vista di una presenza sospetta di esplosivo, parte alla ricerca del materiale, mentre il conduttore è messo al riparo, e segnala sedendosi a terra. Infine con un segnale sonoro il cane tornerà indietro. 

Le parole del dirigente della polizia di frontiera

"Quella dei cinofili è un' attività estramaenete importante per la sicurezza aeroportuale e portuale - dichiara a CataniaToday Giuseppe Lanaia, dirigente della Polizia di frontiera - I nostri cani lavorano instancabilmente e ispezionano qualsiasi bagaglio, sia quando vengono sbarcati che quando vengono imbarcati, soprattutto per i voli particolarmente sensibili come quelli da e per Israele, Turchia o Marocco che, in questo periodo storico, sono particolarmente sensibili". "Non fanno solo questo - continua - Vengono spesso utilizzati dal ministero per servizi di bonifica e in attività di polizia giudiziaria sul territorio e presso altre questure, per trovare materiali esplosivi o armi da fuoco come pistole e fucili. Ultimamente, ad esempio, hanno lavorato in ausilio ai colleghi di Ragusa e sono stati fondamentali nel ritrovamento di pistole e fucili con matricola abrasa che, classicamente, vengono conservate dalle cosche mafiose per essere poi utilizzate in diverse attività criminali". 

"Per quanto riguarda il ritrovamento di materiali esplosivi di altro tipo - aggiunge il funzionario - fino ad oggi non ci sono stati casi ma, voglio chiarire, se così è stato non è perché i nostri cani non hanno trovato nulla ma perché, fortunamente, non esiste un pericolo di questo tipo sul nostro territorio"."Se non si trova nulla vuol dire che funziona l'intero appartao di sicurezza che sta a protezione". In conclusione, il dirigente spiega la fortuna di avere un reparto del genere proprio nella sede aeroportuale di Catania. "Il piano nazionale e i regolamenti europei prevedono l'impiego obbligatorio dei cani anti-esplosivo - chiarisce - Grazie al cielo la polizia di Stato ha una grande tradizione nel settore e rende disponibili i propri cani, se così non fosse la società di gestione dovrebbe invece ricorrere a realtà private". 

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