Cantine don Saro, protesta dei dipendenti: "senza i fondi antiracket chiuderemo"
Gli undici dipendenti e Rosario Puglia, il titolare dell'azienda presa di mira dagli estortori, protestano contro i ritardi nell'erogazione dei contributi per le vittime del racket
"Se non arriverà a breve la prima parte degli aiuti previsti dal fondo antiusura la nostra azienda chiuderà e sarò costretto a licenziare i miei 11 dipendenti ed i consulenti esterni". Torna a battere i pugni sul tavolo l'imprenditore antiracket Rosario Puglia titolare dell'azienda vitivinicola "Cantine don Saro", più volte vittima di intimidazioni mafiose - l'ultima lo scorso dicembre con le ruote dell'auto tagliate - che ancor oggi non ha ricevuto gli aiuti di stato previsti dal fondo antiusura: 1milione e 600mila euro in due rate da 800mila congelate a causa di lungaggini burocratiche.
"Il Cga ha emanato una ordinanza cautelativa- spiega Puglia- che dispone il versamento di una prima parte dei contributi e la restante a chiusura del provvedimento, ma ad oggi non c'è stato nessun passo in avanti e rischiamo di perdere tutto il lavoro fatto in questi anni lottando contro ogni tipo di ostacolo. La cosa peggiore quando sei coinvolto in queste vicende è l'isolamento da parte delle istituzioni e della società civile. Non credo nell'associazionismo perchè secondo me chi si propone di aiutare gli altri dovrebbe farlo gratuitamente, ma ad eccezione dei miei dipendenti nessuno mi è stato vicino in questi anni e proprio loro non meritano di essere mandati a casa per colpa dello Stato".
Rosario Puglia lo scorso anno ha sostenuto per gli stessi motivi un lungo sciopero della fame ed ha perfino tentato il suicido cospargendosi di benzina.