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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Corruzione all'ispettorato del lavoro, coinvolti Forzese e Luca

Tra le persone destinatarie delle misure cautelari il direttore dell’Ufficio territoriale del Lavoro di Catania, la responsabile dell’Ufficio Legale, Marco Forzese ex deputato regionale e Antonino Nicotra ex consigliere del comune di Catania. Interdizione dalla professione per Franco Luca

La totalità delle prove acquisite, le immagini delle cimici posizionate dalla guardia di Finanza e le intercettazioni telefoniche non lasciano dubbi. Quello che viene fuori dall'inchiesta sulla corruzione all'ispettorato del lavoro di Catania è un "quadro sconcertante", come lo definisce Fabio Regolo, il pm titolare dell'indagine. Sono quattro i casi di corruzione contestati dalla Procura di Catania e riguardano un sistema "triangolare" in cui a svolgere i ruoli di corruttori sono i politici e, in particolar modo, l'ex deputato regionale Marco Forzese e l'ex consigliere comunale di Catania Nino Nicotra, mentre i corrotti sono i vertici dell'Ispettorato.

A conclusione dell’indagine coordinata dalla Procura Distrettuale etnea e in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale, sono 9 le misure cautelari personali (4 agli arresti domiciliari e 5 interdittive) per "corruzione continuata, soppressione di atti, falsità materiale e ideologica di atti pubblici in relazione a condotte illecite verificatesi all’interno dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Catania tra la fine del 2017 e i primi mesi del 2018", come specificato dalla guardia di finanza.

I nomi e i ruoli delle persone coinvolte nell'indagine

L'indagine condotta dalla guardia di finanza etnea

L’attività d’indagine condotta dalla guardia di finanza di Catania - basata sull'analisi meticolosa di decine di procedimenti amministrativi e nell’acquisizione di dichiarazioni di funzionari operanti all’interno dell’ispettorato territoriale del Lavoro di Catania - ha permesso di tracciare svariati procedimenti amministrativi gestiti in modo parziale dagli indagati e nei quali il potere discrezionale attribuito al Direttore dell’ente pubblico anziché essere interpretato quale fonte di responsabilità è stato asservito alle volontà dei corruttori comprimendo così definitivamente gli interessi pubblici confliggenti.

Marco Forzese e quel fascicolo infilato nella giacca | Video

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Gli episodi contestati

Una prima tranche dell'indagine vede coinvolti il dirigente Amich, l’ex deputato regionale Marco Lucio Forzese e l’imprenditore Calderaro (Bar-Tabacchi) di Castel di Iudica. Nell’ottobre del 2017, i tre soggetti in questione in un incontro svoltosi presso l’ufficio di Amich occultano un fascicolo relativo al 3 procedimento amministrativo a carico dell’imprenditore destinatario di una sanzione di oltre 6.000 euro; l’imprenditore Calceraro viene definito da Forzese quale suo “grande elettore” e persona di fiducia in grado di garantirgli un cospicuo “pacchetto” di voti. Va sottolineato che il vincolo amicale che unisce Amich e Forzese è testimoniato dalla disponibilità palesata dall’ex deputato regionale a favorire Amich per il conferimento di incarichi presso la Regione Siciliana: in particolare, si tratta della nomina a membro della commissione di esami di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione di consulente del lavoro della Regione Sicilia. In cambio si registra, da parte di Amich, l’assoluta disponibilità ad agevolare illecitamente gli imprenditori amici del Forzese nella definizione a loro favore dei procedimenti amministrativi in materia di lavoro. 

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Franco Luca e l'Asp

Una seconda vicenda corruttiva coinvolge il direttore Amich, l’attuale direttore sanitario dell’Asp di Catania (Francesco Luca ) e un ingegnere (Ignazio Maugeri). Luca e Maugeri, nelle loro qualità di rappresentanti legali dell’Enaip, hanno chiesto indebitamente ad Amich un’attestazione di avvenuti versamenti di somme relative ad assegni familiari riconosciuti ai dipendenti dell’Enaip; tale certificazione è risultata necessaria per fronteggiare un procedimento penale aperto nei confronti di Luca alla sede di Trapani a seguito di un’ispezione effettuata dall’Ispettorato Territoriale del Lavoro trapanese nei confronti dell’Enaip e dalla quale sono emerse violazioni penali. In cambio, Amich ha chiesto e ottenuto da Luca, in ragione del suo attuale ruolo nell’ASP di Catania, la promessa di assumere a tempo determinato il fidanzato della figlia presso alcuni ospedali etnei.

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Antonino Nicotra e Amich

Un ulteriore caso vede protagonisti il direttore Amich, la funzionaria Trovato e Antonino Nicotra (già consigliere comunale a Catania nella giunta del sindaco Scapagnini). Oggetto dell’accordo corruttivo è la definizione dell’entità delle sanzioni amministrative applicate a un call center catanese a seguito di 2 ispezioni eseguite da Inps e Ispettorato Territoriale del Lavoro di Catania negli anni 2014 e 2015. Amich provvede a riconoscere un’anomala decurtazione del carico sanzionatorio unitamente a una non spettante rateizzazione del pagamento; in cambio Nicotra promette il suo appoggio politico presso la nuova giunta regionale siciliana per l’ottenimento e il mantenimento di prestigiosi incarichi dirigenziali. In più, Nicotra richiede ad Amich di trattare una pratica giunta all’Ispettorato (un esposto di un lavoratore) seguendo un iter preferenziale, lasciando intendere che il favore richiesto è utile a garantirgli la disponibilità di un costante “bacino” di voti.

Procuratore capo Carmelo Zuccaro: "'Indagine raffinata ed esemplare"

"Stiamo parlando di un'indagine raffinata ed esemplare - ha spiegato il procuratore capo Carmelo Zuccaro - che avvalendosi di servizi tecnici e specialisti della guardia di finanza su numerosi procedimenti amministrativi, ha consentito di accertare un'attività che vedeva coinvolti gli esponenti di vertice dell'ispettorato del lavoro di catania, che dipende dal dipartimento regionale per il lavoro". Le telecamere e i microfoni dei finanzieri sono stati puntati sull'Ispettorato da ottobre 2017 a marzo 2018. Sono stati presi in considerazione una decina di procedimenti che si sarebbero dovuti concludere con sazioni per lavoratori irregolari o in nero (multe che vanno dai 2mila ai 30mila euro, con una media di 10mila euro). Gli imprenditori venivano avvertiti prima delle ispezioni degli ispettori dallo stesso Amich che diceva di "non pagare le sanzioni". "Un comportamento quantomeno anomalo", chiariscono i vertici della Finanza. 

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