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Cronaca

Cus commissariato e "il passo indietro" di Di Mauro, il Rettore: "Ho trovato una situazione anomala"

Il passo indietro è stato spiegato dall'ormai ex presidente Luca Di Mauro come un normale avvicendamento voluto dal nuovo rettore Francesco Basile ma, dietro il gesto, ci potrebbe essere altro

Luca Di Mauro, lo storico presidente del Cus Catania, l'ente sportivo privato che gestisce gli impianti dell'Università di Catania, si è dimesso da pochi giorni. Una decisione che arriva con una tempistica insolita, a nove mesi dalla fine del suo mandato, dopo l'arrivo a Catania degli ispettori del Cusi, l'organizzazione nazionale che coordina i Cus territoriali. Il passo indietro è stato spiegato dal diretto interessato come un normale avvicendamento voluto dal nuovo rettore Francesco Basile. Ma, dietro il gesto, ci potrebbe essere altro. Negli ambienti universitari circolerebbero voci su presunte anomalie amministrative e irregolarità gestionali che avrebbero portato le alte sfere a suggerire un addio "soft" a Di Mauro. E a richiedere l'insediamento di tre commissari, Gigi Mazzone, Orazio Arancio e Antonio Dima. 

Le parole del rettore Francesco Basile

"Quello che posso dire è che ho trovato una situazione anomala lamentata dai consiglieri del Cus - chiarisce Francesco Basile a CataniaToday - Mi sono quindi rivolto ai veritci del Cusi e loro hanno inviato gli ispettori che mi hanno detto che era bene commissariare per cercare di sistemare alcune situazioni non proprio limpide". "E' bene chiarire che il Cus è autonomo - spiega ancora il rettore - noi come Università ospitiamo il Cus e entriamo a far parte del Cda con i nostri membri. Sulle ragioni precise non saprei ancora dire, ma i commissari sono lì e ora faranno il loro ruolo. Da parte mia - conclude - era corretto per gli studenti verificare che tutto fosse in ordine, anche perché vorrei incrementare le attività studentesche e vorrei ci fossero delle squadre rappresentantive come nelle grandi università americane". 

La versione dell'ex presidente Di Mauro 

"Nello scorso mese di marzo abbiamo avuto un controllo di routine da parte dell'Agenzia delle Entrate - spiega Di Mauro a CataniaToday - Volevano appurare la presenza di fatturazioni false e ci hanno contestato irregolarità sulle attività giovanili che secondo loro non sono sportive". "Non è stato altro che una verifica di routine - continua l'ex dirigente - che però ha portato malumore all'interno del consiglio, anche se è sembrata un'esagerazione". "Per questo motivo - aggiunge - abbiamo anche fatto ricorso". "A questo problema si è aggiunto un deficit di bilancio per alcune sezioni agonistiche che hanno forato i loro conti portando ad un disavanzo generale. Per fare fronte alla situazione - continua Di Mauro - ho chiesto anche delle contribuzioni esterne per avere un rientro più veloce dei fondi. Il tutto era quindi sotto controllo, fino all'insediamento del nuovo rettore".

L'arrivo di Francesco Basile al comando dell'ateneo catanese, secondo Di Mauro, avrebbe minato la solidità della sua presidenza. "Il rettore forse non conosce bene le nostre dinamiche - dichiara Di Mauro - il Cus gestisce le strutture universitarie e nel nostro bilancio il 23% arriva dai fondi di trasferimento dell'Università mentre il resto sono soldi che procuriamo gestendo gli impianti". "Negli ultimi anni il Cus è tornato al centro della vita sportiva della città, vista anche la fatiscenza delle strutture comunali, ed abbiamo dato spazio a moltissime iniziative sociali". "La nostra è sempre stata una società apolitica ed apartitica, ma ultimamente la politica in campo nazionale, non avendo posti di sottogoverno da distribuire, ha pensato di occupare il Cus". "Qualcuno ha capito male ed ha spinto in questa direzione - conclude - io ho preferito fare un passo indietro".

I malumori sulla posizione di Di Mauro

Ma a prescindere dalla sua versione, a pesare sulla gestionale più che decennale di Di Mauro, insediato per la prima volta nel 2001, sarebbe prima di tutto la sua posizione lavorativa. Il dirigente, prima di presiedere il Cus - carica onorifica e, dunque, priva di retribuzione - ne è stato segretario generale dal 1985. Una qualifica, quest'ultima, legata ad un contratto di lavoro dipendente e, per questo motivo, incompatibile con la carica di presidente, secondo quanto imposto dallo statuto dell'ente. Tuttavia, nonostante le dimissioni da segretario generale, secondo alcuni, Di Mauro avrebbe percepito diversi rimborsi spesa anche come presidente. "Facendo attività all'interno - spiega Di Mauro a CataniaToday - è chiaro che c'erano dei rimborsi spesa da giustificare ma la carica non consentiva altro tipo di remunerazione". "Sono stato segretario generale fino al 2000 ma poi mi sono dovuto dimettere e, quindi, non ho mai più percepito lo stipendio", ha aggiunto Di Mauro. 

Di Mauro non sarebbe nuovo a polemiche del genere. Nel 2012 è stato al centro di un presunto conflitto di cariche come presidente del Cus Catania e presidente della Fih, la federazione italiana Hockey. Un doppio ruolo illegittimo secondo l'articolo 52 dello statuto. Intervistato da Repubblica, Sergio Melai, presidente onorario della Fih, ed ex presidente della stessa dal 1985 al 2001, spiegava che: "Per ovviare a questo problema nel 2009 De Luca si è inventato l’affiliazione del Cus Catania hockey ma i Cus, per loro statuto, non possono costituire sezioni con autonomia patrimoniale e giuridica".

Nel luglio del 2014, Di Mauro, si dimise da presidente della Fih. “Ho inteso rassegnare le mie dimissioni dalla carica di presidente federale perché ritengo che in questo momento non sia più possibile gestire le nostre numerose attività - scriveva in una nota - sia in campo agonistico che promozionale, nel clima di generale sospetto e continuo attacco, perpetrato da una parte del nostro mondo hockeystico. Attacchi che mirano anche a insinuare ipotetiche e inesistenti fronde interne, che minerebbero la compattezza della nostra maggioranza". 

I contrasti con il presidente del Coni

A questo si aggiungono i forti contrasti con l'onnipotente presidente del Coni Giovanni Malagò. Come presidente della Federazione Italiana Hockey, ed attuale consigliere del Coni, nel 2013 Di Mauro avrebbe infatti appoggiato politicamente l'avversario di Malagò che, pertanto, potrebbe aver fatto pressioni sui vertici del Cusi per un'ispezione negli uffici del Cus Catania. Una versione confermata dallo stesso Di Mauro, che spiega: "Quando venne eletto Malagò io facevo parte della squadra a sostegno del suo avversario, Raffaele Pagnozzi. La sera prima delle elezioni Malagò mi chiamò e mi chiese il voto ma io gli dissi di no, e da lì nacque questa incompresione". "Da lì - aggiunge - non è voluto essere più essermi amico e onestamente credo che abbia influenzato qualcuno a forzare le tappe".

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