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Cronaca Misterbianco

Droga, ostaggi, pizzo e accordi tra clan: Mazzei sotto scacco

Per l'acquisto di grosse partite di stupefacenti i clan albanesi pretendevano un ostaggio sino al termine dei pagamenti della "roba"

Lineri era la base. A Lineri si sono consumati accordi tra clan, affari per l'acquisto di droga, estorsioni e taglieggiamenti agli imprenditori. L'operazione "Hostage" - della procura di Catania, direzione distrettuale antimafia - ha portato agli arresti di 12 persone e scoperchiato l'egemonia del gruppo Mazzei, "Caragnusi", nella frazione di Misterbianco sino a Niscemi.

I nomi degli arrestati

Le accuse, a vario titolo, per gli arrestati sono di associazione per delinquere di stampo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti (marijuana e cocaina), detenzione e spaccio e diversi episodi di estorsione, con l’aggravante del metodo mafioso.

Le indagini

L'attività degli inquirenti si è sviluppata tra il settembre del 2016 e il marzo del 2018 e ha permesso di evidenziare una sorta di "accordo" a Lineri tra i Mazzei e gli esponenti dei Santapaola - Ercolano. In particolare il trait d'union tra i due gruppi è stato Carmelo Distefano, appartenente ai Santapaola, che ha siglato una sorta di joint venture con i Mazzei per l'arrivo di grossi quantitativi di droga acquistata dai clan albanesi.

Gallery | Le foto degli arrestati

Il gruppo criminale, tramite l'intercessione di Distefano - attualmente detenuto - si approvvigionava di marijuana sopratutto dall'estero.

La droga dall'Albania

"Si è trattata di una alleanza tra i Mazzei e i Santapaola con le piazze di spaccio che avevano gli stessi fornitori albanesi". Con queste parole il procuratore Zuccaro ha descritto le dinamiche che ruotavano attorno alla gestione del traffico di droga.

L'operazione è stata chiamata "Hostage", che vuol dire "ostaggio" in inglese, proprio per una pratica molto diffusa tra le organizzazioni criminali balcaniche e quindi anche quelle albanesi. Quando si comprano grossi quantitativi di droga - per importi di centinaia di milioni - l'acquirente lascia "in pegno" alcune persone all'organizzazione criminale in attesa di saldare il suo debito.

Video | Gli arresti

E' quello che è accaduto nel caso dei Mazzei. Il clan dopo aver acquistato un grosso quantitativo di droga ha consegnato agli albanesi per qualche mese due persone, che sono attualmente indagate, in "ostaggio". Erano la sicura garanzia per il pagamento del debito relativo alla droga. Nello specifico gli inquirenti hanno sottolineato l'ormai cronica difficoltà di reperire liquidità da parte dei clan: da qui la "consegna" dei due ostaggi agli albanesi.

Liquidità che è venuta meno anche per le difficoltà nel pagamento degli "stipendi" alle famiglie dei carcerati.

Era Alessio D'Agostino, 24enne, a gestire per il clan Mazzei la piazza di spaccio di Lineri e forniva ai complici - Giovanni Ventorino e Giuseppe Quaceci - anche la "roba" da spacciare a Niscemi.

Un’altra piazza di spaccio, operativa nel rione popolare di San Giovanni Galermo era, invece, gestita da Carmelo Distefano, sotto l'egida della famiglia mafiosa Santapaola - Ercolano. Nel corso delle indagini sono stati effettuati quattro arresti che hanno portato alla scoperto di quantitativi di cocaina, marijuana e hashish.

Le estorsioni

Un altro canale di approvvigionamento economico era quello del racket. Come ha sottolineato il procuratore aggiunto Francesco Puleio nelle zone di Misterbianco vi era "una cappa di piombo che ostacola la crescita delle imprese, quanto e anche più rispetto a ciò che accade nel capoluogo".

Video | La telefonata per il pizzo

Orazio Coppola, il promotore dell'associazione, con Agatino Costantino, Salvatore Licciardello, Giovanni Ventorino, Salvatore Imbrogiano e Salvatore Quaceci, reggeva un gruppo che taglieggiava gli imprenditori della zona di Lineri. Sono sei gli episodi di estorsioni accertati nel corso delle indagini. Episodi che vedevano sia la richiesta di pizzo alla vigilia delle feste comandate, come a Natale e a Pasqua, ma che sfociavano anche in altre imposizioni come la fornitura di arredi chiesta a un esercente per un valore di circa 20mila euro.

Gli imprenditori, pur non denunciando inizialmente le imposizioni, hanno poi attivamente collaborato con gli inquirenti per inchiodare i loro aguzzini. Soddisfazione è stata espressa del questore, neo arrivato, Mario Della Cioppa che, oltre a sottolineare la piena sinergia con la procura, ha evidenziato l'importanza di "operazioni del genere che sono interventi chirurgici sul territorio che va poi presidiato per restituirlo alla collettività".

Espletate le formalità di rito, gli arrestati si trovano nel carcere di Catania – Bicocca.

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