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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Ex-dipendente licenziato piazza un ordigno esplosivo all'ospedale Garibaldi

L'uomo è accusato di avere fabbricato e portato all'interno dell'ospedale Garibaldi centro di Catania, un ordigno improvvisato di tipo incendiario composto da 17 flaconi di plastica contenenti benzina collegati ad un timer

Su delega della Procura, la notte del 10 luglio, la polizia ha fermato come indiziato di delitto, Alessandro Ferrari (classe 1971) perché gravemente indiziato dei reati di fabbricazione e porto di un congegno micidiale. L'uomo è accusato di avere fabbricato e portato all'interno dell'ospedale Garibaldi centro di Catania, un ordigno improvvisato di tipo incendiario composto da 17 flaconi di plastica contenenti benzina collegati ad un timer.

L'allarme bomba

La mattina del 9 luglio, gli uomini della polizia sono intervenuti nel nosocomio catanese, dopo essere stati chiamati per il ritrovamenteo di un ordigno nella stanza ove sono installati i server, al primo piano di un plesso adibito ad uffici denominato “palazzina CED”. Giunto sul posto, il personale della Mobile, unitamente a personale del Nucleo artificieri e del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica, rilevava che la stanza dei “server” presentava il vetro di una porta-finestra (accessibile da una terrazza) infranto ed al suo interno il citato ordigno - tecnicamente denominato “IED” - costituito da un flacone di plastica della capacità di 1/2 litro, contenente liquido infiammabile, dove era immerso il capo di un filo elettrico, a sua volta collegato ad un timer; quest’ultimo, a sua volta, era collegato ad una prolunga elettrica la cui spina, già inserita in una presa, era poggiata per terra in quanto poco prima era stata distaccata dal responsabile dell’ufficio.

All’interno della stessa stanza, dislocati in corrispondenza dei server, è stata rilevata la presenza di ulteriori 15 flaconi di plastica, da ½ litro cadauno, ed una bottiglia da 1,5 litri, tutti contenenti liquido infiammabile. All’interno della sala, in prossimità della porta finestra, i poliziotti hanno poi trovato e sequestrato una pietra utilizzata per infrangere il vetro. L’immobile è stato immediatamente messo in sicurezza dal personale del Nucleo artificieri e l’ordigno veniva sequestrato e repertato dagli uomini della Scientifica. Il personale della Squadra Antiracket procedeva, con il coordinamento della Procura della Repubblica, al monitoraggio delle telecamere di video-sorveglianza del presidio ospedaliero ed all’acquisizione di informazioni utili a definire il contesto e ad individuare il responsabile.

Le immagini delle videocamere

Nel contempo, è stata acquisita la denuncia da parte del responsabile dell’ufficio amministrativo il quale evidenziava come un’addetta dell’ufficio aveva subito il furto del badge (per l’accesso ai locali della palazzina ma non alla sala server, tanto che il malvivente con una pietra aveva infranto il vetro) ed il furto di un computer dall’interno della sala server. In particolare, la visione delle immagini ha consentito di individuare un individuo di corporatura robusta, indossante un cappellino con visiere, il quale nel tardo pomeriggio di venerdì 6 luglio faceva ingresso nella palazzina CED portando al seguito un sacchetto in plastica all’interno del quale si scorgeva una tanica. Il predetto è stato notato, poco più tardi, uscire dal plesso con un sacchetto di plastica all’interno del quale vi era un computer.

Il licenziamento

Contestualmente si è appurato che, alcuni giorni prima, la commissione Disciplina del Garibaldi aveva deliberato il licenziamento di un impiegato della citata azienda, addetto all’ufficio sistemi informatici, che lavorava proprio presso la sala server, identificato per Alessandro Ferrari. La tempestiva acquisizione delle fotografie relative a Ferrari evidenziavano la perfetta corrispondenza delle fattezze fisiche al soggetto immortalato dalle telecamere del presidio ospedaliero. L'uomo veniva rintracciato e, ad esito di perquisizione eseguita all’interno della sua abitazione, veniva rinvenuto e sequestrato un computer asportato all’interno dei locali del CED.

L'arresto

Sulla scorta degli univoci e concordanti indizi di reità raccolti a suo carico, nella tarda serata del decorso 9 luglio la Procura della Repubblica ha emesso a suo carico fermo di indiziato di delitto. Nella nottata del 10 luglio scorso, l'ex dipendente, indagato anche per furto aggravato, veniva dichiarato in stato di fermo ed associato presso la casa circondariale di Catania - Piazza Lanza. Nella giornata di ieri 13 luglio, il gip del Tribunale di Catania, in sede di richiesta di convalida, ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari.

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