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Cronaca

Sant'Agata, ceri piccoli e grandi: storie suggestive di devozione

La cereria storica Cosentino ci racconta cosa c'è dietro al dono della cera da parte dei devoti. Misure, prezzi e voti: la tradizione vuole che il cero portato debba essere dello stesso peso del portatore o comunque proporzionato

Un fascio di luce precede il fercolo. Sono le tantissime fiammelle ardenti dei ceri portati dai devoti di Sant'Agata. Con questo gesto, intendono sciogliere esteriormente un voto o manifestare la propria riconoscenza alla santa per una grazia ricevuta. La tradizione vuole che il cero portato debba essere dello stesso peso del portatore o comunque proporzionato.

Dopo aver intervistato il titolare della cereria Cosentino, abbiamo scoperto qualcosa in più: "Ceri e candele vengono chiamati comunemente torcie, perchè girate di sopra e in estremità, assumendo forme arcaiche che ricordano candele utilizzate per tradizione già 100 anni fa".

"Oggi se ne producono un'infinità - ci spiegano nella più antica cereria della città - tutte proporzionate alla persona, per età, altezza, ma anche per il peso, quando si fanno promesse precise legate ad una grazia ricevuta"

I ceri più comunemente venduti sono quelli di taglia normale da 5 euro, con un peso che si aggira massimo attorno ai 2 kg. Quelli più grandi, i più coreografici, arrivano ad un massimo di 100-150 euro. "Quest'anno, sia per la crisi, che per il tempo incerto di giorno 4, le vendite sono in leggera diminuzione".

Parlando dei devoti e delle loro storie, abbiamo scoperto che il gesto della gente è forte: sentito. Molte volte i cittadini arrivano piangendo, pur di ricevere un cero da portare per la festa, come riconoscenza verso Sant'Agata.

Troviamo  coppie di amici, fidanzati, legati da un percorso di vita unico, che decidono di condividere il cammino in comune, portanto torcioni da 15-20 kg insieme, alternandosi lungo il cammino. Altri lo fanno individualmente, nel corso degli anni, aumentando gradualmente il peso del cero, in base al proprio corpo e alla propria crescita individuale.

Cosentino ci racconta un aneddoto particolare: "Un ragazzo devoto, viene ormai da noi da tanti anni. Ha aumentato il peso del torcione gradualmente fino ad oggi. Mi racconta sempre della sua fatica, nel tragitto che porta fino alla cattedrale del Duomo il giorno dell'uscita di Sant'Agata il 5 Febbraio. Dopo l'inizio della processione, la sua forza e il vigore riprendono, tanto da riuscire ad andare avanti".

Rimangono pochi coloro che decidono di fare della festa un palcoscenico di esibizionismo. Pesi eccessivi, poi portati da 8-10 persone in comune. "Basterebbe - continua il rivenditore di Piazza S.Placido - che ognuno ne portasse uno proporzionato al proprio peso, come quasi tutti i devoti fanno. Questa sarebbe vera fede, il resto scade soltanto nell'esibizione".

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