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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Caltagirone

Ilaria Imbrosciano, da Caltagirone a Parigi per progettare edifici per conto del Senato francese

E' una storia di successo, fatta di coraggio, orgoglio e sacrifici. 29enne di Caltagirone, architetto con la passione per l'arte, Ilaria lavora per la Camera Alta del Parlamento francese come "Architecte assistant projet et patrimoine"

Dalla Sicilia a Parigi. Una storia di successo, fatta di coraggio, orgoglio e sacrifici. E' quella di Ilaria Imbrosciano, giovane architetto di Catagirone che progetta edifici per conto del Senato francese. La sua storia, raccontata a CataniaToday, è simile a quella di tanti altri ragazzi che per avere un futuro professionale hanno lasciato la loro terra in cerca di lavoro e speranza. Ma Ilaria è un "cervello in fuga" che è partita per ritornare e portare in Sicilia tutto il suo "bagaglio" di esperienze. La conosciamo durante una sua breve "pausa" lavorativa. E' ritornata nella sua terra per sposarsi ma a luglio sarà nuovamente "Architecte assistant projet et patrimoine" per la Camera Alta del Parlamento francese.

"Sono nata a Messina in una giornata soleggiata del 3 giugno 1986, giorno del patrono della città, la Madonna della Lettera: secondo la tradizione, ogni bambina nata quel giorno avrebbe dovuto chiamarsi Letteria onorando la santa. I miei genitori decisero di affidarmi un nome diverso che adesso posso dire mi si addice perfettamente: Ilaria che deriva dall'antico latino Hilaris e significa 'allegra'". Niente di più vero. Ilaria è un fiume in piena mentre racconta la sua esperienza. Nella sua voce e negli occhi ci sono la gioia e l'orgoglio di chi ce l'ha fatta e vuole anche essere un esempio per quei giovani che hanno paura di lasciare le radici, di lanciarsi in un progetto, di buttarsi.

Per motivi lavorativi dei suoi genitori, ha vissuto in città diverse: Messina, Spadafora, Caltagirone, Lodi e infine di nuovo Caltagirone. Questi spostamenti sono stati vissuti da Ilaria "in modo traumatico, come un qualcosa che minava una continuità basata sugli stessi amici, sulla stessa città, su un determinato modo di vestire, luoghi da frequentare. Sentivo delle mancanze sociali ma non affettive: la mia mamma, papà e sorella più piccola erano sempre con me, senza mai farmi mancare l’amore e l’unione di una famiglia eccezionale come la nostra".

Da piccola amava disegnare per rifugiarsi nel suo mondo fantastico fatto di matite colorate, pennelli e gessetti. "Trovavo sempre un’ora, un minuto o un istante per prendere un pennarello e disegnare per dare sfogo a qualcosa che avevo dentro. Era una necessità. Mio papà ha sempre avuto una passione per la Francia e la sua capitale: non dimenticherò mai quando, all’età di dieci anni, passeggiai per la prima volta tra le stradine di Montmartre, nel quartiere degli artisti, e rimasi folgorata da quell’atmosfera magica cosi come vedere la giovane dea alata, la Nike di Samotracia, in cima alle scale del Musée du Louvre. Fin da bambina pensai: il mio sogno è vivere d’arte e dovrò riuscirci a tutti i costi. Nel corso degli anni si aggiunge l’amore per i grandi edifici storici, nutrendo il desiderio di capire il segreto degli spazi (e volumi) dotati di fascino. Caltagirone, unica città che ho sempre sentito 'mia', fu di grande ispirazione: arte e architettura contraddistinguono questo luogo donandogli un fascino e un valore inestimabile", racconta Ilaria.

Prima il diploma presso l’Istituto d’Arte per la ceramica di Caltagirone, oggi liceo artistico, poi la laurea in Architettura nel marzo 2012. Poco dopo vince una borsa di studio per un Master di II livello in Recupero, Riabilitazione strutturale e fruizione dell’edilizia storica emanato dall’Università di Palermo e Consorzio Universitario di Trapani. Dopo due settimane di vacanza a Parigi nel luglio 2013, regalo dei suoi genitori per l’abilitazione, torna dal viaggio consapevole che non avrebbe potuto vivere in quella meravigliosa città: troppo cara e competitiva per lei che non conosceva nemmeno la lingua francese.

"Dal primo giorno di ritorno in Italia dentro di me inizia a nascere il desiderio di voler tornare quanto prima in Francia ma cercavo di sopprimere questo desiderio e conseguo il titolo di master l’8 novembre 2013 - continua Ilaria - Molto lentamente, inizia a crescere in me una gran voglia di dare una svolta nella mia vita. Il giorno di Natale parlando con i miei cari, spontaneamente dico: ' Il prossimo anno, dicembre 2014, io sarò a Parigi e lavorerò come architetto!'…. Stento io stessa a credere che quello che dicevo era realmente il mio desiderio. Era un sogno da inseguire e sentivo dentro di me che ce l’avrei fatta. Quindi andrò controcorrente, ma la motivazione che mi ha spinta a partire non è stata la crisi che sta attraversando il nostro paese. Volevo inseguire il mio sogno: lavorare come architetto in una delle città più belle al mondo, Parigi. Decido, quindi, di prenotare il biglietto aereo di sola andata per Parigi nel febbraio 2014 con partenza qualche mese dopo per avere il tempo sufficiente per organizzare ogni dettaglio del mio soggiorno parigino. Non conoscevo la lingua francese né tantomeno un contatto o amico a cui appoggiarmi. Mi sono sentita quasi come iscrivermi all’università, quella stessa adrenalina e paura ma stavolta avevo consapevolezza del mio valore e sapevo che, con tanta determinazione e sacrificio, avrei raggiunto il mio obiettivo. A distanza di un anno e mezzo, posso ritenermi soddisfatta della mia decisione di partire".

Ma è un viaggio professionale ricco anche di sacrifici. "Il 3 luglio 2014 avevo due alternative - ricorda - se avessi trovato lavoro nel più breve tempo possibile potevo rimanere a Parigi e darmi una chance come architetto, altrimenti sarei dovuta tornare con una bella esperienza sulle spalle. Per me la seconda opzione non era contemplata. Dovevo raggiungere il mio sogno a tutti i costi. Dopo circa un paio di settimane, quando inizio a formulare una frase correttamente, mi catapulto a lasciare curriculum in giro per la città proponendomi come lavapiatti o, nel caso migliore, come cameriera. Dovevo trovare un modo per mantenermi in una città tanto eccezionale e quanto costosa. Non dimenticherò mai il mio primo colloquio: feci ripetere tre volte le stesse frasi all’esaminatore perché non capivo cosa dicesse! Non mi sono mai demoralizzata per questo, o forse un pò, ma sapevo di potercela fare. Era diventata una sfida con me stessa. Tre settimane dopo il mio arrivo, lavoro un fine settimana presso un ristorante come cameriera, ma in realtà mi occupavo di far le pulizie a tutto il ristorante: per me fu una boccata d’ossigeno. Qualche giorno dopo mi chiama una catena di ristorazione per propormi un contratto come…cameriera! Il primo agosto 2014 firmo il contratto e passo l’estate più faticosa ma felice della mia vita: avevo trovato il modo per restare, per inseguire il mio sogno. Arriva settembre e inizia il conto alla rovescia: gli architetti rientrano dalle vacanze e cercano personale. Decido non solo di inviare curriculum via e-mail, ma di bussare alle porte degli studi e propormi direttamente. Uscivo dal ristorante alle 15:00, il tempo di una doccia al volo, e avevo tempo fino alle 19:00 per lasciare curriculum. Poi di nuovo a lavoro. Dopo circa 7 colloqui, trovo un architetto che vede in me qualcosa in più e mi assume, anche se pagata molto poco. Lavoro per 4 mesi 7 giorni su 7, dal lunedi al venerdi allo studio, il venerdi sera, sabato e domenica al ristorante. Arrivavo a circa 55 ore settimanali ma ero felice. Stanca ma soddisfatta".

E poi arrivano gli incarichi importanti.  "Inizio ad inviare curriculum per grosse istituzioni a Parigi, tra cui i musei che tanto amo. Leggo per caso che il Museo d’Orsay cerca due architetti e, il giorno dopo l’invio della mia candidatura, mi convocano per un colloquio. Ebbene si, il 24 dicembre 2014 ricevo la telefonata che mi comunica di essere stata selezionata per il posto. Ho passato il Natale più felice della mia vita, a Parigi, come architetto per uno dei più importanti musei al mondo. Prima di terminare i 4 mesi più belli e proficui per la mia carriera, decido di inviare la mia candidatura per un posto al Senato della repubblica francese come architetto nel mese di maggio 2015. Mi contattano per un colloquio  e qualche giorno dopo ricevo la classica e-mail formale che non ero stata selezionata per il posto ma che 'avrebbero tenuto il mio curriculum per future collaborazioni'. Decido così di tornare a casa mia, in Sicilia, e tentare un futuro nella mia città. Desideravo (e lo spero ancora!) investire il mio tempo, la mia vita e le mie esperienze nella mia terra, la Sicilia e son certa che con il tempo sarei riuscita a ritagliarmi uno spazio per me. Durante il viaggio per il trasloco, all’altezza di Roma, ricevo una telefonata da un numero che non conoscevo. Era il dipartimento di Architettura, Patrimonio e giardino del Senato della Repubblica francese che mi chiede se sono disponibile per un contratto a tempo determinato di sei mesi… beh, che dire. Con immensa emozione dico immediatamente di si… Da settembre 2015, lavoro per il Senato come 'Architecte Assistant Projet et Patrimoine' e ne sono molto fiera e orgogliosa. Sento di essermi meritata ogni singola meta del mio percorso e posso dire a voce alta che ci sono riuscita da sola".

"Per tutto questo  - conclude Ilaria- voglio ringraziare anche i miei genitori che con i loro sacrifici mi hanno portato davanti a questo traguardo. E un ringraziamento speciale a Oscar, il mio futuro marito che mi è sempre stato vicino anche quando la distanza non lo permetteva trasmettendomi tranquillità e sicurezza...mi aiutava a tirarmi su in quei momenti dove credevo di non farcela...".

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