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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Maletto

Arrestato Gianfranco Conti Taguali: era tra i 100 latitanti più pericolosi

I carabinieri del Reparto Operativo di Catania, a conclusione di un'intensa e prolungata attività info-investigativa, hanno arrestato Gianfranco Conti Taguali, 38enne di Maniace, considerato elemento di spicco per l'area di Bronte dell'organizzazione mafiosa Ercolano-Santapaola

I carabinieri del Reparto Operativo di Catania, a conclusione di un'intensa e prolungata attività info-investigativa, hanno arrestato Gianfranco Conti Taguali, 38enne di Maniace, considerato elemento di spicco per l'area di Bronte dell'organizzazione mafiosa Ercolano-Santapaola. Conti era inserito nell'elenco dei latitanti pericolosi ed era irreperibile dal gennaio del 2010. Deve scontare la pena dell'ergastolo in quanto ritenuto colpevole di associazione mafiosa e omicidio. Oltre al 38enne è stato catturato anche un messinese che ne favoriva la latitanza.

La sua latitanza era cominciata allorquando la Corte di Appello di Catania si pronunciava in secondo grado in merito all’omicidio di Sanfilippo Pulici Bruno, avvenuto in contrada Vallonazzo di Cesarò (ME) il 3 giugno del 2002. Il fatto di sangue scaturì allorquando il Sanfilippo, accusato in ambienti mafiosi di aver perpetrato un abigeato, al fine di allontanare da sé i sospetti, incolpò del fatto GP., di Cesarò, il quale, insieme al Conti, organizzò l’omicidio del Sanfilippo che con premeditazione venne assassinato con numerosi colpi di fucile caricato a pallettoni.

Per tale fatto e per altri, le indagini condotte all’epoca dai Carabinieri di Randazzo portarono alla luce l’operatività di un’associazione mafiosa dotata di elevata capacità di fuoco, attiva nei Comuni di Maniace, Bronte, Cesarò, San Teodoro e zone limitrofe, finalizzata alla commissione, mediante la forza di intimidazione del vincolo associativo, di una serie indeterminata di delitti contro la persona ed il patrimonio (omicidi volontari, tentati omicidi, estorsioni, lesioni, minacce, danneggiamenti, incendi, furti, ricettazioni, detenzioni di armi ed esplosivi, commercio di stupefacenti) ed all’acquisizione in modo diretto o indiretto della gestione e del controllo di attività economiche. L’attività d’indagine si concluse con l’esecuzione dell’operazione denominata TUNNEL, nell’ambito della quale il 10 febbraio 2004, furono arrestati 23 soggetti tutti di Bronte, Maniace e Cesarò.

Per l’omicidio Sanfilippo, fu condannato all’ergastolo in primo grado solo G.P., mentre Conti a sette anni solo per associazione mafiosa.

A seguito del ricorso presentato dalla Procura di Catania, la Corte d’Appello, nell’udienza che si tenne l’11 gennaio del 2010, modificò la sentenza di primo grado condannando all’ergastolo Conti, sia per l’omicidio, sia per la predetta associazione,  con le aggravanti di essersi avvalsi del metodo mafioso nell’uso delle armi. Conti  quel giorno stesso, si allontanò facendo perdere le proprie tracce.


Solo ieri, si è conclusa la latitanza di Conti Taguali Gianfranco a seguito di un’incessante attività di ricerca da parte dei Carabinieri del Comando Provinciale di Catania. Il cerchio intorno al catturando si è andato stringendo via via sempre più, soprattutto dopo che lo stesso, nel gennaio del 2012, è stato inserito nell’elenco dei Latitanti pericolosi, ove sono inclusi, a livello nazionale, i soggetti ritenuti di estrema pericolosità, appartenenti alla criminalità organizzata o responsabili di gravi fatti di sangue. Le ricerche, coordinate dalla Dottoressa Carolina Tafuri, Presidente della I Sezione della Corte d’Assise d’Appello di Catania, si sono estese in varie località delle province di Siracusa e Messina, ove il latitante negli ultimi mesi si è frequentemente mosso grazie ad una fitta rete di fiancheggiatori che gli hanno garantito la disponibilità di rifugi in zone impervie e difficilmente raggiungibili o controllabili da vicino. Negli ultimi tempi, infatti, le indagini avevano consentito di verificare la presenza del ricercato in diverse masserie ove lo stesso si fermava per trascorrere anche una sola notte, verosimilmente in ragione dell’aumentata pressione degli investigatori che ormai erano sulle sue tracce. In più di un’occasione, infatti,  nell’ultima settimana della sua latitanza, il Conti era stato intravisto dai militari dell’Arma che non avendo la certezza sull’identità della persona si erano limitati ad osservare le sue mosse con difficoltà, in quanto lo stesso non si ripresentava mai nei luoghi ove era stato avvistato.

Ieri sera il dispositivo per la cattura era pronto ad intervenire e quando una delle pattuglie ha dato il via all’operazione dopo averlo incrociato sulla statale 417, le maglie si sono strette intorno al latitante che non ha avuto scampo. Sorpreso dell’intervento tempestivo dei Carabinieri, disarmato e stupito di essere bloccato da militari che gli erano parsi dei “pastori”, si è solo lasciato sfuggire che stava andando a pernottare in una masseria, situata lungo una stradina che si inerpicava per la montagna.

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