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Cronaca

Mafia e scommesse on line, 36 arresti: sequestrate 20 agenzie

Le indagini della squadra mobile di Catania e del servizio centrale operativo della polizia di Roma hanno fatto emergere una consolidata organizzazione criminale che, sotto l'egida del clan catanese Cappello-Bonaccorsi, era dedita alla gestione di numerose agenzie di scommesse presenti sull'intero territorio siciliano

Personale della squadra mobile di Catania e del servizio centrale operativo della polizia di Roma hanno eseguito un'ordinanza cautelare, emessa dal Gip su richiesta della Procura etnea, per 29 persone nell'ambito di un'indagine su mafia e il mercato della raccolta illecita delle scommesse on line. Per sette fermati i Gip competenti hanno applicato, su richiesta delle locali Procure, la custodia cautelare in carcere. Sequestrate anche agenzie di scommesse nelle province di Catania, Siracusa, Caltanissetta e Ragusa.

I nomi degli arrestati

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I destinatari del provvedimento sono indagati, a vario titolo, per associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, associazione per delinquere, esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse, riciclaggio, intestazione fittizia di beni. Contestata anche la truffa allo Stato con l'aggravante di avere favorito la mafia. Le indagini della squadra mobile di Catania e del Servizio centrale operativo della polizia di Roma hanno fatto emergere una consolidata organizzazione criminale che, sotto l'egida del clan catanese Cappello-Bonaccorsi, era dedita alla gestione di numerose agenzie di scommesse presenti sull'intero territorio siciliano.

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Le indagini

L’attività investigativa, sviluppatasi in un arco temporale che va da aprile 2016 a marzo 2017, è consistita essenzialmente nello svolgimento di indagini di tipo tecnico, corroborate da attività di tipo tradizionale e successivamente da accertamenti patrimoniali. Il procedimento penale prendeva le mosse dal monitoraggio del clan Cappello-Carateddi ed in primis del suo leader Salvo Salvatore Massimiliano e consentiva di rilevare come Salvo avesse dimostrato interesse nei confronti di un nuovissimo, imponente ed efficace sistema criminoso finalizzato a consentire il massiccio reimpiego del denaro proveniente dalle attività criminali ascrivibili al clan Cappello - Bonaccorsi nel settore delle scommesse sportive on line, nonché l’incremento del capitale illecito attraverso le numerose agenzie che gestiscono, anche per conto del clan appena menzionato, il gaming on-line.

Le indagini, quindi, nate come naturale prosecuzione di quelle svolta dalla Squadra Mobile di Catania e dal Servizio centrale Operativo di Roma nei confronti di appartenenti al clan Cappello-Bonaccorsi e già sfociata nella nota operazione “Penelope”, si sono rilevate da subito particolarmente fruttuose, in quanto hanno permesso di registrare alcune conversazioni dal tenore delle quali si delineava in maniera chiara un articolato progetto di espansione realizzato da alcuni soggetti appartenenti al clan Cappello, nel settore delle scommesse on.line, che prevedeva l’acquisizione nelle province di Ragusa e Siracusa di locali commerciali da adibire a sale scommesse sotto l’insegna “PlanetWin365”, nonché la commercializzazione di un software da installare presso sale di terzi che avrebbe consentito l’esercizio abusivo di scommesse, in quanto operativo sul .com (illegale sul territorio italiano) in maniera parallela all’attività lecita, e quindi schermata dalla autorizzazione ottenuta dalla Planet di occuparsi delle scommesse on line esclusivamente attraverso l’estensione sul ".it". 

Gli elementi acquisiti nel corso delle indagini condotte dalla Squadra Mobile e dal Servizio Centrale Operativo hanno attestato quindi l’esistenza di una consolidata organizzazione criminale dedita alla gestione di numerose agenzie di scommesse presenti sull’intero territorio siciliano che sfruttavano la copertura legale fornita dal marchio “Planetwin365” e consentivano di focalizzare l’attenzione degli investigatori sulla figura di un imprenditore aretuseo, in possesso di rilevanti risorse finanziare e tecniche, identificato in Fabio Lanzafame, il quale era attivamente collaborato - sotto il profilo tecnico-amministrativo - da una serie di soggetti, anch’essi tecnicamente attrezzati, per mantenere efficace il sistema occulto, parallelo a quello legale. Come spiega in una nota Sks365, nuova proprietà che gestisce il marchio Planetwin365, "dagli atti presentati dagli inquirenti in sede Dipartimento Nazionale Antimafia risulta che le investigazioni hanno riguardato esclusivamente la proprietà/management che ha gestito la società fino al 2017, ovvero prima della sua cessione ai nuovi proprietari. La nuova società SKS365 è da ritenersi dunque estranea a quanto accaduto ed emerso dalle indagini".

L’attività svolta dall' imprenditore presentava una duplice caratterizzazione, consentendo, da un lato, una pervicace infiltrazione nell’intero settore della raccolta del gioco attraverso cui assicurare, di fatto, una posizione di predominio alle famiglie mafiose rispetto agli operatori del circuito legale e, dall’altro, contribuendo in maniera determinante a rendere estremamente difficoltosa l’attività di controllo da parte degli organi istituzionali preposti, favorendo il reimpiego dei capitali illecitamente acquisiti, stante la perfetta sovrapponibilità del circuito legale con quello illegale. Alla illecita acquisizione dei capitali riciclati nell'attività imprenditoriale, si affiancava la continua opera di erosione del gettito fiscale dovuto allo Stato, stante la maggiore appetibilità dell’offerta del circuito illegale che, non essendo gravato dai costi di legalità, consentiva di realizzare vincite più facili e di maggiore importo.

Le indagini si sono incentrate, pertanto, sulle cointeressenze venutesi a creare tra Lanzafame Fabio e Salvo Salvatore Massimiliano, inteso “Massimo ‘u carruzzeri”, figura apicale del clan mafioso Cappello - Bonaccorsi (in atto detenuto e sottoposto al regime di cui all’art. 41 bis O.P.) tali da garantire una capillare diffusione, sul territorio catanese ed in provincia, della rete illegale di raccolta scommesse concepita e realizzata dal Lanzafame.

Fabio Lanzafame, dal mese di gennaio 2018 avviava un percorso di collaborazione con l’Autorità Giudiziaria. Quanto ai ruoli dei singoli indagati, gli interessi della compagine mafiosa, in tale specifico settore, venivano curati, sul versante catanese, da Giovanni Orazio Castiglia, legato a Salvo Salvatore Massimiliano da rapporti diretti di parentela, mentre sul versante aretuseo emergevano le figure degli imprenditori Salvatore Bosco e Antonino Iacono, entrambi residenti a Pachino (SR), quali garanti dei medesimi interessi. Venivano così a delinearsi due distinte associazioni a delinquere, dedite all’esercizio del gaming online clandestino, che perseguivano interessi illeciti coincidenti con quello perseguito dalla compagine mafiosa di riferimento e che operavano, pertanto, al fine di agevolare e rafforzare l’operatività del clan Cappello-Bonaccorsi.

In particolare, Salvo Salvatore Massimiliano è ritenuto capo e promotore dell’associazione a delinquere, quale articolazione operativa della famiglia mafiosa Cappello - Bonaccorsi, avente quale fine specifico quello dell’infiltrazione nel mercato dei giochi e delle scommesse on.line, nonché alla gestione della rete commerciale dell’organizzazione dedita alla diffusione di giochi e scommesse a distanza illeciti, mentre i Castiglia Giovanni Orazio, Bosco Salvatore e Iacono Antonino figuravano quali organizzatori e direttori dell’associazione a delinquere con compiti di promozione, diffusione e gestione dell’articolata rete sul territorio con particolare riguardo alle province di Siracusa e Ragusa, nonché con compiti di raccordo con il vertice dell’associazione, anche attraverso la raccolta e la distribuzione del denaro, collaborati dagli agenti Andrea Sterzi, Greco Giuseppe, Greco Lorenzo, Tela Giorgio, Di Cio Federico, DI Mauro Tiziano e Bucceri Francesco.

L’associazione per delinquere, promossa da Salvo Salvatore Massimiliano ed organizzata dal Castiglia era finalizzata all’esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse, alla truffa aggravata ai danni dello Stato, al riciclaggio e all’autoriciclaggio, all’intestazione fittizia di beni attraverso l’illecito esercizio dell’attività di giochi e scommesse a distanza, riconducibili a società operanti all’estero (Albania, Romania e Malta) in violazione della normativa di settore, di quella fiscale, anti-riciclaggio, ovvero attraverso la creazione di diverse reti di gioco “on line” finalizzate alla raccolta abusiva di scommesse su eventi sportivi ed al gioco d’azzardo. In particolare, si fa riferimento alla rete operante su siti con estensione “.com” denominati, tra gli altri, “Futurebet, Futurebet2021, Future2bet2021, Betworld365, Betcom29, Betcom72”, mutevoli in ragione degli interventi di oscuramento da parte dell’Autorità amministrativa, non autorizzati dall’A.D.M., tutti operanti su server esteri (Malta, Austria, Inghilterra), utilizzati all’interno di sale scommesse, Internet point, C.E.D., C.T.D ed esercizi commerciali. Tali attività, in alcuni casi, erano fittiziamente intestate a soggetti compiacenti.

Le intercettazioni

I servizi di intercettazione facevano emergere due elementi peculiari: da un lato una spasmodica ricerca da parte degli organizzatori di locali da adibire a sale scommesse sotto l’insegna Planetwin365 dietro i quali schermare il gioco illegale, dall’altro l’esistenza di un sistema che gli indagati indicavano con il termine di “bancare” che, sebbene nel mondo delle scommesse significhi pronosticare una cosa che non accada, in realtà stava ad indicare la pratica piuttosto diffusa tra molti bookmakers esteri di consentire ai gestori delle singole sale di assumere i rischi dell’attività di scommesse. In altri termini, se nella tradizionale attività di una sala scommesse è il bookmaker titolare della concessione ad investire il denaro necessario a coprire le eventuali vincite dei giocatori, nel caso della c.d. “bancata” da parte del gestore sarà quest’ultimo, previo accordo con il concessionario, ad assumere su di sè tale rischio, riconoscendo al concessionario la percentuale pattuita relativa al flusso delle scommesse effettuate in quella determinata sala. Un ruolo particolare nell’ambito dell’associazione per delinquere veniva rivestito da Lizzoli Alessandro Rosario soggetto che forniva il software Racing Dogs connesso ai “virtual games” ed inserito all’interno delle agenzie riconducibili a Bosco Salvatore e Iacono Antonino.

Anche nel corso dell’indagine, così come era già emerso nelle operazioni denominate “Penelope” e “Gorgoni” si registrava l’evoluzione criminale dell’associazione mafiosa in trattazione, a seguito del “nuovo corso” imposto da Salvo Salvatore Massimiliano che, conscio del potere criminale acquisito, prediligeva adottare la linea dell’avvicinamento all’imprenditore di turno (come è accaduto, ad esempio, per le due società operanti nel settore della raccolta e smaltimento dei rifiuti, riconducibili a Giuseppe Guglielmino– la Geo Ambiente – ed al padre dello stesso Vincenzo Guglielmino– la E.F. Servizi Ecologici, soggetti rispettivamente raggiunti da ordinanza di custodia cautelare e rinviati a giudizio nell’ambito dei procedimenti 7590/12 RGNR c.d. “Penelope” e 15059/15 RGNR c.d. “Gorgoni”) con il proposito di prospettare una vera e propria forma di “affiancamento” nella conduzione dell’azienda che si concretizza con la possibilità di individuare interlocutori disponibili in modo da ampliare la capacità di mercato della medesima azienda.

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