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Cronaca

Manovra finanziaria, a Catania imprenditori e commercialisti a confronto

Aumento della tassazione sulle imprese; nessun segnale di svolta sugli investimenti pubblici; assenza di una strategia di riforme strutturali in grado di innalzare il potenziale di crescita dell'economia. Queste per Confindustria le principali criticità della manovra finanziaria 2020

Aumento della tassazione sulle imprese; nessun segnale di svolta sugli investimenti pubblici; assenza di una strategia di riforme strutturali in grado di innalzare il potenziale di crescita dell'economia. Queste per Confindustria le principali criticità della manovra finanziaria 2020 della quale si discusso in un incontro promosso dagli industriali etnei in collaborazione con l'Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Catania. "Il quadro macroeconomico non è confortante - ha spiegato Alessandro Fontana, economista del centro studi di Confindustria - e non ci si poteva aspettare molto dalle scelte del Governo visto il lascito della Legge di bilancio 2019. Sebbene contenga alcuni interventi positivi, l´attuale Ddl di bilancio è insufficiente rispetto alle esigenze del Paese perché non consente di invertire le aspettative di famiglie e imprese né di ridurre il deficit. Mancano le risorse per investimenti pubblici e si inasprisce la tassazione sulle imprese che stanno finanziando la manovra per 3,7mld di cui 2mld di maggiori imposte. I correttivi che il Parlamento sta apportando potrebbero consentire però di superare alcune criticità". Un complesso di norme, quindi, che in assenza di modifiche sostanziali colpirà specifici settori con danni irreversibili. E' il caso delle nuove tasse sullo zucchero e sulla plastica, duramente contestate in questi giorni dagli imprenditori etnei, che ieri hanno lamentato anche le incertezze riguardanti le misure per il Sud. La proroga del credito d'imposta per gli investimenti, con una dotazione di 674 milioni di euro, è stata accolta con favore, ma c´è preoccupazione per il dirottamento delle risorse originariamente previste per le Zone economiche speciali, circa 350 milioni di euro, che confluiranno nel Fondo "Cresci al Sud" destinato alla crescita dimensionale delle imprese di tutto il Mezzogiorno. Eppure, l´avvio delle Zes in Sicilia, come ha sottolineato Fabrizio Leotta, consigliere dell'Ordine dei commercialisti di Catania, "rappresenta un elemento di forza per il sostegno all'imprenditoria locale e per l'attrazione di investimenti esteri". A patto però di dotare queste misure di stanziamenti congrui e soprattutto di garantire agli investitori reali vantaggi competitivi sugli altri territori: dall' azzeramento dell´Irap alle agevolazioni su Imu e Tari; dagli sgravi contributivi sulle assunzioni - aggiuntivi a quelli già esistenti - alla creazione di zone franche. Daniele Incardona, consigliere dell'Odcec etneo, ha illustrato i meccanismi di fruizione di iper e super ammortamento che agevolano l'acquisto di beni strumentali nell'ambito del piano Industria 4.0."Al momento - ha avvertito il professionista - non ci sono certezze sulle modalità di estensione della proroga di questi due strumenti. Nella manovra potrebbe trovare spazio una nuova modulazione delle aliquote di riferimento per la fruizione dell´agevolazione". A evidenziare l'importanza della collaborazione tra mondo professionale e imprese, infine, è stato Saretto Leonardi, tesoriere degli industriali etnei, che ha ricordato la proficua sinergia realizzata sui temi dello sviluppo, nell'ambito del protocollo di intesa tra Confindustria Catania e Odcec etneo, siglato nei mesi scorsi dai rispettivi presidenti, Antonello Biriaco e Giorgio Sangiorgio.

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