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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Librino

Museo dell’Immagine a Librino: intervista ad Antonio Presti

Dal 17 al 21 ottobre 2011, presso la scuola Campanella Sturzo di viale Bummacaro 8, si terrà il workshop tenuto dal fotoreporter iraniano Reza Deghati e da 6 fotografi tutor

Dal 17 al 21 ottobre 2011, presso la scuola Campanella Sturzo di viale Bummacaro 8, si terrà il workshop tenuto dal fotoreporter iraniano Reza Deghati e da 6 fotografi tutor. E' un'iniziativa della Fondazione Fiumara d’Arte che, dopo il workshop, continuerà il suo lavoro di selezione, editing, preparazione tecnica del Museo dell’Immagine che sarà creato nel cuore del quartiere di Librino.

Con l’ultimo workshop di Reza a Librino, quindi, si concluderà un percorso. A spiegarlo è Antonio Presti, Presidente della Fondazione Fiumara d’Arte.

Cosa hanno appreso i giovani studenti da questo rapporto diretto con l’arte?
Hanno vissuto in prima persona l’emozione di un viaggio unico ed originale e hanno capito la grande fortuna che hanno avuto. Sono stati seri e volenterosi, hanno compreso quanto sia importante l’arte nella vita di tutti i giorni, quanto sia di aiuto la Bellezza nel linguaggio comune, quotidiano. E hanno espresso la volontà del cambiamento”.

Dopo questo ultimo laboratorio qual è l’iter del progetto per la realizzazione del Museo Internazionale dell’Immagine di Librino?
Il nostro lavoro continua senza sosta. Si chiude un capitolo ma se ne apre un altro. Adesso inizia la parte strettamente tecnica durante la quale sarà fatto l’editing alle decine di migliaia di foto create dai nostri fotografi. Bisogna archiviare e selezionare le immagini che saranno proiettate nel più grande museo a cielo aperto del mondo”.

Come pensa di realizzare il Museo Internazionale dell'Immagine? Ancora una volta lei dona in nome della Bellezza?
Il mio impegno in nome dell'Arte e della Bellezza rimane immutato. Con grande sacrificio e con grande entusiasmo abbiamo affrontato e stiamo affrontando questa avventura. Ma devo rivolgere il mio grazie particolare alla Fondazione Telecom che ha condiviso e sostenuto il progetto che si avvale anche della collaborazione di Fondazione Aina World, del National Geographic Italia, LesPheripheriquesvousparlent, del Museo di Arlés, della Fondazione Candido Cannavò Tifo positivo. Spero però che da oggi in poi altre Fondazioni o altri sponsor possano sposare l'iniziativa e sostenerci anche dal punto di vista della fornitura di servizi tecnologici. Sarebbe bello creare insieme una rete civile, una squadra che non deve essere assoggettata al bene materiale ma che valorizzi invece il bene comune e che si mobiliti per valorizzare lo spirito della vita che è la Bellezza”.

Forse per voi è tempo di bilanci. Qual è stato il percorso affrontato lo scorso anno?
Nel corso dell’ultimo anno più di 30 fotografi hanno creato uno straordinario rapporto con le 50 scuole in rete che hanno seguito e sposato l’iniziativa sulla Bellezza della Costituzione Italiana. Mi emoziono al pensiero che migliaia di ragazzi abbiano studiato e dato vita agli articoli della Carta Costituzionale. Hanno ideato e deciso come affrontare lo scatto fotografico e l’hanno reso concreto grazie al supporto dei nostri fotografi. Non solo, ma gli artisti hanno lavorato con le associazioni dando una testimonianza diretta e fattiva di quello che è il loro lavoro e il loro impegno giornaliero verso chi soffre e ha bisogno di aiuto. Abbiamo ripreso il mondo giornalistico rappresentando con le immagini il lavoro fatto a Catania. E stiamo lavorando anche con le chiese di Librino, con i negozianti che diventeranno protagonisti della prossima fase del progetto”.

Workshop Fiumara d'arte


In che modo?
Con Marco Pinna, figura di punta del National Geographic, lavoreremo fianco a fianco per realizzare Magma, il museo diffuso. A Librino arriveranno alcuni dei più importanti fotografi a livello mondiale e con cadenza biennale saranno esposte le loro le opere. Lo scopo è chiaro: vogliamo portare bellezza e cultura in un quartiere che ne ha fortemente bisogno. Tutte le attività commerciali del quartiere ospiteranno un certo numero di opere di artisti selezionati, dal panettiere al parrucchiere, dalla palestra al bar, ogni attività avrà affisse alle pareti opere di alcuni tra i maggiori maestri della fotografia contemporanea internazionale. Sarà un percorso museale  innovativo che non prevede un biglietto d’ingresso. Vogliamo piuttosto che il pubblico si responsabilizzi facendo suo l’obbligo morale di spendere una somma di denaro a sua discrezione all’interno delle stesse attività in cui si troverà ad ammirare le opere, incrementando così l'indotto di Librino e stimolandone l'economia”.

Ancora una volta quindi l’arte offre la possibilità di crescita e riscatto. Il Museo Internazionale dell’Immagine non è solo un evento artistico, ma anche sociale?
Assolutamente sì. È bello pensare che attraverso il linguaggio dell’arte si riesca a raccontare il volto di un popolo, la sua storia attraverso la storia dei suoi cittadini. Questo è il potere della Bellezza. Oltre 30.000 persone, i loro visi, i loro sguardi, i loro racconti, saranno testimonianza viva e tangibile della Bellezza di un’intera comunità, quella etnea. Sarà sì un museo artistico ma anche un archivio sociale, civile, antropologico e storico che porterà a Librino visitatori e turisti, amanti dell’arte e semplici curiosi che verranno a toccare con mano quanto forte sia il linguaggio artistico  visuale”.

Per lei, invece, cosa rappresenta questo progetto?
“Lo considero un progetto della mia maturità e anche della mia consapevolezza di un percorso, perché l'opera che noi stiamo facendo a Librino, a prescindere dal suo valore estetico-artistico,  ha il suo valore universale nel percorso con cui si è arrivati a realizzarlo. Quando l’arte riesce a mettere insieme oltre 30.000 persone e renderle protagoniste di un itinerario che ha come obiettivo la crescita sociale e civile ha vinto la sua scommessa”.

Più di cento ragazzi hanno seguito il workshop di Reza a Librino. Cosa vorrebbe dire loro a conclusione del progetto che li ha visti partecipi in prima persona?
Vorrei dire loro che il progetto non si chiude ma si evolve. Ognuno di loro avrà la possibilità di sedimentare e maturare quanto appreso nel corso dell’anno. Sono sicuro che in ognuno dei loro cuori è stato seminato un piccolo seme che crescerà, germoglierà e li accompagnerà lungo la loro vita. Li ho visti emozionarsi, interessarsi a nuovi linguaggi, li ho visto pieni di passione e di curiosità. Questo è importante ed emozionante anche per noi adulti che abbiamo offerto loro la possibilità di avere la speranza di un futuro migliore. Un futuro reso solido dalla conoscenza, dalla cultura, dalla formazione professionale e umana.  Sarebbe bello creare un giorno una scuola che regali anche alle nuove generazioni lo stesso sogno che hanno vissuto oggi i ragazzi di Librino”.
 

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