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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Narcotraffico tra Sicilia e Calabria, base operativa a San Giovanni Galermo: 21 arrestati

L'organizzazione acquistava la cocaina direttamente dagli esponenti della cosca calabrese "Fischiante", 'ndrina presente nel territorio di San Luca

L'operazione “Capricornus” interviene su uno dei canali di approvvigionamento all'ingrosso di sostanze stupefacenti nella città etnea: a circa una settimana di distanza dall'arresto dei gestori delle “piazze di spaccio” di via Capo Passero, la squadra mobile di Catania ottiene un altro importante risultato. “La nostra azione si concentra su tutti i fronti interessati dal fenomeno del traffico di stupefacenti – ha commentato in conferenza stampa il capo della mobile Antonio Salvago – In questo caso siamo intervenuti individuando dei canali del narcotraffico che avevano assunto i tratti di una vera e propria joint venture criminale che univa soggetti operanti nel territorio catanese, palermitano e soprattutto esponenti delle 'ndrine calabresi”.

I nomi dei 21 arrestati

Operazione Capricornus, gli arrestati

Le indagini

L'attività investigativa è stata effettuata nell'arco temporale ottobre 2015 - giugno 2016, dalla quale è emersa l’esistenza di due distinti gruppi dediti all'attività di traffico di stupefacenti: nello specifico tutto ruotava attorno alle figura del pregiudicato Carmelo Scilio. In particolare, le indagini tecniche ed i sistemi di video-sorveglianza installati nei pressi dell’abitazione di Carmelo Scilio, nel rione di San Giovanni Galermo in via Capricorno (dalla quale prende il nome l'operazione), hanno consentito di accertare che il gruppo organizzato avesse come base logistica l’abitazione di Scilio. Altre telecamere installate invece nei pressi dell’abitazione di Salvatore Anastasi, nel rione di Monte Po, hanno registrato il coinvolgimento di questi e del figlio Massimiliano Anastasi, in un articolato traffico di cocaina, in parte alimentato dagli stessi fornitori della compagine facente capo a Carmelo Scilio. Uno dei sequestri di stupefacente più significativi effettuati nel corso delle attività di indagine è stato quello condotto il 31 maggio 2016: in quella occasione gli agenti della polizia stradale del distaccamento di Catenanuova, su indicazione della squadra mobile di Catania, hanno arrestato Alfredo Fischetti (del 1970), il quale all’interno del veicolo sul quale viaggiava trasportava un chilogrammo di cocaina.

Il video degli arresti

La rete di approvvigionamento

La struttura organizzata dallo Scilio, al quale è contestato il ruolo di promotore e organizzatore, costituiva una vera e propria associazione caratterizzata da un’attività stabile e continuativa con fornitori e acquirenti abituali. Carmelo Scilio agiva grazie alla collaborazione di Davide Marchese, Antonio Mangano e Gaetano Coppola, i quali si occupavano materialmente di prelevare la sostanza stupefacente dall'abitazione di Carmelo Scilio e distribuirla al dettaglio ai vari acquirenti del gruppo. L'organizzazione faceva affidamento sulle forniture di cocaina garantite per il trasporto e recapito da due soggetti di Vibo Valentia, Vincenzo Lo Gatto e Domenico Prestia, per conto di altri fornitori calabresi non ancora identificati durante le attività di indagine. Per la marijuana, Carmelo Scilio faceva stabile riferimento all’area palermitana, prendendo contatti con i fornitori di Partinico, Salvatore Minore e Salvatore De Simone. Dalle intercettazioni è emerso che Carmelo Scilio vendeva ingenti quantità di marijuana a Mario Narduzzi e Alessandro Tomaselli, talvolta acquistata su commissione dai fornitori del palermitano. Il trasporto dello stupefacente era organizzato da Gaetano Coppola e Davide Marchese avvalendosi di un corriere che da Partinico, giungeva a Catania direttamente a casa di Carmelo Scilio.

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I rapporti con i calabresi

Le indagini svolte nei confronti di Salvatore Anastasi, del figlio Massimiliano, di Gaetano Mirabella e di suo figlio Giovanni Mirabella, hanno fatto emergere che il rifornimento di cocaina era garantito dai fratelli calabresi Domenico e Francesco Mammoliti, dell’omonima cosca intesa “Fischiante”, presente nel territorio di San Luca in provincia di Reggio Calabria. Il gruppo criminale calabrese negli anni ha consolidato la propria influenza a partire dalla stagione dei sequestri di persona passando per gli appalti pubblici fino al traffico di droga.

Le consegne venivano affidate, dai fratelli Mammoliti, ai corrieri Domenico Pellegrino, Vincenzo Scarfone e Giuseppe Cardaciotto, anch'essi calabresi. “Andiamo dal vecchio”, commentavano tra loro i corrieri quando stavano per effettuare tappa presso l'abitazione di Salvatore Anastasi per consegnare la droga. Le indagini tecniche, insieme alle attivià investigative di tipo tradizionale hanno fatto emergere i punti di collegamento tra il gruppo che faceva capo a Carmelo Scilio e gli Anastasi, i quali di fatto risultano essere i referenti dei fratelli Mammoliti, la cui presenza presso l’abitazione degli Anastasi è stata riscontrata in distinte circostanze. Gli arrestati sono stati associati presso la Casa circondariale di Catania - Bicocca e piazza Lanza, Roma, Locri, e Vibo Valentia. Alla fase esecutiva ha partecipato personale delle squadre mobili di Roma, Palermo, Reggio Calabria, Vibo Valentia e Trapani.

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