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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Omicidio dei coniugi Solano, il 21 gennaio prima udienza del processo d'appello

L'autore dell'assassinio era un ivoriano ospite del Cara di Mineo che è stato condannato all'ergastolo

Si terrà il prossimo 21 gennaio la prima udienza del processo d'appello per il duplice omicidio dei coniugi Solano, avvenuto nell'agosto del 2015 a Palagonia. Le vittime, Vincenzo Solano di 68 anni e Mercedes Ibanez di 70, erano stato uccise dalla furia del diciottenne ivoriano Mamadou Kamara che era allora ospite del Cara di Mineo.

La coppia, dopo una vita trascorsa da emigrati in Germania, era tornata nella terra d'origine di Vincenzo Solano per trascorrere una vecchiaia serena. Sulla loro strada, però, è apparso Kamara - che aveva già precedenti penali - il quale ha fatto irruzione nella loro piccola villetta, uccidendo il marito e violentando e scaraventando dal balcone la donna. La violenza, brutale, soltanto per una rapina finita male. L'ivoriano venne poi fermato all'ingresso del Cara con gli indumenti sporchi di sangue e le forze dell'ordine lo arrestarono.

Kamara è stato condannato, in primo grado, all'ergastolo. A distanza di 4 anni dalla tragedia il legale dell'uomo ha fatto appello e a fine gennaio inizierà il processo. A Catania si presenterà la figlia dei coniugi uccisi, Rosa Solano, assistita dall'avvocato Francesco Manduca che ha preannunciato un presidio dinanzi il tribunale. Saranno presenti anche la presidente dell'associazione Unavi, Unione Nazionale Vittime, e i genitori dell’avvocato ucciso in tribunale cinque anni fa a Milano, Lorenzo Claris Appiani.

Alla notizia dell'appello da parte di Kamara la signora Solano, parlando con Catania Today, aveva detto: “C’è rabbia. Non mi sento più una cittadina italiana perché non sono tutelata. Le vittime in questo Paese non sono tutelate ma vengono tutelati solo i carnefici. L’uomo che ha ucciso i miei genitori è stato accolto in Italia, ha fatto quello che ha fatto e ha usufruito del gratuito patrocinio. A me, che è accaduta questa tragedia, non è concesso nulla. Ci siamo sobbarcati le spese legali, le spese per il sostegno psicologico, le spese per gli spostamenti a Catania perché io vivo a Milano e spesso i voli sono carissimi e non li possiamo programmare in anticipo”.

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