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Cronaca

Operazione "Araba Fenice", altri tre arresti grazie ai collaboratori di giustizia

L’ultima tranche dell’operazione, eseguita il 4 maggio 2017 dai carabinieri, ha visto come destinatari di misure cautelari 15 persone ritenute appartenenti al “Gruppo di Belpasso”, articolazione della “famiglia” Santapaola - Ercolano

L’ultima tranche dell’operazione, eseguita il 4 maggio 2017 dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale su disposizione della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, ha visto come destinatari di misure cautelari 15 persone ritenute appartenenti al “Gruppo di Belpasso”, quale articolazione territoriale della “famiglia” di cosa nostra catanese Santapaola - Ercolano, capeggiata da Carmelo Aldo Navarria, un tempo uomo di fiducia a disposizione di Giuseppe Pulvirenti detto “u Malpassotu”, braccio armato di “Nitto” Santapaola.

Agli indagati furono contestati, a vario titolo, i reati di associazione di tipo mafioso, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, rapina, sequestro di persona, danneggiamento seguito da incendio, riciclaggio e favoreggiamento personale, con l’aggravante del metodo mafioso. Grazie a quegli arresti alcuni sodali sono divenuti collaboratori di giustizia fornendo agli inquirenti nuovi elementi che, opportunamente approfonditi, hanno consentito all’Autorità Giudiziaria di emettere ordini di custodia cautelare per tre soggetti appartenenti al gruppo criminale: Gaetano Doria ( classe '69), Stefano Prezzavento (classe '85), già condannati per l’omicidio dell’imprenditore agrumicolo Fortunato Capponnetto, avvenuto l’8 aprile 2015 e Rosario La Rosa (classe '78), già condannato insieme agli altri due per l’estorsione alla “Lavica Marmi” Srl di Belpasso, due rapine aggravate, commesse il 14 gennaio 2015 e il 3 febbraio 2015 in danno di due autotrasportatori, nonché un danneggiamento seguito da incendio, per finalità estorsive, avvenuto l’11 agosto 2015, di due escavatori di una ditta specializzata nel movimento terra operante nella zona.

Gli ordini di custodia cautelare, emessi dal Gip del Tribunale etneo su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, sono stati eseguiti dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale nel carcere di Siracusa dov’è recluso Doria, nel carcere di Catania Bicocca dov’è recluso Prezzavento, mentre La Rosa è stato trasferito dai domiciliari al carcere di Catania Bicocca.

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