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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Pedofilia nella setta di Capuana: la moglie di Rotella e i turni delle ragazzine

Sono inquietanti i profili che vengono fuori dalla lettura dell'inchiesta che ha portato all'arresto di Pietro Capuana e dei vertici della Comunità di Lavina. Un sistema di pedofilia, ma anche strani rapporti e parentele con noti volti dello scenario politico locale

Molto è stato ormai scritto all'indomani dell'arresto di Pietro Capuana e degli "apostoli" che gestivano la comunità della Chiesa di Lavina, ad Aci Bonaccorsi. Una storia torbida e perversa in cui si mescolano quelli che sembrano, in molti altri casi, gli elementi caratteristici di una vera e propria setta pseudo-religiosa. Sia quelli psicologici di manipolazione, sottomissione e reverenza nei confronti di una figura ritenuta carismatica e della cerchia di persone ad esso più vicine, che quelli di gestione del potere, sia economici - attraverso la costruzione di un'impresa di prodotti alimentari ben strutturata e con ottimi fatturati - che, ovviamente, politici.

A prescindere dal coinvolgimento giudiziario nell'indagine sulle violenze sessuali nei confronti delle ragazzine minorenni - plagiate e convinte a donarsi carnalmente all' "arcangelo" Capuana - a risaltare sono infatti i nomi degli indagati e le loro parentele dirette. Oltre al "santone" che, com'è ormai noto, è padre dell'ex assessore provinciale Daniele Capuana, l'altro volto noto è Rosaria Giuffrida, moglie dell'ex assessore regionale Mpa Mimmo Rotella, anch'egli indagato per favoreggiamento, per aver rivelato l'esistenza dell'indagine a uno degli interessati. La donna, insieme a Fabiola Raciti e a Katia Concetta Scarpignato, secondo le accuse, farebbe parte del cerchio magico deputato al convincimento e alla cooptazione delle bambine di cui Capuana avrebbe abusato, più volte, attraverso dei turni organizzati. A conferma di queste ipotesi, durante una perquisizione nell'abitazione della Giuffrida, sono stati trovati un quaderno su cui erano appuntati tutti i "turni" oggetto di indagine, all'interno del quale, tra gli altri, figuravano tutti i nominativi delle minori indicate dalle persone offese che hanno collaborato con la polizia postale. 

In particolar modo, secondo la ricostruzione della Procura, le donne inducevano le ragazzine, tutte minorenni di età compresa tra gli 11 e i 14 anni, attraverso una sorta di progressivo plagio psicologico a soddisfare le pulsioni sessuali dell'uomo che si definiva "pervaso dallo Spirito Santo” e veniva descritto proprio dalle sue collaboratrici come soggetto speciale, particolarmente vicino ai Dio e dotato di elevatissima spiritualità. Con la conseguenza che i rapporti sessuali conlo stesso intrattenuti avrebbero dovuto essere asseritamente considerati manifestazioni di "Amore dall'Alto”. Oltre a questo, in alcuni casi, le giovanissime avrebbero dovuto svolgere anche lavori domestici nell'abitazione di Capuana. Ma sono altri e ben peggiori i particolari che emergono nella gestione dei "turni". 

Come il tenore dei messaggi analizzati dalle autorità di polizia, scambiati tra le minorenni e i vertici della comunità. Una sequenza quasi interminabile di dichiarazioni d'amore da parte delle bambine nei confronti dell'anziano e, nel caso di quelli con le donne, di raccomandazioni e indicazioni per preparasi in modo "adeguato" agli incontri. Non mancano i casi di tentennamento da parte di alcune vittime, che nonostante lo stato di pressione psicologica, riuscivano ad intravedere qualcosa di sbagliato nelle condotte degli "apostoli" o, comunque, non volevano sottoporsi alle violenze. Una di queste, proprio per questo motivo, era stata allontanata dai festeggiamenti di San Valentino, in cui come in altri casi, venivano consumati i rapporti con Capuana. "Non ci sei...per il tuo comportamento - scrive la Giuffrida alla minore - ma non vedi...tante cose non vanno...lui non è tranquillo con te....tu lo sai...io, Katia e Fabiola ...San Valentino è una festa un poco più particolare, non è tipo Pasqua, Natale. Sono tutte le persone più vicine a lui...siccome tu non sei in sintonia con lui...e il discorso che ti abbiamo fatto praticamente domenica noi...te lo ricordi che domenica ti abbiamo fatto questo discorso?". 

Proprio per l'esistenza di questo "sistema", la procura ha chiesto anche che venga riconosciuto il reato di associazione a delinquere. Tra le altre personalità politiche che vengono citate, anche se non formalmente indagate, c'è anche l'assessore di Motta Sant'Anastasia Candida Fassiolo, intercettata in una conversazione con Fabiola Raciti dove esprimeva preoccupazione per l'esistenza dell'indagine. Come ha dichiarato sulla propria pagina Facebook, il sindaco di Motta Anastasio Carrà, da qualche ora ha accettato le dimissioni della Fassiolo dal ruolo di assessore

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