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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Reddito di cittadinanza, primo giorno: niente caos a Catania

Sovraffollamento in alcuni uffici postali delle zone periferiche della città, anche perché non tutti i Caf sono a regime

La prima giornata dedicata alla presentazione della richiesta del reddito di cittadinanza sembra essere trascorsa senza particolari problemi. Qualche caso di sovraffollamento si è registrato in alcuni uffici postali delle zone periferiche della città, anche perché molti Caf - soprattutto quelli legati alla politica - stanno aspettando ancora le circolari attuative.

 “Noi siamo ancora fermi – riferisce il responsabile di un centro che si trova nel quartiere di San Leone – riceviamo telefonate ma stiamo rimandando tutto a fine mese, quando saremo operativi. La gente ci chiede della scadenza del 31 marzo, ma noi spieghiamo che la data si riferisce alla prima finestra ed è quindi legata alla decorrenza del reddito di cittadinanza qualora fosse accettato. Le domande potranno essere fatte a partire dal giorno 6 di ogni mese”.

Come presentare la domanda

Altre organizzazioni invece sono a pieno regime, come spiega un funzionario del “Caf 50 & Più” di via Mandrà, centro che fa parte del sistema di Confcommercio: “Oggi abbiamo presentato circa 50 domande e non abbiamo avuto alcun problema visto che la procedura di inserimento dei dati nel portale è molto semplice – ha commentato - in tutto si impiegano circa 5 minuti. I dati poi verranno passati al vaglio dall'Inps che procederà ai controlli incrociati. Se la domanda viene accolta chi si trova nella condizione prevista dalla legge deve, entro 30 giorni, recarsi presso il centro dell'impiego a fare la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro”.

“Le persone che si sono presentate erano sufficientemente informate sui requisiti, anche perché hanno cominciato a documentarsi con largo anticipo. Non prevedevamo code e caos poiché – ha continuato – a differenza del Rei (reddito d'inclusione), il sistema è cambiato e prevede tutta una serie di contrappesi che disincentiva la richiesta del reddito di cittadinanza, soprattutto per chi lavora in nero o non ha i requisiti. In pratica se prima chi lavorava in nero poteva fare richiesta del Rei e quindi continuare illecitamente a percepire il sostegno, adesso molti non richiedono il reddito di cittadinanza perché attestando il falso potrebbero incorrere in pene severissime che prevedono la reclusione fino a 6 anni. Altra cosa importante è che bisogna diffidare dai centri che chiedono un contributo in denaro per la presentazione della domanda - ha concluso - questo tipo di servizio è gratuito poichè lo Stato riconosce ai centri circa 12 euro per ogni richiesta presentata”.

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