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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca San Michele di Ganzaria

San Michele di Ganzaria, il Vescovo sul presunto "inchino al boss": sospese le processioni

Il vescovo di Caltagirone, monsignor Calogero Peri, ha deciso di sospendere temporaneamente tutte le processioni, nel piccolo e antico centro del Calatino: "Dopo quanto avvenuto è necessario fermarsi"

A seguito dei fatti accaduti a San Michele di Ganzaria, in occasione della processione del Cristo morto, il vescovo di Caltagirone, mons. Calogero Peri, ha deciso di sospendere temporaneamente tutte le processioni, nel piccolo e antico centro del Calatino. "Dopo quanto avvenuto è necessario fermarsi - afferma mons. Peri - La magistratura farà chiarezza sull’intera vicenda. È evidente, però, che sotto il profilo pastorale sia necessario riflettere su quanto è successo e impegnarsi con le azioni dovute ed appropriate, in particolare per non ferire ulteriormente la devozione autentica e l’accoglienza delle quali la comunità sammichelese ha sempre dato prova. La deviazione della processione, quasi con una sollevazione popolare; le aperte critiche contro il parroco che sarebbe stato colpevole di non avere rispettato la tradizione; le voci che ne sono seguite… attendono adesso la loro chiarificazione per essere, pastoralmente, riorientate al fine di evitare il ripetersi di simili accadimenti ed evitare degenerazioni e abusi".

In prossimità della Settimana santa il parroco della comunità, aveva richiamato i fedeli ad una sentita e genuina partecipazione di fede e ad una pietà popolare nutrita dai valori della liturgia. Per ovviare alle criticità degli anni precedenti, il parroco, il Consiglio pastorale e il Comitato, sentita anche la comunità, avevano deciso di ridurre il percorso della processione, tagliando tutti quei tratti che presentavo delle difficoltà (come ad esempio la salita al Carmelo e le altre strade eliminate rispetto al percorso tradizionale, tratti partecipati da pochi; la strada statale che non si può occupare per tempi prolungati), nel tentativo di favorire una partecipazione attiva e consapevole in un clima di silenzio e di preghiera.

Tale decisione, com’è obbligo e prassi, è stata comunicata ai Carabinieri, al sindaco e all’Amministrazione comunale che ne hanno preso atto e l’hanno attuata. Nel momento in cui i portatori hanno deviato dal percorso stabilito il sindaco (che si è tolta la fascia) e il parroco non hanno più seguito la processione, dissociandosi da quanto stava accadendo e affermando che quei percorsi non erano autorizzati.

"La pietà popolare è una straordinaria risorsa per l’inculturazione del Vangelo - aggiunge mons. Peri - e rappresenta un significativo contributo popolare alla riflessione teologica e pastorale. Tuttavia deve essere illuminata dal Vangelo ed incanalata nella Tradizione della Chiesa. Nelle feste è chiaro che la processione rappresenti un momento forte per la pietà popolare e di grande visibilità. La processione è, però, espressione di un sentimento di fede se nasce dalla liturgia e se si nutre dei suoi valori. In altro modo è una manifestazione di folclore che seppur antropologicamente giustificabile, rischia di non condurre a Cristo".

Sui passaggi “incriminati” faranno adesso luce le autorità competenti. "In questo momento - conclude mons. Peri -, per ovvie ragioni, ritengo di non dover dire nulla sulla questione del presunto “inchino” od “omaggio”. Ho pieno rispetto e fiducia nel lavoro dei Carabinieri e della Procura. È però mio dovere, come pastore di questa porzione del Popolo di Dio che mi è stata affidata, qualora se ne ravvisasse il pericolo, difendere la fede e la tradizione popolare da tutto ciò che è antievangelico".

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