Sant'Agata saluta i suoi fedeli "composti" e ritorna a casa
Tra sacro e profano si è conclusa la festa più sentita per i catanesi. Volti stanchi e tesi che, per tutta la notte e fino a tarda mattinata, hanno accompagnato il fercolo. A parte qualche malore, nessun incidente
Sant'Agata ritorna a casa. In ritardo ma lasciando i devoti contenti e soddisfatti. Alle ore 11.15 è entrata in una Cattedrale affollata già da qualche ora. Dopo la benedizione, il busto reliquiario verrà riposto nel sacello. Una lunga festa, durata tre giorni, all'insegna della devozione, come ci tiene a sottolinearlo il maestro del fercolo Claudio Baturi: "Abbiamo dimostrato che la devozione supera ogni confine. I devoti sono stati rispettosi. E' l'inizio di una grande storia di legalità e sicurezza".
Ma, per chi è abituato o per chi è stato spettatore per la prima volta, la festa di Sant'Agata è un mix di emozioni, tradizioni religiose, attrazioni turistiche e contraddizioni. A limite tra sacro e profano. Tre lunghi giorni durante i quali tutta Catania si riversa per strada. Abbiamo scelto alcune immagini ( ph Salvo Puccio) per segnare le "tappe" principali di questo viaggio.
Le "Cannalore" - Passo barcollante e molleggiato. Fanno pochi metri e poi si fermano. Ripartono dopo un po'. Avanzano di poche decine di metri e si rifermano ancora. Perchè lo sforzo di chi porta in spalla la "cannalora" è sovraumano. La più pesante - un enorme cero decorato di 1.400 chili - è portato da dodici persone. VIDEO
La Santa, sulla sua "Vara" (il fercolo). Avanza fra migliaia di persone. Al passaggio della "Santa" la Vara è riempita di doni, ceri, fiori. Ci si accalca per baciare la Vara, per avere la benedizione. Devoti instancabili che si aggrappano a due cordoni di oltre 100 metri. Su tutto il grido unanime della devozione "Cittadini, cittadini, semu tutti devoti tutti?". LA FESTA
La festa ha inizio con i "bummi" o i fuochi da “sira o tri”. Quest'anno, però, caratterizzati da una novità dovuta ai tagli alle spese. "diminuzione del 50% dei costi, i fuochi si svolgeranno in tutti i siti storici in cui si sono sempre svolti, anche se in forma ridotta, perché ci teniamo a conservare quella che è una forte tradizione non soltanto catanese ma meridionale. L'unica eccezione, dovuta a ragioni di sicurezza e a una precisa richiesta della Questura, riguarda piazza Cavour dove punteremo anche a rafforzare i controlli antibusivismo". E così è stato. In merito ai fuochi d'artificio - aveva dichiarato il sindaco Stancanelli in conferenza - possiamo garantire che nonostante la
GIRO ESTERNO - Alle 5 del mattino è rientrata. Uscito alle prime ore del mattino, il fercolo ha attraversato via Dusmet per poi arrivare in piazza dei Martiri dove la patrona ha incontrato i ragazzi diversamente abili. A seguire, il giro in via Umberto per poi raggiungere piazza Stesicoro dove si è tenuto il messaggio dell'Arcivescovo alla città. Poi la Salita dei Cappuccini e la lunga notte in via Plebiscito con i fuochi di piazza Palestro.
Tra le novità più discusse di questa edizione, le LE "NTUPPATEDDE"
GIRO INTERNO
Quello che ha colpito, solo inizialmente - visto il tardo rientro della Santa in Cattedrale - è stata la marcia spedita dei devoti, scandita da orari ben precisi: alle 11.30 a piazza dei martiri, alle 14 a piazza Iolanda, alle 15.30 in piazza Carlo Alberto. Il rientro è avvenuto tardi. Dopo il suggestivo canto delle suore di clausura - alle ore.10.20 - il fercolo è rientrato in tarda mattinata, complici il bel tempo e un tombino saltato lungo la salita di Sangiuliano che ha fatto ritardare la processione di oltre 50 minuti.
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