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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Scoppia il "caso Bacco": ombre sul futuro per il capannone negato

Una denuncia pubblica dell'imprenditore Claudio Luca ha acceso i riflettori sulla vicenda dell'azienda brontese che ha spostato, anni fa, la produzione a Cesarò ma che rischia di essere "sfrattata"

Un'azienda che rappresenta l'eccellenza catanese, nel territorio di Cesarò, rischia di dover licenziare i suoi dipendenti a fronte di un volume d'affari in crescita. Sembra un controsenso ma non lo è. Non lo è in una Sicilia abituata, ormai, a raccontare tutto e il contrario di tutto.

Così Claudio Luca, l'imprenditore titolare di Bacco, ha denunciato pubblicamente sulle colonne de La Sicilia la vicenda. L'azienda, di Bronte e produttrice di tutte le tipicità al pistacchio, anni fa si è spostata nella zona industriale di Cesarò, in provincia di Messina, ove vi erano dei capannoni inutilizzati.

Dopo aver utilizzato un primo capannone, alla luce del giro d'affari in crescita, Luca aveva chiesto e ottenuto dal Comune la possibilità di poter utilizzare anche il secondo. Possibilità accolta ma che, nonostante le richieste dell'imprenditore di avere una concessione pluriennale per poter pianificare investimenti e futuro, non era stata formalizzata per più anni ma soltanto con delle rassicurazioni.

Adesso, stante la denuncia del patron di Bacco, il Comune avrebbe chiesto all'azienda di liberare entro il 31 dicembre il capannone poiché lo si deve riassegnare tramite una procedura ad evidenza pubblica. Una notizia che ha gettato ombre sul futuro di un'azienda sana e in crescita che si troverebbe a fare i conti con una grana non da poco e che potrebbe portare conseguenze sul futuro degli attuali 52 dipendenti.

A seguito del polverone sollevatosi sono intervenuti i sindaci dei comuni di Bronte e Cesarò ma anche la Regione tramite l'assessore alle Attività Produttive Mimmo Turano che ha promesso di approfondire la vicenda.

E proprio mentre esplode il caso Bacco, scendono ancora in piazza in tante città e paesi siciliani, ragazze e ragazzi che hanno aderito al progetto "Si Resti Arrininesci". Diverse le fiaccolate nei comuni siciliani per lanciare un grido di speranza da parte dei giovani.

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