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Cronaca

Sospesa la pensione di invalidità a Salvatore Crisafulli

Dal 2003 immobile a letto a causa di un incidente stradale che lo ha reso praticamente un vegetale. Il fratello Pietro, grida allo scandalo

Era già accaduto nel 2009 e nel 2010 e la famiglia aveva gridato allo scandalo. Nuovamente, Salvatore Crisafulli - 46 anni, dal 2003 immobile a letto a causa di un incidente stradale che lo ha reso praticamente un vegetale - ha ricevuto due lettere che comunicavano la sospensione della pensione di invalidità per Salvatore e anche quella di anzianità per la madre Angela Catania.

Quando la pensione era stata tolta in passato, il direttore dell’Inps succursale di Catania, Domenico Busciglio, si era scusato pubblicamente: “E’ stato un errore del sistema informatico. Quella di Salvatore Crisafulli era una di quelle pensioni che non andavano revisionate”. 

Ora la famiglia, per voce del fratello Pietro, grida di nuovo allo scandalo contro l’istituto di previdenza di Catania.

"Se due anni fa trovavo clamoroso che l'istituto di prevideza chiedesse a Salvatore, inchiodato in un letto da nove anni, una visita medica di controllo, pena la revoca della pensione di invalidità - spiega Pietro Crisafulli - oggi è pazzesco che lo stesso istituto di previdenza sia passato ai fatti, ed infatti hanno sospeso l suo sostentamento per omissione di dichiarazione dei redditi nei tempi previsti dalla legge. E' lo stesso hanno fatto, con le stesse modalità, anche per sua madre, che è anche mia madre, azzerando entrambe le pensioni. La mia domanda, aggiunge Pietro Crisafulli, ora è: ma quale reddito puo’ mai produrre mio frattello Salvatore che è immobile a letto? Almeno per una persona come lui paralizzata esiste la possibilità di mantenere sempre la stessa pensione, senza dover giustificare i propri redditi che, di fatto, non esistono? Siamo sconcertati. Delusi. Le provano tutte, non sanno come togliere la pensione ai veri disabili. Ora che dobbiamo fare per aiutare mio fratello? Non abbiamo piu’ niente, nemmeno quel minimo che ci garantiva lo stato per andare avanti. Gli attacchi continui ed ingiusti da parte dell'Inps non hanno tregua. Mi chiedo con quale coraggio hanno potuto fare questo ad un povero cristo che vive in un baratro? Vi chiediamo per favore lasciateci in pace nel nostro immenso dolore. Quando Salvatore ci comunicherà di porre fine alle sue sofferenze sarete sicuramente  i primi ad essere avvisati".
 
Con precisione, nella lettera che l’istituto di previdenza ha invitato alla famiglia Crisafulli - precisamente alla madre-, è stato scritto: "Gentile Signora, La informiamo che siamo costretti dalla legge vigente (art. 13 comma 6 lettera C della legge 122/10) a sospendere la prestazione collegata al suo reddito, per non averci comunicato il suo reddito per l'anno 2009. La avvisiamo che decorso il termine di 60 giorni senza nessuna comunicazione da parte vostra si procederà per legge alla revoca definitiva della prestazione collegata al suo reddito. In questo caso, le prestazioni collegate al suo reddito per le quali risultano rilevanti i redditi oggetto dell'omessa dichiarazione, saranno recuperati perchè considerate non più spettanti". 
 
“Stavolta non accettiamo che l’Inps possa ancora giustificarsi sostenendo che si tratti di nuovo di un errore tecnico oppure informatico – conclude Pietro Crisafulli - siamo indignati e offesi e non vogliamo che questi casi possano ripetersi, per noi, ma anche per altre famiglie che vivono situazioni difficili come la nostra”.
 
La famiglia Crisafulli, infatti, annuncia anche che per questo caso si sono affidati all’avvocato Gisella Scollo del foro di Catania.

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