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Cronaca

Tecnis, scatta sequestro da 94 milioni di euro: ai domiciliari anche Mimmo Costanzo

'Mimmo' Costanzo, 58 anni, per la Procura anche lui amministratore di fatto del gruppo Tecnis, sarebbe con Concetto Bosco "la mente organizzativa del progetto criminale realizzato attraverso la distrazione di flussi monetari convogliati verso società dagli stessi dirette"

"Le criminose condotte predatorie poste in essere dal management della Tecnis" hanno "spogliato la società di quasi 100 milioni di euro nel corso di un quadriennio, dal 2011 al 2014, aggravandone il dissesto e rendendola insolvente". E' la ricostruzione della Procura di Catania della presunta bancarotta che ha portato agli arresti domiciliari tre imprenditori, Mimmo Costanzo, i fratelli Concetto e Orazio Bosco, e un loro presunto prestanome, Gaspare Di Paola.

Al centro dell'inchiesta Arcot le indagini di militari del nucleo di Polizia economica finanziaria della Guardia di finanza di Catania che si sono avvalse anche di intercettazioni.

"Lo schema fraudolento congegnato e perseguito dai soggetti arrestati", secondo la Procura, si è caratterizzato per "la concessione da parte di Tecnis di consistenti e vorticosi finanziamenti infragruppo 'non onerosi' diretti alle consorziate". Le imprese beneficiarie, a loro volta, "anche con movimentazioni bancari realizzate nella stessa giornata, hanno veicolato le liquidità in questione a favore di società estranee al gruppo di riferimento, ma sempre dirette, anche con la presenza di prestanome, da Concetto Bosco e Mimmo Costanzo".

Gli imprenditori Mimmo Costanzo e Concetto Bosco, in passato erano stati posti agli arresti domiciliari, dal 22 ottobre 2015 al 22 marzo del 2016, per corruzione e turbativa nell'ambito di due inchieste della Procura di Roma, 'Dama nera' e 'Dama nera 2', su presunte tangenti all'Anas. La Tecnis è stata in amministrazione giudiziaria dal febbraio 2016 al marzo 2017 perché sequestrata nell'ambito di un'inchiesta antimafia della Dda etnea su indagini dei carabinieri del Ros.

Per la Procura "il profitto criminale originatosi dalla bancarotta fraudolenta veniva destinato, tra l'altro, alla realizzazione di strutture sportive e ricettive nel settore del turismo golfistico, la cui costruzione, in larga parte, veniva anche affidata alla stessa 'depredata'".

Secondo l'accusa, "la compagine criminale, dunque, finanziata da mezzi tratti dalla società poi finita in amministrazione straordinaria, non remunerata per il malcelato finanziamento, realizzava distinti compendi societari senza dover ricorrere all'investimento di proprie risorse".

Gli altri due indagati agli arresti domiciliari sono Orazio Bosco, fratello di Concetto, e Gaspare Di Paola, ritenuto un prestanome degli imprenditori. Concetto Bosco, 57 anni, è indagato nella qualità di amministratore di fatto del gruppo imprenditoriale Tecnis e amministratore unico di una consortile dello stesso gruppo, la TerniRieti Scarl, utilizzata, secondo l'accusa, per "drenare risorse finanziarie dalla Tecnis".

'Mimmo' Costanzo, 58 anni, per la Procura anche lui amministratore di fatto del gruppo Tecnis, sarebbe con Concetto Bosco "la mente organizzativa del progetto criminale realizzato attraverso la distrazione di flussi monetari convogliati verso società dagli stessi dirette".

Orazio Bosco, 56 anni, fratello di Concetto, è accusato di essere stato amministratore di società, come la 'Ing. Pavesi & C. Spa' e 'Iniziative turistiche srl', che sarebbero state "tutte beneficiarie ingiustificate di flussi finanziari provenienti da Tecnis. Gaspare Di Paola, 69 anni, è indicato dalla Procura come "consapevolmente prestanome a disposizione di Bosco e Costanzo" e amministratore unico della TerniRieti scarl e dell'Ing. Pavesi & C. Tecnis Spa, con sede legale a Tremestieri Etneo, è una delle realtà più significative nel panorama nazionale delle imprese di costruzioni generali, di ingegneria e general contracting, attiva nella realizzazione di grandi opere infrastrutturali, in Italia e all'estero.

All'avvio della procedura di amministrazione straordinaria, il Gruppo disponeva di un portafoglio commesse pari a 700 milioni di euro, aveva circa 600 dipendenti ed era gravato da un passivo accertato di quasi 180 milioni di euro, di cui 94 milioni per debiti erariali.

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