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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Belpasso: la Confcommercio contro il piano commerciale

A Belpasso è stato approvato il piano commerciale e la Confcommercio Catania è intervenuta proponendo una serie di osservazioni e, di fatto, disapprovando le scelte effettuate dall’Amministrazione

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di CataniaToday

Città e commercio, di fatto la stessa cosa. “Non c’è città, se non c’è commercio” è  quanto sostengono da sempre i vertici dell’associazione dei commercianti della provincia di Catania. In effetti, se proviamo a chiudere gli occhi e pensiamo ad una città senza negozi proveremmo un senso di smarrimento, ci sentiremmo come dei pesci fuor d’acqua ed in un habitat che non ci appartiene perché privo di luce e colori.

Le città crescono e vivono, quindi, anche attraverso la funzione commerciale. Ma la domanda che sorge è: come deve svilupparsi il commercio? A stabilire le regole sono, in primo luogo, i comuni che devono adottare il piano di urbanistica commerciale, strumento che delinea il tipo di città che vogliamo attraverso la funzione del commercio. Nelle scorse settimane il Consiglio Comunale di Belpasso ha approvato il piano commerciale e, puntualmente, la Confcommercio Catania, ancora una volta, è intervenuta proponendo una serie di osservazioni e, di fatto, disapprovando le scelte effettuate dall’Amministrazione.

Il piano approvato dal Consiglio Comunale belpassese su proposta dell’Amministrazione – afferma Alfio Motta, presidente della Confcommercio Belpasso – penalizza lo sviluppo dell’area urbana consolidata,  disconoscendo le prerogative della funzione commerciale per la vitalizzazione del centro storico. Abbiamo proposto una serie di modifiche e chiesto che siano sospesi gli effetti della relativa delibera di approvazione del piano”.

Le questioni da trattare nell’ambito del piano commerciale sono molteplici: bilanciare il rapporto tra esercizi di vicinato e grandi strutture di vendita,  sviluppare la funzione commerciale nel centro storico, verificare le questioni della viabilità e dei parcheggi. Nel caso del Comune di Belpasso le critiche della Confcommercio sono riferite al fatto che è stata inibita l’apertura delle medie strutture di vendita nel centro storico (esercizi da 150 a 1000 mq.), mentre è prevista una ulteriore espansione commerciale nelle zone periferiche  con la possibilità di destinare le aree in zona urbanistica D all’apertura di altri centri commerciali e grandi strutture di vendita in genere.

Il piano – commenta Francesco Sorbello, esperto di urbanistica commerciale in seno alla Confcommercio - disconosce il fatto che attraverso le medie strutture di vendita si può generare un recupero del patrimonio edilizio, spesso in stato di abbandono. La funzione commerciale di questo tipo risulta essenziale per la lotta al degrado urbano ed inoltre costituisce una locomotiva commerciale che riesce ad incentivare il piccolo commercio urbano. Occorre ridare vigore commerciale al centro storico, prima che si assista alla sua desertificazione, in contrapposizione ad una espansione selvaggia di grande distribuzione nelle aree periferiche. Difendere la città è una questione di storia e civiltà. Il piano approvato, invece, limita anche la crescita degli esercizi esistenti. Se un commerciante volesse ampliare la propria attività oltre i 150 metri di superficie non potrà farlo, così come non potrà nascere una libreria di 200 mq od un negozio di antiquariato di 400 mq. Non ha più senso prevedere l’apertura di altri centri commerciali. Siamo di fronte a scelte inspiegabili se consideriamo il commercio quale elemento di valorizzazione del centro storico”. 

Dalla Confcommercio emerge la volontà di contribuire attivamente alla stesura di un piano consono alle peculiarità del territorio.

Abbiamo proposto all’Amministrazione – afferma Orazio Valenti, funzionario Confcommercio Belpasso – di costituire un tavolo tecnico con tutte le forze sociali comunali perché possano dare un contributo di idee. Crediamo che il piano commerciale debba essere un esempio di pianificazione partecipata. Metteremo a disposizione della collettività le nostre esperienze e competenze”.

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