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Non si studia più su libri immacolati: boom di libri usati

Tempo di scuola, tempo di libri e di file interminabili davanti alle librerie. Ma non è tutto, la novità principale è che si registra un boom delle vendite dei libri usati, con chi vende, da un lato, e chi compra dall'altro

Tempo di scuola, tempo di libri e di file interminabili davanti alle librerie. Ma non è tutto, la novità principale è che si registra un boom delle vendite dei libri usati, con chi vende, da un lato, e chi compra dall’altro. E di questi tempi, tra tagli all’istruzione, crisi più o meno dichiarata, studenti che lamentano il fatto che per studiare oggi sia necessario un mutuo - un po' come avviene negli USA - trattare l'argomento diventa necessario.

Il Signor Gianfranco Leonardi, uno dei due titolari della Cartolibreria di via Renato Imbriani, ci spiega come funziona il meccanismo. “Da noi vengono direttamente i ragazzi, dato che tra loro si sparge la voce. Sono soprattutto studenti di  scuola media e superiore, ci lasciano le liste di quello che vogliono vendere o comprare e noi tramite sms poi li contattiamo, in base alla richieste che abbiamo”. Il titolare della cartolibreria specifica che viene effettuato un controllo sui libri che ricevono, che non devono essere eccessivamente “evidenziati, scarabocchiati” e sull’anno di edizione. “Sono in tantissimi i  ragazzi che vengono qui, le richieste sono partite già a luglio e da ferragosto fino a qualche settimana fa, c’era la media di 220 persone al giorno. Inoltre, quelli che non sono riusciti a venderli a scuola, sono venuti da noi. C’è da dire che è stata possibile questa situazione perché una libreria da poco ha chiuso e quindi i loro clienti si sono spostati da noi”.

E se i libri più cari risultano essere quelli di Letteratura Italiana o Matematica, la mamma di uno studente del Liceo Scientifico, la signora Maria Pagano,dichiara che è diventato ormai conveniente il mercato del libro usato. “I ragazzi tra di loro si conoscono, si passano la voce e si vendono i libri. Devo dire che spesso so no in ottime condizioni, ecco perché ho deciso di comprare un libro di Storia dell’arte a 17 euro invece che 34, anche perché ormai i ragazzi i libri li usano poco e diventa uno spreco comprarli nuovi”.

Dal lato di chi vende, Dario Arcidiacono, studente al primo anno di Ingegneria, diplomatosi la scorsa estate, chiarisce che ha sempre comprato i libri nuovi, ma venduti sempre dopo di seconda mano. “Sono venuto a controllare quanti libri da me consegnati hanno venduto, faccio così, perché se anche ci vado sotto di qualcosa, non perdo tempo e so che ci pensano loro a trovare chi è interessato”.

Parlando di Università, la questione si fa più accesa. A.M. studentessa al terzo anno di Economia critica fortemente il sistema: “E’ un problema sempre più serio per le famiglie mantenerci agli studi. Io, ad esempio, ho dei fratelli più piccoli che frequentano le scuole superiori, in famiglia c’è solo lo stipendio di mio padre e, quindi, io mi arrangio come posso, ma una cosa è certa, i libri non li compro nuovi, non posso comprarli”.

Dall’altro lato però c’è chi contesta parzialmente questa visione. Anna Cavallotto, presidente provinciale ALI e titolare delle note librerie catanesi, critica la scelta di alcune famiglie o anche di giovani studenti su cosa risparmiare. “I libri sono la nostra conoscenza ma spesso è proprio l’approccio col libro che viene falsato. Si considera quasi un prodotto inutile su cui risparmiare, dimenticando che il libro è cultura”.  Aggiunge, inoltre, che anche loro come libreria hanno iniziato a vendere il libro usato, ottenendo grandi risultati. In merito alla crisi dell’editoria, il presidente provinciale ALI sostiene che le piccole librerie non riescono più a sostenere la concorrenza coi grandi centri commerciali e sono, quindi, costrette a chiudere.

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