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Unict contro Bocconi: tasse molto più alte ma lavoro sicuro dopo un mese

In occasione dell'evento organizzato dalla Bocconi a Catania per presentare i suoi corsi universitari, abbiamo messo a confronto le due Università per capire quali sono le leve che spingono gli studenti a scegliere

Investimento, è questa la parola che viene ripetuta dai ragazzi e soprattutto dai genitori quando parlano dell’università Bocconi di Milano.

A Catania, la settimana scorsa si è tenuto un evento di orientamento e “reclutamento” rivolto ai ragazzi dell’ultimo anno delle scuole superiori locali. Un appuntamento che si ripete ormai da 10 anni e che ha coinvolto oltre 500 studenti del territorio catanese.

Dalla Bocconi mi aspetto una formazione quanto più completa possibile e un’apertura al mondo del lavoro in grado di darmi una spinta in più rispetto all’università locale. A giugno, ho anche fatto uno stage di una settimana alla Bocconi di Milano – ha affermato Giorgia Padua, 18 anni del liceo Classico di Giarre – la Bocconi rispetto l’università di Catania è un nome riconosciuto a livello internazionale e mi darà sicuramente più possibilità di lavoro. Inoltre, alcuni ex studenti della Bocconi e i docenti stessi, mi hanno detto che sono le aziende che cercano personale tra i neolaureati dell’Università, un fenomeno che qui da noi non esiste. Lasciare la mia città non sarà semplice ma non voglio che i sentimenti precludano il mio futuro”.

Eppure, la formazione dell’università di Catania non sembra essere messa così male, secondo il “Sole 24ore” l’Unict risulta al 31° posto fra i 58 atenei pubblici presi in considerazione, mentre nella classifica dei mega-atenei, quelli con oltre 60.000 iscritti, Catania si trova in ottava posizione.

Credo che dal punto di vista della formazione, l’Università di Catania abbia poco da invidiare al resto degli atenei d’Italia – dichiara Giovanni Pappalardo che studia Giurisprudenza a Catania -  non si può certo dire che non escano studenti ben formati e questo mi permetto di dirlo anche sulla base di numerosi miei colleghi ed amici che dopo aver conseguito la laurea triennale, hanno deciso di continuare la loro carriera universitaria a Torino, Roma o Milano, riuscendo a completare gli studi entro la durata naturale del loro corso di laurea. Questo sicuramente non sarebbe stato possibile se alla base non avessero avuto una adeguata preparazione. Se inoltre prendiamo le ultime classifiche stilate dai più autorevoli quotidiani vediamo che il nostro ateneo, pur non occupando ancora e purtroppo posizioni di vertice ha comunque fatto qualche passo in avanti scalando gradini della classifica, sintomo che un miglioramento negli ultimi anni è stato fatto”.

Perché, allora, tanto entusiasmo per la Bocconi? A dare una risposta, “tra le righe”, è un compagno di Giorgia, Marco Pagano 19 anni: “Dalla Bocconi sicuramente avrò delle opportunità di lavoro che qui in Sicilia non posso avere. L’università di Catania, a detta di tutti, è dispersiva, disorganizzata e non segue i ragazzi durante e dopo i loro percorso accademico. I Costi alla Bocconi sono alti ma sono un investimento sicuro per il futuro”.

All’evento di orientamento universitario Bocconi anche dei genitori, tra loro Carmelo Beniamino, papà di Rachele, 18 anni del Liceo Cutelli di Catania: “Mia figlia è innamorata dell’arte e della moda, e una branca dell’università Bocconi gli darà la possibilità di laurearsi in economia, abbinata alle sue passioni e al marketing. Un percorso di studi che non abbiamo trovato in altre facoltà, soprattutto a Catania. Dalla Bocconi mi aspetto una preparazione migliore e un posto di lavoro più veloce. Mi piange il cuore che Rachele andrà a Milano ma, realizzarsi professionalmente qui in Sicilia è difficile. Le spese sono alte, tra tasse, vitto e alloggio ho considerato che in totale mi costerà intorno ai 20mila euro l’anno”.

La Bocconi per le famiglie è una spesa non da poco, ma, sembra, un sicuro investimento per il futuro di molti giovani. In un periodo di crisi come questo i tempi di attesa per entrare nel mondo del lavoro che la Bocconi ci prospetta sono notevolmente ridotti rispetto a qualsiasi altra università. “I laureati Bocconiani rimangono disoccupati solo due mesi dopo aver conseguito la laurea triennale e poco meno di un mese dopo la specialistica” ha dichiarato Stefania Testa coordinatore dell’area orientamento universitario Bocconi.

Addirittura, secondo la responsabile scesa in Sicilia per presentare i corsi Bocconi,  il 60%  dei ragazzi di questo ultimo segmento di studi ha spesso un contratto di lavoro ancora prima di laurearsi. Dati rassicuranti se si considerano le tasse universitarie della Bocconi che suddivise in quattro fasce  vanno dai 4 mila euro ai 10 mila euro l’anno, escludendo, ovviamente, le spese di vitto e alloggio dello studente.

La verità che nessuno vuole ammettere la rivela Giovanni Pappalardo, lo studente universitario di Catania: “Credo che la forza della Bocconi stia proprio nel mercato del lavoro, è cioè in quello di assicurare ai ragazzi la quasi certezza dell’occupazione, altrimenti non si spiegherebbe perché si dovrebbero pagare rette universitarie stratosferiche per poi ritrovarsi a fare i disoccupati”


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