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Università e numero chiuso, novità sui test d'ingresso ai corsi di laurea

Per l'anno accademico 2011/2012 tutti i corsi di laurea sono a numero programmato. Dal 29 agosto al 9 settembre 2011, test d'ingresso a Catania presso Le Ciminiere, la Cittadella, a Siracusa e a Ragusa

Secondo quanto previsto dalla normativa nazionale, per l’anno accademico 2011/2012 nell’Ateneo di Catania, tutti i corsi di laurea di primo livello e i corsi di laurea magistrale a ciclo unico, saranno a numero programmato. Le informazioni relative ai corsi attivati, alle prove di accesso, alle scadenze e ad ogni altra procedura sono state riportate in una bozza del “Bando unico d’Ateneo”, presentato al Senato Accademico lo scorso 30 maggio, ma ancora in fase di definizione.

Sulla base dell’offerta formativa, deliberata dalle facoltà e approvata dagli organi collegiali, a Catania si svolgeranno sedici prove, distribuite dal 29 agosto al 9 settembre 2011: dieci prove avranno luogo presso il Centro fieristico Le Ciminiere, dal 29 agosto al 2 settembre; quattro prove presso i locali della Cittadella universitaria dal  5 al 9 settembre. La prova di Architettura si svolgerà a Siracusa e quella di Lingue e Letterature straniere a Ragusa. L’importo della tassa di partecipazione a ciascuna prova è di 40 euro.

Alcuni test d'ingresso riguardano l’ammissione ad un solo corso di studio, altri a più corsi. Non è prevista alcuna limitazione al numero di prove alle quali si può partecipare: lo studente deve però obbligatoriamente indicare la priorità fra i corsi ai quali intende iscriversi. Una novità di quest’anno è che per l’ammissione ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia e Odontoiatria e protesi dentaria, è prevista una prova unica. La domanda di ammissione alle prove deve essere compilata esclusivamente on line a partire dall'1 luglio e non oltre le ore 16:30 del 2 agosto, collegandosi al sito www.unict.it, sul quale saranno fornite nel dettaglio tutte le informazioni utili.

“ L’introduzione del numero chiuso- spiega il professore Giuseppe Cozzo, delegato del Rettore alla Didattica - ha il merito di aver fatto registrare la riduzione degli abbandoni all’11% degli studenti immatricolati rispetto alle assai più alte percentuali, fino al 21,3%, degli anni precedenti. Il numero degli studenti immatricolati al primo anno di corsi di studi che non pagavano la seconda rata delle tasse, è passato da due a uno su dieci". "Nell’interesse dei giovani, che devono essere sempre meglio orientati in ordine alla scelta del percorso da intraprendere dopo aver conseguito il diploma di maturità - continua Cozzo- ritengo necessario un nostro maggiore impegno per ridurre ulteriormente, fino ad eliminarlo del tutto, il fenomeno degli “abbandoni” durante il primo anno. Un impegno che si estende anche nei confronti di quegli studenti (sono circa il 20% degli immatricolati) che rinnovano l’iscrizione all’anno successivo – o si iscrivono nuovamente da ripetenti al primo anno per non avere acquisito i prescritti crediti formativi - pur essendo in condizione di forte deficit sugli esami del primo anno”.

Il numero chiuso è stato introdotto nell'Ateneo catanese da due anni e, tra gli studenti, c'è un po' di malumore perchè vedono  limitate le loro possibilità di accesso al mondo universitario. Sull’argomento, abbiamo raccolto l’opinione di uno studente, Giovanni Pappalardo, rappresentante al Senato Accademico:  “Il numero chiuso è diventato necessario per rispettare una serie di parametri imposti a livello nazionale, come quello di mantenere una proporzione fra numero dei docenti e numero degli studenti. Per fare questo, però, a nostro parere, sarebbe necessario operare una maggiore razionalizzazione, spostando docenti nei corsi in cui c’è più richiesta di iscrizione e limitando le risorse in quelli in cui la richiesta è inferiore. È ovvio che il numero programmato non è visto di buon occhio dagli studenti perché limita le loro possibilità di accesso all’istruzione universitaria: se però è condivisa da molti la sua opportunità per le lauree triennali, assai meno condivisibile è per le lauree magistrali, visto che si dovrebbe garantire a chi inizia un percorso accademico, la sicurezza di poterlo concludere”.
 

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