Mostra Paolo Medici: 'Frottage: trama e ordito della pelle'
'Paolo Medici Frottage trama e ordito della pelle' vernissage 4 marzo ore 18,00. Dialogheranno con l'artista: Marilina Giaquinta e Aurelia Nicolosi Galleria Kòart: unconventional place via San Michele 28, Catania «La pelle è un sottile foglio di tessuto che avvolge il corpo. Fisiologicamente essa è un organo piuttosto semplice; dal punto di vista sociale e psicologico, invece, è un organo altamente complesso. La pelle è un confine tra il mondo esterno e quello interno, tra l'ambiente e il proprio sé». Così il sociologo francese David Le Breton sintetizza icasticamente il concetto di 'pelle', che è fondamentale per la nostra esistenza: una 'membrana' che funge da 'protezione' e da 'filtro' contro ogni agente esterno nocivo, una 'corazza' che ci permette di affrontare le insidie del tempo, una 'forma' che dà consistenza e compattezza alla materia organica. Il nostro sembiante dipende da lei, la relazione con ciò che ci circonda dipende da lei.
La pelle è donna, è sensualità, delicatezza, forza e passione, è sinfonia dei sensi che si aprono alla vita. Paolo Medici lo sa bene, ne intuisce la solennità e il mistero, e, utilizzando la tecnica del frottage, movimenta la superficie pittorica donandole il respiro. Osservando le sue opere si ha la sensazione di contemplare l'eterno ritratto dell'umanità, dell'anima nuda, spoglia da compromessi e corruzione; una bellezza eterea, morbida, delicata che sublima e annulla gli istinti carnali. Con bravura e abilità l'artista non teme il confronto con la tradizione pittorica del passato e omaggia i suoi grandi maestri, Corrado Cagli e Giorgio De Chirico, elaborando un linguaggio universale e raffinato, che coglie i punti salienti di un percorso legato alla sperimentazione e innovazione. Tele, carte, pastelli, sono elementi di un mosaico che si ricompone armoniosamente nel lavoro finito: un inno alla bellezza e a quel canone classico di equilibrio e proporzione, da cui è difficile prescindere e a cui la società anela incessantemente, per superare gli orrori del presente.