'La grande onda'
Diretto e interpretato da Francesco RussoProduzione: teatro Istrione. “Chi è comunista non può essere cattolico e chi è cattolico non può essere comunista” è una storia vecchia più del sale, quando la politica è un obbligo e non una vocazione, quando chi cresce con un “ti amo” sulle labbra, senza riuscire a farlo volare, quando l’invidia del popolo alimenta congetture e pettegolezzi, quando le prostitute del paese vorrebbero avere qualcosa in più di ciò che il paese, testosteronicamente offre, quell’uno in più che non può e non vuole donarsi al piacere, perché ha donato il cuore e l’anima a Gesù Cristo e a Nostro Signore, quando il marcio silenzio delle azioni, perverse e nascoste, d’un padre, nei confronti della figlia, prende quel poco d’aria tra i sussurri d’una confessione, tanto da impestare le pareti della chiesa, quando il sangue di sorelle divise dalle dicerie parla alle carni più forte d’ogni pettegolezzo, superando confini e barriere, epilogando nel perdono più grande, così la storia di un piccolo paese “Monte Rannusa” prende vita dalla penna di Stefano Francesco Russo, che vestendo i panni di un pescatore, Saladdino Salvatore, indottrinato dal padre, con detti proverbiali e un tocco di paterna saggezza, sull’arte della pesca e l’osservazione delle stelle, una mattina, dopo la sua consueta mezz’ora di sonnolenta preghiera, assistito dai saggi rimproveri del parroco, scopre, il manifestarsi di segni premonitori di una grande catastrofe: uno tzunami e sta per arrivare presso le spiagge del paese, Saladdino cerca d’avvertire i compaesani di Monte Rannusa. Come andrà a finire, il pubblico risponde volta per volta positivamente con fragorosi applausi a “La Grande onda” scritta, diretta e interpretata da Stefano Francesco Russo.