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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Dissesto, in Consiglio si 'spara' su Bianco: in pochi difendono il 'fortino'

Un boomerang. Questa l'immagine che viene in mente dopo aver partecipato all'affollata, e scomposta, seduta straordinaria del Consiglio comunale di ieri. Mentre la giunta affonda i colpi contro la vecchia amministrazione, i consiglieri di centro-sinistra accusano i colpi tra nervosismo e mutismo

Un boomerang. Questa l'immagine che viene in mente dopo aver partecipato all'affollata, e scomposta, seduta straordinaria del Consiglio comunale di ieri. Certamente l'ex assessore all'Urbanistica Salvo Di Salvo non poteva prevedere i tempi - è lui l'uomo-simbolo della serata che, forse provando a fare uno sgambetto all'amministrazione dalle file dell'opposizione, ha richiesto l'adunanza per 'inchiodare' la giunta sul tema del dissesto - ma l'ipotesi di un esito negativo da parte dei giudici contabili al ricorso del professore Cariola non era per nulla peregrina, anzi. Una mossa, quella della Corte dei Conti, che ha permesso alla giunta di giocare la carta dell'ineluttabilità, della 'scelta obbligata', come l'ha definita in aula il sindaco Salvo Pogliese. 

E negli occhi di Di Salvo, o forse sarebbe meglio dire nell'espressione, l'insoddisfazione era palpabile. Non fosse altro per il fatto che, in assenza di Enzo Bianco - impegnato, stando alle sue parole, in un "importante incontro con il ministro dell'Ambiente" - il consigliere sembrava l'ultimo generale giapponese pronto a difendere il fortino, dopo la caduta di Hiroshima e Nagasaki. Accanto a lui un silenzioso Lanfranco Zappalà, un iracondo Bottino - che ha più volte interrotto con scene di nervosismo poco istituzionale il discorso dell'assessore al Bilancio Bonaccorsi - e i due giovani 'sammartiniani', Francesca Ricotta e Gelsomino. Impalbabili, politicamente parlando. Barba lunga, sguardo basso, Di Salvo era lì pronto a parare i colpi di una Caporetto annunciata. 

Il commento del consigliere Di Salvo: "Le cose ormai sono cambiate" | VIDEO 

E, secondo un copione già scritto, dopo le accuse e le cifre tirate in ballo nel suo monologo-Facebook dall'ex primo cittadino, la risposta di Pogliese e Bonaccorsi non si è fatta attendere. Già anticipata dalla nostra redazione con l'intervista a Raffaele Stancanelli, la linea della giunta è stata improntata sulla lettura completa dei dati citati da Bianco. In sostanza, e per i pochi avvezzi alle complesse minuzie dei bilanci e dei conti pubblici, Bonaccorsi ha ribaltato semanticamente la famosa 'primavera di Catania', sostenendo che dal 1993 al 1999 - anno in cui Bianco ha preferito ricoprire il ruolo di ministro dell'Interno dopo la sua rielezione - l'ex sindaco avesse "speso più di quanto ci si poteva permettere per feste, nani e ballerine", facendo ricadere i costi "sulle generazioni future". Riguardo il piano di riequilibrio firmato da lui al tempo della sindacatura di Stancanelli, inoltre, Bonaccorsi ha spiegato che "Bianco ha letto solo parzialmente i dati, visto che la cifra di cui lui parla, 8 milioni, è da leggere unitamente agli altri e nel lungo periodo, cioè in 10 anni".

La risposta di Pogliese alle accuse di Enzo Bianco | VIDEO 

Il Movimento Cinque Stelle, almeno durante la prima parte dei lavori, ha scelto la strada della protesta silenziosa, esponendo soltanto alcuni cartelli - poi prontamente rimossi - con su scritto '#bastaimpuniti'. Molto più vistosi i ragazzi di Potere al Popolo e di altre sigle della sinistra radicale - compresa CataniaBeneComune di Matteo Iannitti - che, una volta arrivati in aula dopo aver protestato all'esterno, hanno provato ad esporre uno striscione ma sono stati nervosamente respinti dalla polizia municipale. Una reazione forse eccessiva, vista la compostezza ed il silenzio del gesto. Solo dopo l'interruzione imposta dal presidente del Consiglio Giuseppe Castiglione i manifestanti hanno inziato ad urlare "vergogna" e ad esporre alcuni cartelli con su scritto "nisciti i soddi". Ma, forse, l'interruzione di 15 minuti è servita all'aula più che altro per placare gli animi del consigliere Bottino che, durante l'intervento di Bonaccorsi, ha urlato dagli scranni dell'opposizione, alzandosi e protestando vistosamente. Scena poco edificante, poi risolta a tarallucci e vino durante la pausa. 

Si scaldano gli animi in consiglio: le urla del consigliere Bottino | VIDEO 

La protesta in aula, arrivano i manifestanti della sinistra radicale | VIDEO 

I lavori sono infatti ripresi in un clima diverso. Dopo aver militarizzato la tribuna stampa - in cui è stato impossibile sedersi vista la presenza di molti cittadini - i giornalisti sono stati invitati caldamente a spostarsi dal tavolo che normalmente dovrebbe servire loro per lavorare, e la polizia municipale ha 'cinturato' gli accessi. La seduta è poi proseguita fino alle 23.15, dando spazio agli interventi di tutti. Anche se, purtroppo, l'impressione è stata quella di un mancato momento di reale confronto, sia tra le parti politiche istituzionali che tra i lavoratori delle partecipate e i manifestanti che, legittimamente, dopo essere stati identificati all'ingresso, avevano deciso di partecipare. 

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