Epifani candidato in Liberi e Uguali, la partita sul nome femminile e i malumori
Inizia decisamente male l'avventura elettorale di Liberi e Uguali. Dopo l'imposizione da parte del vertice romano di Guglielmo Epifani come capolista alla Camera nel collegio di Catania la base è in subbuglio
Inizia decisamente male l'avventura elettorale di Liberi e Uguali. Dopo l'imposizione da parte del vertice romano dell'ex segretario della Cgil e del Partito democratico Guglielmo Epifani come capolista alla Camera nel collegio di Catania la base è in subbuglio e, tra i militanti, tramonta la speranza del partito unico e ci si rassegna all'ennesimo cartello elettorale. La base sembrerebbe infatti non capire quali siano i collegamenti tra il sindacalista romano ed il territorio etneo. Ma, a prescindere dal malcontento, una scelta del genere, a Catania, appare suicida per la lista guidata dal presidente del Senato Piero Grasso, visto che avrà quasi sicuramente ricadute anche sui collegi uninominali. Non si ha infatti notizia di un possibile effetto trainante di Epifani sugli altri candidati né, men che meno, di quale possa essere il suo elettorato a livello etneo.
Il nome della donna in lista
Il suo nome - ne sono certi gli interni - indebolirà la coalizione in vista dei due prossimi appuntamenti elettorali: quello per le comunali, indirettamente, e quello per le nazionali in modo frontale. Il vero nodo da risolvere, infatti, è quello sul nome femminile che accompagnerà la decisione di Roma nell'appuntamento primaverile, previsto in base alla legge sulla parità di genere nelle liste, anche se tutti i riflettori sono puntati su Valentina Borzì. In base alla rosa di nomi recentemente presentata dall'assemblea provinciale di LeU, e visto il peso specifico delle altre signore in gara, sembrerebbe essere proprio lei - la battagliera rappresentante Cgil dell'ex call-center Qè di Paternò - la seconda in lista accanto ad Epifani. Nonostante l'esperienza politica e professionale della professoressa Marisa Barcellona, di Ambra Monterosso e di Matilde Riccioli, sembrerebbe ormai certa la quadra intorno al nome di Borzì.
Gli altri candidati e gli addii
Per quanto riguarda tutti gli altri è ormai certo l'abbandono dell'ex sindaco di Aci Castello Paolo Castorina che non si ripresenterà e non si capisce, a questo punto, se il livello nazionale abbia avuto dettagli sufficienti per valutare le esperienze curriculari degli altri due "big" della lista: da una parte Niccolò Notarbartolo, forte a livello cittadino, e di Danilo Festa, solido in provincia e reduce da un ottimo risultato a livello regionale durante l'ultima corsa per l'Ars. Proprio da Festa e dal coordinamento regionale di Possibile, questa mattina, arriva infatti la "netta disapprovazione avverso l'orientamento, del tavolo nazionale, per le candidature da presentare in Sicilia".
Il documento del coordinamento regionale di Possibile
"La logica centralista di salvaguardare pochi nominati a discapito della necessità di mettere in campo - scrive il coordinamento in un documento - in maniera motivata e motivante, un patrimonio umano che già fin dalle elezioni regionali è presente nei territori e ne costituisce l'ossatura dirigente, pensavamo appartenesse solo ai partiti tradizionali e non al Partito “Liberi e Uguali” che insieme stiamo cercando di costruire in maniera democratica e egalitaria". "Nessuno, nè nei territori nè centralmente, può assumersi tali responsabilità, posponendo all'interesse generale - continuano dalla formazione civatiana - l’interesse particolare di alcuni, ciò non è giustificabile ed ancor meno, potrà essere capito e accettato dalla nostra gente. Noi crediamo che ci siano ancora le condizioni per recuperare criteri di un maggiore equilibrio fra candidature nazionali e candidature territoriali, fra rappresentanza delle componenti e la non occupazione di tutti i collegi plurinominali". "Se così non dovesse essere - concludono amaramente - diverse e distinte saranno le responsabilità con cui sarà necessario affrontare la molteplicità di problemi che questa scelta ci consegnerà.
La presa di posizione del coordinamento regionale di Mdp-Articolo1
Ma, a prescindere dalle singole sigle, i maldipancia sono ormai generali. Un moto di rivolta che monta direttamente dal coordinamento regionale di Liberi e Uguali che, riunitosi ad Enna, ha prodotto un documento dai toni inequivocabili. "Nel ribadire il pieno e totale sostegno alla proposta di Liberi e Uguali Con Grasso Presidente come unico progetto in grado di ridare slancio, spazio e voce ai temi del lavoro, dei diritti, della legalità il Coordinamento Regionale di Art1. Mdp LeU della Sicilia, riunito a Enna Martedi 23 gennaio 2018, ritiene, altresì, di formalizzare il radicale dissenso sui criteri e sui metodi utilizzati dalla commissione elettorale nazionale per la definizione delle liste in Sicilia".
"Non ci si riconosce, infatti, in criteri e metodi che negano i principi fondanti di trasparenza e di rappresentatività di LeU - continua il documento - mortificano larga parte dei territori e deprimono le importanti energie positive presenti in tutte le provincie siciliane. In questi mesi, in tutto il territorio siciliano, pur tra oggettive difficoltà organizzative è stato prodotto uno straordinario lavoro di costruzione di un movimento, riavvicinando e rimotivando militanti e attivisti; di ricostruzione di una forte identità politica e valoriale: con le scelte assunte tutto questo rischia di essere devastato e umiliato".
"Di questo rischio il gruppo dirigente nazionale di LeU riteniamo non possa assumersi questa pesante responsabilità e da subito chiediamo spiegazioni alle strutture e ai responsabili nazionali di Art1 Mdp. Chiediamo - concludono - un autorevole intervento del Presidente Grasso e, data la gravità della situazione ,un urgentissimo incontro con il gruppo dirigente nazionale di MDP con il Coordinamento Regionale e i 9 coordinatori provinciali. In assenza del quale decisi ad assumere ulteriori ed immediate iniziative".