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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Fratelli d’Italia riunisce il centro-destra siciliano per il No: prove tecniche di alleanza

Dal Palmeto Arena di Ragalna Ignazio La Russa, fondatore insieme a Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia-An lancia l’invito a tutti gli esponenti del centro-destra siciliano per cominciare la prima lotta uniti in una campagna elettorale

Dal Palmeto Arena di Ragalna Ignazio La Russa, fondatore insieme a Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia-An lancia l’invito a tutti gli esponenti del centro-destra siciliano per cominciare la prima lotta uniti in una campagna elettorale. Si parte dal No al referendum costituzionale e per la prima volta siedono attorno ad un tavolo l’onorevole Nello Musumeci con il suo movimento “Diventerà Bellissima”, il deputato Angelo Attaguile segretario nazionale di “Noi con Salvini”, i rappresentanti di Forza Italia l’europarlamentare Salvo Pogliese coordinatore provinciale a Catania e l’onorevole Marco Falcone presidente del gruppo FI all’Ars. Accorre a Ragalna anche, l’ex sindaco di Catania An, Raffaele Stancanelli.

"Oggi, insieme, ci poniamo quali difensori della volontà popolare. La vicenda politica italiana si sta bloccando attorno al referendum costituzionale, anche se i bisogni in questo momento sono altri sarebbe sciocco non capire che la riforma costituzionale è in grado di costituire un crinale tra l’Italia che c'è e che potrebbe esserci. Votare sì significa imbrigliare lo Stato per i prossimi 50 anni in una pessima riforma che comporta un grosso deficit di democrazia", ha detto Ignazio La Russa commentando la riunione degli esponenti dei partiti del centro destra pronto a combattere unito la riforma costituzionale di Maria Elena Boschi. Introducono Sandro Pappalardo coordinatore regionale di FdI-An e Giuliana Salamone rappresentante al consiglio di Ragalna del movimento di Giorgia Meloni. Il dato della partecipazione democratica popolare muove tutti gli interlocutori del dibattito regalnese. Manlio Messina, coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia a Catania è il primo a parlare della riforma delle province come il simbolo dell’attività portata avanti dalla sinistra al governo per togliere al popolo facoltà decisionale "questa abolizione delle province tanto decantata per l’abbattimento dei costi che avrebbe portato – così come si sta facendo per la riforma costituzionale – a fronte di una riduzione minima delle spese lascia in piedi una macchina senza controllo".

A Ragalna è ancora l’onorevole Nello Musumeci a puntare sull’alleanza: "In questo contesto verifichiamo le ragioni dello stare insieme partendo dal no, abbiamo tutti il dovere di consolidare la riunione partendo da una affinità ideale e culturale – ha detto l’ispiratore di Diventerà Bellissima – in questo caso non siamo i soli a dire no: ci sono i partigiani, alcuni esponenti della sinistra e i grillini convinti che la politica si faccia dicendo sempre no. Noi, dal nostro canto, non andremo a premiare un governo cialtrone votando per il sì ad una finta riforma». Da deputato nazionale è il salviniano Angelo Attaguile a guardare ad un ulteriore aspetto tecnico della riforma costituzionale «Viene sostituito l’articolo 67 della Costituzione che ha riguardo per il vincolo del mandato politico che stabilisce la libertà nell’esercitare le proprie funzioni; se invece vogliamo ottenere una riforma che abbia dei risvolti concreti in termini di spese diminuiamo il numero dei deputati, questa è la mia proposta".

L’europarlamentare Salvo Pogliese ricorda ancora la parola chiave dell’incontro di Ragalna che è alleanza: "Alleanza di centro-destra pronta a costituirsi insieme contro il bombardamento mediatico imposto sulle reti televisive di stato da Renzi per caldeggiare il sì propinando messaggi errati. – ha affermato - La riforma Boschi è stata approvata con una maggioranza risicata, i padri costituzionali invece ci hanno insegnato che le riforme devono essere sottoposte al vaglio favorevole di un gran numero di deputati». Lo sostiene anche il compagno di partito l’onorevole Marco Falcone che aggiunge "Si tratta di una riforma involutiva che non crea semplificazioni e che aggraverà il contenzioso tra stato e regione".

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