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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Sidra, alta tensione in consiglio comunale

Nel corso della seduta ha tenuto banco la vicenda della partecipata. Grande Catania ha presentato una interrogazione al sindaco

La vicenda Sidra tiene banco in consiglio comunale. Non poteva essere diversamente. Dopo la scelta - un po' politica, un po' tecnica - delle dimissioni di due membri del cda, vicini al sindaco Pogliese, si è aperta una frattura tra lo stesso primo cittadino e il mondo autonomista dei lombardiani.

Frattura che - come avevamo già scritto - nasce dalla querelle Acoset, con la sostanziale sconfitta degli uomini di Pogliese in favore del duo Sammartino - Barbagallo che avrebbe goduto della sponda autonomista per far fuori gli uomini vicini al sindaco di Catania.

Ieri la conferenza stampa del presidente Sidra Antonio Vitale ha cercato di chiarire, tecnicamente, come si è operato in questi mesi e come si sono fronteggiate le emergenze idriche, dovute alle rotture di alcune pompe e distacchi energetici, e come sono maturate le cosiddette "bollette pazze".

Il fronte autonomista

Così il capogruppo di Grande Catania, Sebastiano Anastasi, ha anticipato in consiglio una interrogazione puntando il dito contro i "tifosi" che avrebbero spinto Pogliese a "decapitare" la Sidra: "Tutto è recuperabile e alcune volte chi porta a valutazioni errate sono i tifosi. Bisogna vedere di quale natura è il tifoso, se ad esempio ha dei livori personali con quell'allentatore per regolare i conti".

L'interrogazione degli autonomisti contiene sopratutto una lettura politica ed è un segnale forte: si riuscirà a sanare questa situazione o potrebbe esserci uno strappo tra la destra di Pogliese e il gruppo Lombardo?

"Grande Catania - si legge nell'interrogazione - ha sostenuto con lealtà e generosità la sua (riferito a Pogliese; ndr) candidatura a sindaco, svolgendo nella coalizione a suo supporto un ruolo devisivo e assicurando un contributo determinante".

Poi il documento ripercorre le criticità affrontate dal presidente Vitale aggiungendo che il sindaco sulle bollette a conguaglio era stato informato sul fatto che "i due componenti del cda avevano supportato e condiviso l'iniziativa di pricedere a selezione pubblica per assumere a tempo determinato e part time alcuni letturisti".

Così Grande Catania rivendica la "lettura di tutti i 110mila contatori in poco più di due mesi con un fatturato accertato di 13 milioni" e "l'assemblea dei soci ha approvato il bilancio 2018 con un utile di 1,8 milioni di euro, di cui 1,5 incarmerati dal socio - Comune come dividendo".

La proposta degli autonomisti, quindi, è quella di far rimanere Vitale in sella "sostituendo i consiglieri dimissionari con professionisti dotati di competenze adeguate al ramo".

Addirittura è intervenuto anche l'assessore regionale in quota autonomista Antonio Scavone che parla di "una vicenda kafkiana"  e aggiunge: “Si respira piuttosto un malcelato tentativo di trovare il pretesto per liberare la poltrona di vertice della Sidra. Il sindaco, sul quale confidiamo per misura e responsabilità, è ancora in grado di evitare che la Sidra possa diventare la camera di compensazione del fallimento incassato nell’Acoset.  Le aziende pubbliche non siano mai terreno di baratto o peggio di ritorsioni. Si tengano al riparo i professionisti di qualità che accettano di dare il loro contributo ed anzi si punti esclusivamente a loro per alzare qualità e management delle aziende pubbliche!”.

Il nome

Ad attaccare la maggioranza è Giuseppe Gelsomino di Catania 2.0 che fa una profezia: "Vi dico il nome del nuovo presidente della Sidra. Sarà Fabio Fatuzzo. Questo perché si cerca di rimpiazzare qualcuno che ha perso una partita". Fatuzzo, nome storico della destra catanese, è stato sino a pochi giorni fa direttore Acoset ed è "caduto" dopo le nuove nomine che hanno visto salire in sella gli uomini del Pd.

Sulla Sidra torna anche Manfredi Zammataro, di Diventerà Bellissima, che lamenta "le ingenti richieste di pagamento basate su conguagli che non si sa come siano stati ricostruiti e che hanno avuto un effetto devastante sul rapporto con il consumatore". Così Zammataro ha chiesto di nominare un nuovo cda in modo da procedere all'annullamento in autotutela delle "bollette pazze".

Orazio Grasso, di Grande Catania, concorda con Gelsomino e ha difeso il presidente Vitale dicendo di "aver avuto il coraggio di prendersi responsabilità ed esigere crediti, mentre i guasti sono stati causati da una mancata manutenzione nel corso del tempo".

Non è mancato l'attacco all'amministrazione di Salvo Di Salvo che ha dato una lettura politica della vicenda dicendo che "Vitale è stato dimesso dopo le nomine Acoset e il professore aveva requisiti e caratteristiche per ricoprire l'incarico di presidente e la sua azione era riconosciuta".

Poi i grillini con Lidia Adorno hanno attaccato il "baillame" delle nomine, delle poltrone e delle partecipate dicendo che si tratta della solita vecchia politica che non sceglie per meriti o competenze.

La difesa

A "tutelare" Pogliese ci ha pensato Luca Sangiorgio che ha evidenziato che "il rapporto fiduciario in politica è fondamentale".

"I colleghi (riferito ai Cinque Stelle; ndr) - aggiunge - quando governano ne fanno abuso salvo poi criticare: non mi pare che a livello nazionale o nelle città dove governano scelgano per competenze. Qui abbiamo due consiglieri del cda che non si rivedono più nelle scelte del presidente e hanno deciso di rimettere il mandato. Ci si siede e si fa un ragionamento e se ci sono le ragioni per stare insieme si potrà ancora stare insieme".

Poi a tenere banco è stata la vicenda della nuova corsia in viale Vittorio Veneto con l'amministrazione che ha difeso la propria scelta. La seduta si è sciolta non per mancanza del numero legale ma per la mancanza dei dirigenti della ragioneria. Infatti serviva il loro parere tecnico per andare avanti sul regolamento per il verde: il dirigente era in ferie e il "sostituto" fuori Catania, nonostante le chiamate degli uffici per raggiungerlo. Quindi i consiglieri c'erano, i dirigenti no.

Così - non senza polemiche - il presidente Castiglione ha rinviato la seduta per oggi alle 19.

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