rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Sport

Calcio Catania, risanamento mai iniziato: la ricostruzione degli ultimi anni

"Il Catania è una società appetibile" tuonava Pietro Lo Monaco nella sua ultima conferenza da ad del club di via Magenta. Parole che stridono con il quadro emerso dal documento della sezione fallimentare del Tribunale di Catania. Esce invece rinfrancata la posizione di Giuseppe Di Natale

Impietoso il quadro che emerge dal documento della sezione fallimentare del Tribunale di Catania. La sentenza del 28 maggio infatti da un lato respinge l'istanza di fallimento della Procura e decreta l'ammissibilità del percorso di concordato in bianco per il club di via Magenta, ma dall'altro certifica e conferma i pesanti passivi di bilancio accumulati nel tempo dal Calcio Catania. 

CataniaToday punta la lente di ingrandimento sui passaggi finali della relazione stilata dal Tribunale. Partendo da quello stato di insolvenza del Calcio Catania che per "tempi, modalità e dimensioni, non può non destare allarme, per di più ove si osservi che tale insolvenza è accompagnata da una non ben chiara strategia programmatica aziendale". Si tratta dello stesso quadro accusatorio tracciato dalla Procura nei giorni scorsi.

Passaggi che stridono con le uscite pubbliche di Pietro Lo Monaco, il quale in più occasioni aveva parlato invece di un risanamento del Calcio Catania. Ricordiamo le dichiarazioni rilasciate nell'ultima conferenza stampa, in data 26 novembre 2019, relativa alle sue dimissioni da ad del Calcio Catania, dove aveva parlato di una "società appetibile".  Altre dichiarazioni, senza andare troppo lontano nel tempo, quelle del 14 giugno 2019. "Il Catania è tornato" aveva tuonato Lo Monaco in quell'occasione. Tutti messaggi che indicavano la via di un risanamento in atto delle casse rossazzurre, salvo poi ritrattare le sue reiterate versioni nel mese di dicembre del 2019, quando le perdite del Catania diventano "debiti a livelli pazzeschi", cancellando così con un colpo di spugna quanto aveva fatto emergere dalle sue indicazioni rilasciate quando ricopriva la carica di ad del club rossazzurro. 

Il documento stilato dalla Procura e di cui il Tribunale ha preso atto parla in realtà di "almeno cinque anni con ingenti perdite in ogni esercizio sociale", soffermandosi in particolare sulla chiusura dell'esercizio in data 30 giugno 2019, dove delinea una "perdita del capitale sociale superiore ad un terzo". 

BILANCIO CATANIA: CHIUSURA ESERCIZIO 30 GIUGNO 2019

E non è finita qua. "Ulteriori perdite si registrano al 30 settembre 2019, per euro 1.667.107,19, che unite alle perdite registrate al 30 giugno, cifra di 7.335.885,10 milioni di euro, avevano comportato l'azzeramento del capitale sociale e un patrimonio netto negativo di circa 1.297.165,00 euro"

Si arriva, in conguenza di quanto ricostruito sopra, alla data del 30 11 2019 dove "emergeva una ulteriore perdita di euro 2.140.168,00, tale da erodere l'ulteriore riserva di 723.572,00 mila euro e portando al quadro di perdita ultra-azzerante di euro 1.172.402,00". Alla luce di tutto ciò "Con la delibera assembleare del 17 gennaio 2020, prendendo atto di un ulteriore perdita, la società aveva così deliberato l'azzermento del capitale sociale"

La posizione di Giuseppe Di Natale

Esce invece positivamente e rinfrancata la posizione dell'ex ad rossazzurro Giuseppe Di Natale. Sollevato dall'incarico di liquidatore di Finaria, il Calcio Catania descrive comunque in maniera positiva il suo operato durante il periodo trascorso all'interno della governance rossazzurra. In vari punti della relazione stilata dalla sezione fallimentare del Tribunale, nella parte riguardante le contestazioni sollevate dal Calcio Catania dopo l'istanza presentata dalla Procura, si legge: "Gli amministratori in carica al momento del deposito dell'istanza cautelare avevano assunto la carica di recente e non avevano partecipato ad alcuna delle presunte irregolarità segnalate dalla Procura della Repubblica". E ancora: "Di Natale (interessato anche dalle gravi irregolarità messe in luce dai commissari straordinari di Meridi) non aveva mai avuto alcun rapporto con la Meridi s.r.l., essendo stato nominato quando quest'ultima era già in procedura concorsuale".

L'operato di Giuseppe Di Natale viene descritto in maniera positiva nella difesa improntata dal Calcio Catania. E si evince soprattutto dal seguente passaggio: "laddove gli attuali amministratori, da poco nominati, avevano operato con grande oculatezza, ponendo in essere una gestione esclusivamente conservativa (ed anzi realizzando importanti risparmi di spesa)". Gestione conservativa, si legge "nell'attesa che prendesse corpo la possibilità della vendita della società a soggetto in grado anche di ricapitalizzarla e di salvare il titolo sportivo". Stando ad indiscrezioni circolate nel mese di marzo, si sarebbe incrinata la fiducia riposta dal Calcio Catania nei suoi confronti, tanto da mettere in dubbio la sua stessa posizione da Ad all'interno del club etneo. Ricordiamo che proprio in questo stesso periodo entrarono a far parte del Cda del Catania due nuove figure. Questi nuovi cambiamenti è possibile siano da mettere in relazione alla possibile chiusura della trattativa con il Comitato promotore in seguito ai contatti iniziati nel mese di gennaio in un noto studio commercialista di Roma? 

Domanda che si lega anche alle considerazioni finali fatte dal Tribunale che punta il dito sia contro lo stato di insolvenza, ma anche contro il continuo ricambio avvicendatosi nella governance del club etneo: "a fronte del repentino e reiterato mutamento delle persone chiamate a comporre l'organo gestorio" si legge in un passo chiave del documento.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Calcio Catania, risanamento mai iniziato: la ricostruzione degli ultimi anni

CataniaToday è in caricamento