L'arma è stata sequestrata e nei prossimi giorni sarà inviata al Ris di Messina per essere sottoposta a specifici esami tecnico-balistici, anche per accertarne l'eventuale utilizzo in occasione di reati commessi in passato
Il 53enne era stato condannato a scontare sei mesi di carcere per avere fatto valere le proprie ragioni con l'uso della forza. È stato identificato dai poliziotti di Adrano durante una colluttazione in cui è stato coinvolto un parente dell'uomo
Su disposizione del pm di turno è stato trattenuto presso le camere di sicurezza della questura, in attesa della celebrazione del giudizio direttissimo
"Sin dal primo giorno, infatti, il governo Musumeci ha dato un segnale netto non tollerando, in alcun modo, comportamenti morbidi nei confronti di chi fa un uso distorto della pubblica amministrazione. Soprattutto in sanità", così l'assessore alla Salute della Regione Siciliana, Ruggero Razza
Le indagini, svolte dalle unità specializzate del nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza etnea, hanno riguardato una procedura di gara pubblica che consta di 122 lotti ed è stata bandita dall' azienda sanitaria per la fornitura di materiale specialistico di cardiochirurgia, con un importo complessivo di circa 17 milioni di euro
Sul cadavere erano presenti diversi colpi di arma da taglio, in particolare sul collo e sulla schiena. I rapporti tra madre e figlio pare fossero tesi da tempo. Il delitto sarebbe maturato al culmine di un'ennesima lite domestica
Dall'attività di indagine avviata dalla Procura etnea è emersa l'indole estremamente violenta dell'uomo. Dopo le formalità di rito legate al nuovo arresto è stato trasferito nel carcere di piazza Lanza
Questo ennesimo episodio di micro-criminalità è avvenuto in via Dusmet alla fine di aprile. A distanza di mesi, gli agenti della questura sono riusciti ad identificare il colpevole
La segnalazione da parte di un cittadino ha permesso di evitare un probabile fatto di sangue: il soggetto posto ora in stato di fermo aveva con se una pistola con la quale era intenzionato a "vendicarsi" di un torto subito, forse correlato ad un incidente stradale
Dopo averlo denunciato, la donna ad un certo punto ha comunicato ai carabinieri di non voler più procedere nei suoi confronti, affermando che il suo “stringerle le mani al collo” era da intendersi come uno "scherzo" e non una violenza fisica. Pochi giorni dopo si è convinta a procedere nei suoi confronti, facendo scattare l'arresto
Due uomini ed una donna sono stati raggiunti da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere grazie alle indagini avviate dai carabinieri dopo i fatti. La rapina è avvenuta a Mascalucia lo scorso 28 aprile. A marzo avevano rapinato una farmacia di Viagrande
Solo dopo l’ultimo episodio di violenza la donna si sarebbe decisa a richiedere aiuto temendo per l’incolumità propria e del marito, anch’egli anziano ed incapace di contrastare fisicamente il figlio
Al momento dell'arresto, il 36enne fermato dai carabinieri si trovava alla guida della sua Mercedes con i propri familiari, che hanno dovuto assistere al suo maldestro tentativo di fuga
I militari, su disposizione dell’autorità giudiziaria, hanno sottoposto il 20enne all’obbligo di dimora nel comune di residenza all’esito della convalida dell’arresto
L'accusa contestata è omicidio pluriaggravato premeditato, in quanto già ieri la donna si sarebbe dotata di una zappa ed un badile per sotterrare il corpo della piccola in un terreno che entrambe conoscevano bene. "Un triste quadro familiare - come precisa la Procura etnea - costituito da due ex conviventi che, a prescindere dalla gestione apparentemente serena della figlia Elena, avevano allacciato nuovi legami e non apparivano rispettosi l’un l’altro”
In prima battuta, l'uomo arrestato avrebbe aggredito verbalmente la donna incinta. Poi, schiaffeggiandola e strattonandola per le braccia, l’avrebbe trascinata fino alla camera da letto e le si sarebbe avventato addosso premendole l’addome
Il 14 aprile del 2003 Gaetano Parisi fu ucciso a Biancavilla con numerosi colpi d'arma da fuoco, esplosi contro la sua auto dal 47enne Salvatore Fallica. Entrambi facevano parte del clan Toscano-Tomasello-Mazzaglia