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Giovedì, 25 Aprile 2024
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“Portiamo l’Europa nel territorio”

Offre informazioni ai cittadini e porta le loro istanze a livello comunitario, facendoli sentire parte viva e attiva dell’Ue. Ecco di cosa si occupa l’ufficio Europe Direct Nord-est Sicilia

Servono a connettere i territori con l’Ue, informando la cittadinanza circa le attività delle istituzioni comunitarie nonché le politiche europee. E fanno arrivare la voce dei cittadini fino a Bruxelles, portando l’Europa nelle realtà locali. Sono gli Europe Direct, i centri creati da Parlamento e Commissione Ue in tutti gli Stati membri. Per conoscere l’ufficio della Sicilia nord-orientale abbiamo parlato con Maria Molica Lazzaro.

Cos’è l’Europe Direct e quando è nato? Di cosa vi occupate? 

Gli Europe Direct sono centri informativi dell’Unione Europea. Sono 424 in tutta Europa, di cui 45 solo in Italia. Sebbene la storia della rete italiana sia più che ventennale, il centro Nord-est Sicilia è stato riconosciuto il 1 maggio 2021 e rientra nella nuova generazione dei centri ED per il periodo 2021-2025. Attraverso attività di comunicazione, informazione, assistenza e consulenza, aiutiamo Parlamento europeo e Commissione a “portare l’Europa nel territorio”, a far conoscere ai cittadini le caratteristiche dell’Ue e le sue opportunità. D’altro canto, lavoriamo affinché cresca il senso di appartenenza all’Unione, promuovendo il concetto di cittadinanza europea attiva fin dalle più giovani generazioni. Il nostro centro, costituito dal Comune di Capo d’Orlando, in partenariato con il Comune di Taormina, l’Università degli Studi di Messina e il Consiglio italiano del Movimento Europeo, opera nell’area nord-orientale della Sicilia cercando, oltre che di portare l’Europa nel territorio, di “portare il territorio in Europa”.

Qual è secondo voi la percezione che hanno i cittadini del vostro territorio dell’Ue? 

Per rispondere a questa domanda, che noi stessi ci siamo posti, abbiamo condotto un’indagine sul territorio che ci permettesse di valutare la conoscenza e la percezione in loco dei centri ED e del loro ruolo all’interno della rete informativa comunitaria e, da qui, anche la più generale percezione nei confronti dell’Ue. Come ci aspettavamo, i centri ED sono poco noti a livello locale, ma esiste un certo interesse nei confronti di ciò che possono fare e rappresentare per il territorio in quanto “link” diretto con le istituzioni europee. Nello specifico, sia i cittadini che le imprese sentono forte la necessità di cogliere tutte le opportunità offerte dall’Unione per uscire dalla crisi pandemica e innescare, soprattutto nel sud Italia, lo sviluppo tanto auspicato e a lungo atteso. 

Perché secondo voi è importante la Conferenza sul futuro dell’Europa? 

La Conferenza sul futuro dell’Europa rappresenta un’esperienza senza precedenti: per la prima volta, tramite piattaforma online multilingue e panel tematici, viene offerta ai cittadini la possibilità di “far sentire la propria voce”, di riflettere su sfide, priorità e futuro dell’Ue. Si tratta di un grande esempio di democrazia partecipata in cui Parlamento europeo, Consiglio e Commissione si impegnano ad ascoltare la voce degli europei e soprattutto a dare seguito alle loro raccomandazioni. La Conferenza rappresenta, a parer nostro, una delle migliori iniziative portate avanti dall’Ue: in un periodo storico caratterizzato dalla crisi sanitaria (ed economica) scatenata dal Covid, quando molte delle nostre certezze sono venute meno e il futuro si profila pieno di dubbi e insicurezze, dare la parola ai cittadini significa voler davvero “ascoltare le loro idee”, significa chiedere a ciascuno di noi di fare la propria parte perché, se la pandemia non ha lasciato scampo a nessuno, la ricostruzione e la ripresa non possono che venire dai cittadini, dalle loro esigenze e dalla loro capacità di offrire idee e soluzioni nuove a problemi esistenti. Proprio in un momento in cui tutti abbiamo dubitato del nostro futuro, l’Europa ci ha chiesto di aiutarla a “scriverlo”, per uscire insieme e più forti dalla crisi pandemica, suggerendo proposte per affrontare sfide presenti e future dell’Ue. Certo, si è trattato di una prima esperienza e, come tale, è suscettibile di miglioramenti. Tuttavia, nel complesso, non la si può che considerare un’ottima iniziativa che ha accorciato le distanze tra istituzioni e cittadini. 

Quali attività avete promosso in relazione alla Conferenza? Come hanno reagito i cittadini?

Fin da maggio scorso abbiamo cercato di promuovere la Conferenza, di farne conoscere le caratteristiche e gli strumenti e lo abbiamo fatto lavorando sia singolarmente nel nostro territorio con eventi, incontri tematici (online e offline) e attività a sportello, che in rete con gli altri ED siciliani. In particolare, sono stati realizzati diversi incontri con i giovani per stimolarne la partecipazione, ma anche con professionisti, associazioni e imprese per raccogliere le loro proposte di ripresa/sviluppo alla luce delle specifiche competenze ed esigenze territoriali. Inizialmente, l’atteggiamento è stato di sorpresa, quasi incredulità nei confronti della possibilità, offerta dalla Conferenza, di esprimere le proprie idee, fornire suggerimenti e proposte che potessero raggiungere le istituzioni europee, quindi incidere realmente sul futuro dell’Unione. A mano a mano, dalla sorpresa si è passati al coinvolgimento vero e proprio in un processo di “costruzione condivisa” di un’Europa nuova, migliore, più vicina ai cittadini e alle loro esigenze. 

Quali sono le idee e le proposte che sono emerse dai vostri eventi #latuaparolaconta? Cosa chiedono i cittadini del vostro territorio all’Europa?

I cittadini, sono risultati sempre più coinvolti dalle tematiche della Conferenza e hanno compreso meglio il ruolo che l’Europa può svolgere nelle loro vite e nella ricostruzione del loro presente e futuro. Chiedono, dunque, che i fondi Ue vengano impegnati nel modo corretto, che servano davvero alla ripresa dalla crisi attuale e che possano essere utilizzate per colmare o almeno ridurre il gap economico, sociale e culturale tra Mezzogiorno e resto d’Italia. Tra le proposte emerse dai diversi eventi, una più generale riguarda la necessità di porre i giovani (soprattutto del sud del Paese) nella condizione di “scegliere” se restare (a vivere e lavorare) nei territori di origine o andare altrove: creare le condizioni per formarsi adeguatamente, anche all’estero, per poi rientrare in loco e per valorizzare, grazie alle competenze acquisite, l’esistente e creare sviluppo e ricchezza per l’intera comunità in un’ottica di sviluppo sostenibile. Altre idee un po’ più specifiche riguardano il comparto turistico: in particolare, si rileva la necessità di uniformare il quadro legislativo sull’ospitalità, al momento estremamente variegato, introdurre un “Turismo di Comunità” che rispetti il territorio e ne valorizzi le tipicità in un’ottica di sviluppo sostenibile; formare adeguatamente i giovani fornendo loro competenze da spendere nel proprio territorio o altrove purché in linea con le loro aspirazioni personali e professionali; rivedere il ruolo del terzo settore nell’azione di promozione turistica di una destinazione.

Quali sono i prossimi eventi/attività che state organizzando? 

Concluso il mese di maggio, che ci vede protagonisti in diverse iniziative legate alla Festa dell’Europa, all’Anno Europeo della Gioventù, a PNRR e New European Bauhaus, nel mese di giugno verrà organizzato un “evento itinerante” sulla formazione giornalistica in materia europea: un’iniziativa in tre tappe che mira a formare la stampa locale in materia di Europa, visto l’importante ruolo che la stessa svolge e può svolgere nella “comunicazione dell’Europa al territorio”, oltre che nel contrasto alla disinformazione. Inoltre, verranno portate avanti altre attività legate alla salvaguardia e alla valorizzazione del patrimonio naturalistico locale in un’ottica di sviluppo sostenibile del territorio e si continuerà con le attività di informazione/formazione su NextGeneration EU, PNRR e Anno Europeo della Gioventù.

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