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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Festa della donna, il messaggio dell'assessore Mirabella: "Il rispetto per le donne deve essere tutti i giorni"

Intervista, in occasione della festa internazionale della donna che si celebra oggi, 8 marzo, all'assessore alle Pari opportunità del comune di Catania, Barbara Mirabella. Tra iniziative in città e un messaggio di dedica e solidarietà alle donne ucraine, impegnate in prima linea nel conflitto a tutela del proprio Paese

“Oggi questa giornata ci ricorda il sacrificio delle donne in un momento in cui, madri, figlie scappano dal proprio paese per trovare il diritto alla libertà il diritto alla famiglia il diritto alla sopravvivenza”. Con queste parole, l’assessore alle Pari Opportunità del comune di Catania, Barbara Mirabella, dedica alle donne vittime del conflitto in Ucraina la festa internazionale della donna. L'atteggiamento verso l'uguaglianza di genere si sta evolvendo, ma ancora oggi le donne sono vittime di stereotipi e comportamenti discriminanti. Ma il dato più allarmante è che una donna su tre (dati Istat) è ancora vittima di violenza. Dallo stalking al pressing psicologico fino alla vera e propria violenza fisica che si tramutano troppo spesso in tragedie. I recenti omicidi di Vanessa Zappalà e Giovanna Cantatero, mostrano che nonostante una strada sia stata tracciata, i diritti e la tutela delle donne sono ancora presi troppo alla leggera.

Incontri e iniziative per la festa della donna a Catania

Assessore Mirabella, che significato assume oggi la Festa della Donna e in che modo la città vive questa celebrazione?

“La giornata della donna, mi piace chiamarla così, ricorda il sacrificio di donne che per far valere i propri diritti sono morte per rivendicare il raggiungimento di obiettivi fino ad allora irraggiungibili. Noi ne abbiamo parlato, anche ieri, e non solo ieri, perché l’8 marzo deve essere tutti i giorni, partendo dallo stato dell’arte rispetto all’accesso alle donne nel mondo del lavoro e nel mondo istituzionale. Lo abbiamo fatto ieri mattina presso la scuola Cavour in compagnia del prefetto Carmela Librizzi, di Giusy Malato, campionessa olimpica, e di tante ragazze alle quali abbiamo ricordato di non abbassare la testa, di essere sempre pronte a mettere al centro se stesse lasciandosi guidare dal senso del rispetto reciproco e paritario che deve esserci tra ragazzi e ragazze”.

Capitolo lavoro. Quali sono le maggiori difficoltà che incontrano ancora oggi le donne nell’ambito lavorativo?

“Un imprenditore oggi, se deve assumere una figura, in molti, troppi casi non prediligerà una figura femminile perché quella donna potrà, un domani, rimanere incinta e quindi secondo il suo giudizio, diventare 'un problema', togliendo tempo o l’impegno al lavoro per la quale viene chiamata. L’approccio, quindi è ancora oggi, assolutamente maschilista che non dà eguali possibilità alle donne. E non dimentichiamo il tema del cosiddetto 'gender pay gap', il costo del divario di genere nel mercato del lavoro, sul quale ancora c’è molta strada da fare”.

I fondi che arriveranno dal Pnrr a sanare un gap, quello della disparità di genere che sembra più legato ad un’arretratezza culturale?

“Il Pnrr mette a disposizione risorse importanti ma certamente sono uno strumento non sono il punto d’arrivo, ma guai a non cogliere qualunque opportunità possa in qualche modo restringere un gap principalmente culturale e che va assolutamente affrontato sin dalle giovanissime generazioni”.

A proposito di nuove generazioni, che messaggio si sente di lanciar loro?

“Alle nuove generazioni dico di imparare a dire no a chi ti dice “stai zitta”, imparare a denunciare là dove vi sia una violenza ricevuta o anche assistita, come troppo spesso accade. E soprattutto a credere in sè stesse per raggiungere i propri sogni, a formare la propria figura di donna e di professionista, nella consapevolezza di sé e nel rispetto reciproco”.

Non possiamo non accennare al conflitto in corso in Ucraina. Possiamo dedicare quest’anno la festa dell’8 marzo alla resistenza delle donne ucraine in prima linea a difesa del proprio Paese?

"Assolutamente sì, oggi questa giornata ci ricorda il sacrificio delle donne si perpetua nel momento in cui, madri, figlie scappano dal proprio paese per trovare il diritto alla libertà il diritto alla famiglia il diritto alla sopravvivenza. Il nostro pensiero oggi va specialmente a loro”.

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