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Lo scrittore catanese Marco Pitrella premiato ad EtnaBook per il suo "John Lennon e me"

L'autore originario di Grammichele ritorna sul nostro giornale dopo aver vinto il premio “Letto, Riletto e Recensito”, dal blog ideato dallo scrittore Salvatore Massimo Fazio

Marco Pitrella - avvocato, giornalista e scrittore - è stato già ospite del nostro giornale per presentare la sua "fatica" letteraria "John Lennon e me", edito da Algra Editore. Adesso l'autore originario di Grammichele ritorna sul nostro giornale dopo aver vinto il premio “Letto, Riletto e Recensito”, dal blog ideato dallo scrittore Salvatore Massimo Fazio. Premio ottenuto a “Etnabook – festival del libro e della cultura”, ideato da Cirino Cristaldi, che si è celebrata dal 22 al 25 settembre tra i comuni di Catania, Gravina di Catania, Pedara e Sant’Agata Li Battiati.

Pitrella, firma di punta delle “Ienesicule”, che avevamo incontrato in aprile per una diretta “instagram” al suo esordio letterario ha fatto l’en plein: con il suo stile che a suo tempo avevamo definito “caustico e scapigliato” ha raccontato con gli occhi dell’infanzia prima, sino ai ricordi di gioventù attraverso il fil rouge del Beatle più famoso.

"Con questo libro ho voluto pagare il mio debito nei confronti di John Lennon; le mie passioni, la scrittura in particolare, lo devo alla scoperta dei Beatles - dice Pitrella -. Non a caso il sottotitolo: “Aneddoti, ricordi e nonsense”. Chiedi chi erano i Beatles? cantano gli Stadio. E quindi la scoperta di John Lennon, che fu “un insieme di cose”, divenne davvero “il piacere della scoperta”; parliamo di trent’anni fa. E la scoperta avvenne con quanto di più vintage vi possa essere: una musicassetta".

Quindi per Pitrella la figura di Lennon racchiude un "insieme di cose". "Un insieme di cose piene d’estro, a volte modesto e delle altre maldestro - racconta l'autore -. Il Lennon pieno d’estro è il Lennon dei Beatles rivale di Paul McCartney; mentre il Lennon “modesto” è il Lennon nella seconda fase della sua vita, che seppur impegnato in battaglie importanti nell’America degli anni 70, quella di Richard Nixon, del Vietnam e del pacifismo, la carriera solista lascia un tantino a desiderare, eccetto con “Imagine”, naturalmente. In ultimo il Lennon maldestro è in alcune performance con Yoko Ono che francamente si poteva anche risparmiare".

Il Lennon preferito da Pitrella è il Lennon scrittore "perché è appunto nella scrittura - specifica lo scrittore - che tento di pagare il mio debito: il nonsense, la lettura di James Joyce e di Lewis Carroll, della “Beat generation”, mi hanno insegnato che non basta mettere quattro parole a casaccio per fare un linguaggio". La riflessione che fa Pitrella nel suo volume è anche generazionale: "La storia dei Beatles diventa il pretesto per riflettere ad esempio su quei “piccoli Bukowski che crescono”; molti della mia generazione che convinti d’esser talentuosi e il mondo a non capirli: scrittori falsi, pittori falsi e poeti falsi, eterni adolescenti che hanno trovato nel social network il palcoscenico ideale per esprimere la loro mediocrità".

“Fosse stato vivo, gli avrebbero conferito il Premio Nobel per la pace - conclude Pitrella - ebbe a dichiarare Elton John in occasione dell’80esimo compleanno di Lennon, il 9 ottobre scorso”. Partendo da quest’assunto mi sono divertito a immaginare che farebbe al giorno d’oggi. Sarebbe stato all’altezza della sua storia? Mi sono chiesto: e mi sono divertito a immaginare un John Lennon politicamente impegnato: cosa avrebbe detto di Greta Tumberg, di Papa Francesco, del festival di Sanremo cui parteciparono lo stesso McCartney e George Harrison, di Barack Obama e Donald Trump. Di Donald Trump sono certo che avrebbe detto: mangia troppi Hamburger per me che sono vegetariano".

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