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Martedì, 19 Marzo 2024
Covid

Vaccino per i bambini: "Sicuro ed efficace, a preoccupare adesso sono gli effetti del long Covid"

A fare chiarezza sugli aspetti legati alla vaccinazione pediatrica è la dottoressa Milena La Spina, pediatra e dirigente medico del Policlinico, intervistata da CataniaToday: "E' opportuno che anche i medici e i pediatri di base rivolgano indicazioni chiare ai propri assistiti”

Con l'apertura alla somministrazione dei vaccini ai bambini la campagna vaccinale si estende alla parte della popolazione della fascia tra i 5 e gli 11 anni. Se da un lato è vero che i bambini fino ad oggi non sono andati incontro a rischi elevati di contrarre il virus in forma grave, bisogna anche guardare gli ultimi sviluppi relativi ai ricoveri. “Oggi registriamo, a livello nazionale e internazionale, un aumento dei ricoveri, in questa fascia di età, di bambini senza patologie di base, con piccoli numeri in crescita anche nelle terapie intensive”. A fare chiarezza sugli aspetti legati alla vaccinazione dei bambini è la dottoressa Milena La Spina, PhD, pediatra e dirigente medico del Policlinico, intervistata da CataniaToday.

Perché vaccinare i bambini

“Con il vaccino prima di tutto andiamo a difendere il bambino da un'infezione che, pur in una bassa percentuale dei casi, può portare ad una forma grave di sindrome infiammatoria multisistemica e lo proteggiamo quindi dalla ospedalizzazione. La protezione parte da loro, il concetto però non è quello che vacciniamo i bambini per proteggere gli altri: mettiamo al sicuro i bambini da forme gravi, dalla ospedalizzazione e se possibile dall’isolamento e riduciamo la diffusione del virus”. “Il vaccino ha un'efficacia superiore al 90 %, nel prevenire i sintomi ed anche parziale efficacia nel ridurre la contagiosità del virus. Però, è giusto precisare che anche nel caso dei bambini la contagiosità viene ridotta e non azzerata dal vaccino, quindi bisogna continuare a utilizzare sempre i presidi di protezione individuale che, ad oggi, rimangono necessari”.

Vaccini e corretta informazione

Gran parte delle paure legate ai rischi della somministrazione dei vaccini ai bambini, sono legate spesso alla mancanza di corretta informazione: “I timori e le paure vengono amplificate, soprattutto perché siamo in presenza di informazioni inesatte che vengono veicolate in maniera incontrollata. Per questo sarebbe opportuno che anche i medici e i pediatri di base rivolgano indicazioni chiare ai propri assistiti”. É il caso della tecnologia a Rna messaggero, utilizzata nei vaccini anticovid per la fascia pediatrica e, soprattutto, della infondatezza di certe asserzioni, ad esempio quella che considera troppo breve il tempo dedicato alla sperimentazione: “È bene chiarire che la tecnica a Rna messaggero non è nuova – ha spiegato la dottoressa La Spina – nasce più di 20 anni fa, ma è stata segnata da sfide difficili e limiti tecnologici che non ne hanno permesso il decollo, in primis perché le molecole di Rna sono estremamente labili e si degradano velocemente, prima di riuscire a portare il loro messaggio alle cellule. Grazie poi alle nanotecnologie sviluppatesi in anni di ricerca, si è capito che queste molecole, avvolte in nanoparticelle lipidiche, di grasso, permettevano al Rna messaggero una maggiore stabilità, per un tempo sufficiente affinché il nostro sistema immunitario riconosca l'informazione e possa elaborare la capacità di risposta. La molecola resta nel corpo per breve tempo e poi si degrada, non resta più nulla nell'organismo del prezioso contenuto del vaccino”.

“Bisogna che siano per primi i medici ad essere consapevoli del fatto che se si è arrivati all'autorizzazione dei vaccini in 6 mesi è stato grazie allo sforzo fatto congiuntamente dalla comunità scientifica e dalle case farmaceutiche: non perché la sperimentazione non è stata adeguatamente condotta. Anzi si deve sottolineare che proprio la fascia pediatrica, in tutti gli ambiti medici, è una fascia 'orfana' di farmaci, per cosi dire. Questo perché gli studi clinici sono riservati alla popolazione adulta e, proprio per le rigide e lunghe procedure che ci sono quando si tratta di farmaci per bambini – ha spiegato – anche farmaci molto meno noti del famoso vaccino, ma altrettanto importanti, come ad esempio alcuni antibiotici, richiedono lunghe e specifiche procedure di farmacovigilanza, a sottolineare quanta attenzione ci sia prima di autorizzare qualunque somministrazione nei bambini”. Nel caso dei vaccini anticovid “i tempi si sono ristretti grazie a sforzi enormi di ricercatori e scienziati e perché tutte le fasi di studio, nelle agenzie del farmaco, sono state fatte in parallelo e non in serie”. Ai bambini dai 5 agli 11 anni viene somministrato il vaccino ad Rna messaggero Pfizer, un terzo della dose normalmente prevista per la fascia sopra i 12 anni.

Gli effetti del 'long covid'

"Il vaccino è sicuro ed efficace – ha concluso la dottoressa La Spina – e voglio anzi sottolineare che in questo momento quello che preoccupa di più i pediatri di tutta la comunità scientifica internazionale, non è l'infezione in sé, ma quello che l'infezione può determinare anche a lungo termine. Il cosiddetto 'long covid', disturbi e sintomi persistenti nei mesi, non è più solo appannaggio degli adulti. Dati internazionali emersi da un recentissimo rapporto statistico della Gran Bretagna, pubblicato all’inizio del 2022, confermano che più di un milione di cittadini ha sintomi persistenti dopo infezione da coronavirus, di questi almeno 115 mila sono bambini tra i 2 e i 16 anni, numero raddoppiato rispetto al mese di ottobre 2021. I sintomi che variano dal malessere alla stanchezza, alle difficoltà respiratorie, nella fascia di età under 18 sono maggiormente di natura neurologica, difficoltà di concentrazione, insonnia, deficit di memoria, talora definiti come 'nebbia cognitiva'. Questo non è da sottovalutare, perché si tratta di disturbi che si aggiungono a quelli già noti in periodo di pandemia e legati alla condizione di chiusura sociale vissuta dai bambini e che potrebbero aumentare anche proprio a causa del 'long covid'".

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