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Cura della persona

Decluttering emotivo - Cinque consigli utili in vista della primavera

In vista della primavera, ecco i consigli della psicologa clinica Chiara Maiuri per liberarsi degli oggetti e dei ricordi ad essi associati e lasciare posto al nuovo e a ciò che di bello può avvenire

La primavera non è solo sinonimo di sole, belle giornate e spensieratezza. Ma è anche sinonimo di riordino e pulizie, ossia l'occasione giusta per liberarsi di oggetti che non si usano più.

La primavera però dal punto di vista psicologico potrebbe rappresentare l'occasione per fare spazio dentro di sè dopo due anni di pandemia. Cosa significa? Effettuare una sorta di 'decluttering emotivo', liberandosi di oggetti che ci riportano troppo al passato, effettuando così una pulizia sia nella mente che nel cuore. 

Spesso però ci viene molto difficile separarci dagli oggetti. Perchè? Per rispondere a queste domande ecco dei consigli utili su come affrontare il decluttering dal punto di vista emotivo.

Potere evocativo degli oggetti - Molto spesso capita di non utilizzare alcuni oggetti ma comunque questi ultimi assumono un potere evocativo e condizionante. Secondo la Dott.ssa Chiara Maiuri "La capacità di disfarci delle cose che non ci servono e di fare ordine intorno a noi porta a moltissimi benefici. Liberare lo spazio che ci circonda ha anche la funzione di liberare la nostra mente da alcune emozioni, che non sempre ci aiutano a vivere serenamente. Questo non significa rinnegare i nostri sentimenti ma capire che, a prescindere dalla presenza o meno di un oggetto, la memoria di un ricordo o di una persona amata rimane dentro di noi, impresso tra le fibre delle nostre esperienze e sensazioni".

Il decluttering emotivo deve avere approccio basato sulle emozioni: se una cosa la osserviamo e ci rende felici dobbiamo conservala, di contro va eliminata e sostituita con qualcosa che porti maggiore positività.

Questi oggetti, insieme a quelli che non utilizziamo perchè non hanno mai avuto una sistemazione, devono avere una seconda vita: attrezzature sportive non utilizzate, articoli per bambini, la moto chiusa sempre in garage. Questa attività di 'second hand' può servire sia per ritrovare serenità che per avere un inaspettato guadagno extra. 

A diversificare il nostro rapporto con gli oggetti è il modo in cui ci rapportiamo con essi. Secondo gli esperti esistono quattro principali modalità che rendono difficile la separazione da essi: nostalgia, pigrizia e paura del cambiamento.

Nostalgia - Il nostalgico subisce il potere evocativo degli oggetti, si affeziona ad essi e fa fatica ad abbandonarlo perchè crede che in questo modo rinnegherebbe il passato o i ricordi collegati all'oggetto.

Procrastinare - Questo tipo di soggetto sceglie sempre di rinviare l'azione che gli potrebbe portare insicurezza o paura. La cosa che pensa è sempre questa, ossia 'prima o poi potrei avere bisogno di questo oggetto'.

Ansia - L'ansioso affronta questo momento di decluttering con ansia e preoccupazione per dover lasciare andare quell'oggetto. 

Decluttering emotivo - 5 consigli

1. Tempo per sè stessi - Bisogna capire bene cosa ci rende felici, un ambiente pieno di oggetti o uno spazio meno affollato e ordinato? Bisogna sempre iniziare il decluttering dà una stanza o da una parte della casa la cui organizzazione non ci soddisfa affatto

2. Oggetti - Bisogna individuare quegli oggetti che non ci rappresentano più in alcun modo o suscitano solo emozioni negative. Partendo anche da un solo oggetto c'è la certezza che si instaurerà una vera e propria catena

3. Emozioni - Riflettere a fondo sul tipo di emozione che suscita l'oggetto: e una cosa la osserviamo e ci rende felici dobbiamo conservala, di contro va eliminata 

4. Pensare - Ogni tanto bisogna ricordarsi delle persone che siamo e che desideriamo essere ed in virtù di ciò effettuare un taglio con il passato, che ovviamente comprende anche gli oggetti

5. Immaginazione - E' necessario provare ad immaginare l'ambiente circostante totalmente libero. Si pensi alla sostituzione di un determinato oggetto non solo come voglia di eliminare qualcosa di negativo ma come necessità di fare spazio o di accogliere qualcosa di nuovo.

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