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Sabato, 20 Aprile 2024
On the road

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A cura di Fabio Rao

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Riscoprire Verga in attesa del Centenario: sulle tracce dei luoghi dello scrittore catanese

Dalla Catania barocca al villaggio di pescatori di Aci Trezza. Un tour alla ricerca dei luoghi reali e “letterari” del grandissimo scrittore verista siciliano. Il Parco letterario Giovanni Verga è un crocevia storico che include la città di Catania, Vizzini ed Aci Trezza

Centenario della morte. Alla riscoperta di Verga. Ogni viaggio, racconto, saga, ciclo o epopea iniziano... nella mente dello scrittore! Certi autori, come il nostro Giovanni Verga, ci prendono per mano e ci portano nei luoghi dei “vinti”, di chi lotta per l'esistenza, per stare al passo con il “progresso”, ieri come oggi. Un tour alla ricerca dei luoghi reali e “letterari”, dell'immenso scrittore verista catanese, in attesa delle celebrazioni del suo centenario, il prossimo anno.

“L'autore de I Malavoglia del 1881 e di Mastro don Gesualdo pubblicato nel 1889, romanzi rispettivamente ambientati fra i pescatori di Aci Trezza e fra le proprietà terriere di Vizzini - spiega la presidentessa provinciale dell'Associazione guide turistiche di Catania, Giusy Belfiore -, è il fulcro e il baricentro del Parco letterario tematico a lui dedicato. Solamente che, come tutte le cose a cui siamo assuefatti, questo parco letterario di Verga che include la nostra città, Vizzini e la stessa Aci Trezza, viene valorizzato una volta l'anno dall'amministrazione comunale, in occasione delle Verghiane di Vizzini; ma non ha la capacità trainante che dovrebbe e potrebbe avere invece da un punto di vista culturale e turistico”.

Sulle tracce di Verga

Il grande cinema in via dei Crociferi. “Noi peraltro - continua Giusy Belfiore -, abbiamo la cinematografìa che ci ha molto aiutato: il romanzo breve Storia di una capinera, ha ispirato l'omonimo film diretto e girato fra le vie del Barocco a Catania da Franco Zeffirelli, nel 1993, fra le chiese di via dei Crociferi e quindi la chiesa di San Benedetto, e la chiesa di Santa Chiara di via Garibaldi, per cui siamo in due punti esattamente equidistanti da casa Verga, che si trova in via Sant'Anna”. “La storia di questa famiglia Verga è interessantissima, la casa ha un tessuto storico completamente conservato, perché è una casa dell'Ottocento con i mobili ancora rimasti lì e, il materiale che c'è all'interno, è veramente incredibile: oltre alle opere dello stesso Verga sono presenti moltissimi volumi di altri autori contemporanei allo scrittore che rivelano le sue letture e i suoi interessi letterari, perché Verga aveva contatti ad esempio con il letterato francese Charles Baudelaire e con tutto il mondo della letteratura europea del tempo”.

Il turismo culturale. Continua la presidentessa delle Guide turistiche: “Io credo che il parco letterario verghiano vada promosso e valorizzato, perché deve essere uno dei punti da cui partire, non tanto perché Verga lo conoscono tutti, non solo perché si è studiato a scuola; quanto soprattutto perché il Verga rappresenta un nome fondamentale della letteratura italiana che racconta un popolo, quello siciliano, incapace di riscossa, legato al concetto dei vinti, e quindi all'impossibilità ieri come oggi di uscire da un sistema che non gli consente la cosiddetta 'scalata sociale'; se poi vogliamo contestualizzare in quella che è l'Isola adesso, ciò che Verga illustra e racconta, allora si può capire che questo parco debba essere reso un po' più interattivo, 'moderno' e stimolante per i visitatori. Se no quella casa, bellissima e affascinante, invece di essere il faro che illumina, rimane solo un punto isolato, che non riesce ad attirare visitatori e turisti culturali”. “Così le Verghiane, gli eventi settembrini a Vizzini, devono essere messe a sistema, e devono avere una spinta fortissima a livello culturale, a livello internazionale ma soprattutto italiano, perché diventi un evento che catalizzi gli spettatori e li porti a visitare questi luoghi”.

La casa catanese di Verga. Per quanto invece riguarda la fruizione, il funzionamento e il meccanismo-visite, gli orari delle chiese aperte al pubblico: “Casa Verga è un bene legato al parco archeologico di Catania, come competenza, e quindi ha gli orari di apertura legati ai vincoli della Regione Sicilia. Si tratta di un palazzo borghese di fine Settecento, aperto da lunedì a sabato. Per quanto riguarda le chiese, San Benedetto ha una storia tutta sua che la rende particolarmente fruibile: per tutta l'estate ad esempio la chiesa è rimasta aperta per l'intera giornata, compatibilmente con gli orari di culto della comunità religiosa che vi abita; la chiesa di Santa Chiara apre soprattutto su richiesta, all'interno c'è la comunità di Sant'Egidio, che è sempre molto disponibile ed assiste anche i più bisognosi; per cui è bella l'idea di fare un percorso che rimetta assieme i pezzi di questa esperienza verghiana”.

Storia di una capinera. “Stimolante poi, come guide turistiche, è l'idea di divulgare il messaggio di un catanese illustre, qual è Giovanni, che scende da Milano e si ritira a Catania, dopo essere stato a lungo al Nord, con la scusa del nipote da accudire. Un uomo che ha fatto la storia della letteratura italiana, ma che sceglie come nido finale la città di Catania: oggi non accadrebbe più, oggi scappano tutti da Catania”. “Infine io invito tutti a leggere Storia di una capinera, perché effettivamente vi si respira l'atmosfera di quei luoghi della città. La scelta cinematografica di Zeffirelli è legata agli edifici monastici più importanti, che si trovano sulla via dei Crociferi, perché la monacazione forzata della protagonista dell'opera si esprimeva scenograficamente meglio sulla via dei Crociferi, che non a Santa Chiara in via Garibaldi, che verrà comunque utilizzata dal regista, per alcune parti del film omonimo. Infatti affacciandosi al balcone della Casa Museo Verga si vedono le grate del monastero settecentesco di Santa Chiara, in via Garibaldi, sporgendosi si ha un'idea di clausura, prigionìa. La Capinera infatti, è quell'uccello triste, che se chiuso in gabbia muore perché privato della libertà, così come questa fanciulla Maria, protagonista nell'opera letteraria, impazzirà e morirà, per amore e per mancanza di libertà. Amore per un giovane conosciuto durante l'allontanamento dal monastero per l'epidemia di colera, e al quale dovrà rinunciare per prendere definitivamente i voti. Dunque si è spenta dentro una prigionìa, che non le appartiene”.

Info utili. “Per chi volesse visitare questi luoghi, casa Verga è aperta tutti i giorni della settimana, tranne la domenica; si possono visitare autonomamente le Chiese e i luoghi verghiani, ma noi organizziamo anche delle passeggiate turistico-culturali, se qualcuno avesse voglia di mettere tutti i 'pezzi' assieme, può contattarci a questo indirizzo email, per informazioni: info@guidecatania.it . Ci rivolgiamo soprattutto ai gruppi numerosi ed alle scuole, agli studenti delle Superiori sicuramente, ma anche  agli adulti, per loro abbiamo teatralizzato il testo di Storia di una capinera, con letture di passi scelti del romanzo breve verghiano”.

Il borgo di pescatori dei Malavoglia: Aci Trezza. Il nostro tour, fatto di libri, “opere d'arte” letteraria, e di luoghi reali, simbolici e da cui ha tratto spunto il genio di Verga, prosegue infine in quel di Aci Trezza. Frazione di Aci Castello, borgo di umili pescatori e teatro delle vicende della famiglia de “I Malavoglia”. Qui è stata ricreata la cosiddetta “Casa del Nespolo”, ad opera de “La Casa del Nespolo, Associazione culturale Fantasticheria”. Come descrive Rita Foti, presidente dell'associazione Fantasticheria, che si occupa per conto dell'amministrazione comunale di Aci Castello della gestione della casa-museo, “con noi è possibile effettuare una visita singolarmente presentandosi direttamente in via Arciprete de Maria n. 15 ad Aci Trezza, oppure tramite prenotazione telefonica - contattandoci al n. 328 685 5328 - in caso di gruppi di un certo numero. Si potrà effettuare una vista guidata al costo di 2 euro a persona, della durata di 15/20 minuti, all'interno delle due sale del museo del Nespolo: una sala è un omaggio al regista Luchino Visconti che qui ha girato 'La terra trema' del 1948, con tutte le foto della mostra permanente della pellicola liberamente ispirata al romanzo dei Malavoglia, che non rappresenta una fedele trasposizione dell'opera verghiana, in quanto differente è il contesto storico, cioè il Secondo Dopoguerra, mentre I Malavoglia sono ambientati in questi luoghi verso fine Ottocento. Un film all'epoca quasi rivoluzionario, che contiene solo alcune analogie col romanzo, ma con un collegamento vincente fra cinema e letteratura”.

Il Centenario del 2022. “In occasione del centenario della scomparsa di Verga, stiamo preparando con altre associazioni locali, quale ad esempio la Lega Navale, diverse iniziative a partire dal 27 gennaio 2022 con una conferenza stampa di apertura, qui ad Aci Trezza, dove verranno illustrati i ricchi eventi che si concluderanno a settembre, con una mostra conclusiva sul film 'La terra trema'. Aggiungo che, essendo associazione culturale, siamo aperti tutti i giorni, domenica e festivi inclusi, e soprattutto siamo a disposizione delle scuole e dei gruppi per i tour verghiani, con drammatizzazioni teatrali e degustazioni. Tour emozionanti alla riscoperta dei luoghi di verghiana memoria: l’atmosfera unica del Museo con le testimonianze degli oggetti dei pescatori, un viaggio dentro il viaggio, rivolto soprattutto  alle scuole: uno degli itinerari prevede, ad esempio, la partenza da Casa Verga a Catania, il trasferimento ad Aci Castello con la visita al Castello normanno, dove si assiste ad una drammatizzazione teatrale delle Storie del Castello di Trezza, novella verghiana ambientata proprio nel castello. Dopo la pausa-pranzo, passeggiata sulla Riviera Dei Ciclopi di Aci Trezza, e visita allo scalo Malavoglia, punto da cui è partita la barca Provvidenza carica di lupini, poi infine si va alla Casa del Nespolo dove si assiste alla rappresentazione di alcuni passi del testo di Giovanni Verga. Conclusione con la visita guidata del museo, all'interno della struttura composta da un cortile e un orto al quale si accede attraverso un suggestivo arco in pietra lavica. Poi si va anche nella seconda sala etnografica dedicata alla famiglia Malavoglia, con tutti gli arnesi della pesca, descrivendo ogni singolo oggetto quali le antiche nasse, le cime, le reti e le lampare, suonando anche la particolare conchiglia utilizzata dal pescatore per comunicare con altri pescatori, e ancòra alle pareti c'è una testimonianza dello scrittore, con delle lettere al fratello Pietro, che fanno parte di una collezione privata. Sono litografie degli originali di Verga, molto importanti”.

Un grande della Letteratura europea. “Un tempo i Malavoglia erano stati numerosi come i sassi della strada vecchia di Trezza; ce n'erano persino ad Ognina, e ad Aci Castello, tutti buona e brava gente di mare, proprio all'opposto di quel che sembrava dal nomignolo, come dev'essere. Veramente nel libro della parrocchia si chiamavano Toscano, ma questo non voleva dir nulla, poiché da che il mondo era mondo, all'Ognina, a Trezza e ad Aci Castello, li avevano sempre conosciuti per Malavoglia, di padre in figlio, che avevano sempre avuto delle barche sull'acqua, e delle tegole al sole. Adesso a Trezza non rimanevano che i Malavoglia di padron 'Ntoni, quelli della casa del nespolo, ed è la Provvidenza ch'era ammarrata sul greto, sotto il lavatoio, accanto alla Concetta dello zio Cola e alla paranza di padron Fortunato Cipolla”.

“La carica rivoluzionaria della narrativa verghiana verista - spiega l'insegnante di Lettere alla “Pizzigoni-Carducci” di Catania, professoressa Giustina Carlino - è già tutta nell'incipit del romanzo, in cui l'autore si eclissa completamente dietro un anonimo narratore popolare, che racconta la vicenda dal punto di vista della piccola comunità in cui i fatti si svolgono, e per ciò stesso non ha bisogno di spiegare con precisione i luoghi, in quanto dà per scontato di parlare a chi li conosce già. Il lettore si trova così, disorientato, e costretto ad assumere la prospettiva e la forma mentis di un pescatore qualsiasi di quel borgo”. “L'autore catanese dell'Ottocento noto in Italia ed in Europa, è, come sostiene il critico letterario Romano Luperini, il fondatore del romanzo moderno in Italia; infatti 'per la prima volta, il popolo non è visto con distacco né giudicato con una prospettiva moralistica e populistica, ma diventa protagonista, determinando, con la propria prospettiva, la prospettiva stessa del racconto'. Ciò avviene attraverso l'espediente narrativo e stilistico, dell'impersonalità: diversamente dal Manzoni, narratore onnisciente e per ciò stesso regista unico della vicenda narrata, il Verga verista, rinuncia viceversa a manifestare 'direttamente' il proprio sentire e la propria visione del mondo, per assumere, come dice appunto il Luperini, 'l'ottica narrativa, l'orizzonte culturale, il linguaggio dei suoi stessi personaggi'. Una vera e propria rivoluzione letteraria, avvenuta in Italia grazie al notissimo scrittore catanese”.

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