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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Aci Sant'Antonio

Emergenza randagi ad Aci Sant'Antonio, M5S: "A rischio l'incolumità dei cittadini"

Sono ormai diversi i branchi che si aggirano nelle ore notturne lungo le vie del paese, soprattuttonelle zone periferiche e nelle frazioni

Ad Aci Sant'Antonio è in atto una vera e propria emergenza sul fronte randagismo, sono ormai diversi i branchi che si aggirano nelle ore notturne lungo le vie del paese, in particolar modo nelle zone periferiche e nelle frazioni. Nei giorni scorsi, un concittadino residente in una frazione a monte del centro santantonese ha pubblicato su un noto social network le foto dell'ennesimo attacco a pollame e piccoli capi d'allevamento domestico presumibilmente ad opera di un branco di cani randagi.

“Il fenomeno del randagismo ad Aci Sant'Antonio - ha incalzato il portavoce pentastellato in Consiglio Comunale, Giuseppe Finocchiaro - rappresenta un’emergenza gravissima, nonostante le ingenti risorse pubbliche impiegate in questi anni per sostenere i costi di esternalizzazione del servizio di ricovero e mantenimento in vita dei cani randagi accalappiati sul territorio comunale (31mila euro per il solo semestre Gennaio/Giugno 2017 – Determina n. 40/2017, Comando di Polizia Municipale). Si ha, ad oggi, la percezione che nessuna azione programmatica sia allo studio dell'amministrazione Caruso per arginare efficacemente il fenomeno e gestire le connesse problematiche. La lotta contro l'abbandono indiscriminato, una necessaria attività di censimento e il contrasto alla prolificazione indiscriminata avrebbero dovuto già da tempo essere inscritti nell'agenda amministrativa, non soltanto per sensibilità nei confronti degli animali, ma soprattutto per la tutela della pubblica incolumità e per assicurare decoro urbano – il rischio di infestazione parassiti è altissimo; si assiste, inoltre, quotidianamente al continuo spargimento ad opera dei cani di residui di rifiuti urbani provenienti dai sacchetti depositati nelle ore notturne per il successivo ritiro -, ormai seriamente compromesso".

"Abbiamo protocollato in tal senso una dettagliata interrogazione consiliare - continua Finocchiaro -; in primo luogo non vorremmo che a subire attacchi da parte di branchi incontrollati siano concittadini, in particolare i bambini, come già purtroppo noto per non troppo risalenti fatti di cronaca. Altresì, non vorremmo che il malcontento e lo sconforto dei cittadini, a seguito di attacchi di branchi ad animali domestici e pollame d'allevamento, si traducesse in odio e repressione per i randagi ormai inselvatichiti, sfociando in tentativi di avvelenamento di massa, come già purtroppo avvenuto in alcuni centri dell'agrigentino. Ricordiamo al primo cittadino che la legge Regionale n° 15 del 3.07.2000 impone ai Comuni di realizzare idonei rifugi per il ricovero dei randagi, con correlati servizi, a garanzia del mantenimento di ottimali condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza nei centri abitati. A conferma della grande responsabilità cui è chiamato anche il sindaco di Aci Sant'Antonio, in materia di custodia e pericolosità dei cani, è la sentenza con cui la Corte d’appello di Catania ha condannato, in data 21 Luglio 2017, l’allora sindaco di Scicli per omicidio colposo in concorso, per la morte di un bambino sbranato da un branco di cani. Anche la Corte di Cassazione, sezione III civile, è intervenuta con un’Ordinanza, la n. 12495 del 18 Maggio 2017, rimarcando la responsabilità risarcitoria dell’Ente Comunale per danni a cose ad opera di randagi".

"Chiediamo quindi al Sindaco di assumere piena contezza del problema e di rispondere fattivamente e programmaticamente ad una legittima e pressante richiesta di sicurezza dei concittadini, nel rispetto delle leggi che ne richiamano le responsabilità, con idonee politiche di sensibilizzazione della cittadinanza, soprattutto tra i più giovani, per favorire attività di educazione all’accoglienza degli animali e all’adozione. A questa richiesta si aggiunge quella relativa alla crescente domanda di spazi e servizi per gli animali d’affezione, quali aree di sgambamento attrezzate, pur nell'imprescindibilità della definizione di una strategia economico-finanziaria per la progettazione di un rifugio comunale, con l'auspicato coinvolgimento delle associazioni del territorio e dei volontari animalisti che si occupano attualmente del problema, sostituendosi, anche talvolta incautamente, all'assenza delle istituzioni. Oggi Aci Sant'Antonio - ha concluso Finocchiaro - si aspetta una dimostrazione di civile e scrupoloso impegno amministrativo, per arginare definitivamente un fenomeno che incide sulla qualità della vita e sulla sicurezza di tutta la nostra Comunità“.

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