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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Alberi pericolanti nelle periferie, Catalano: "E' necessaria una manutenzione costante"

Il consigliere comunale Giuseppe Catalano chiede una maggiore cura del verde urbano, soprattutto nelle zone più isolate della città, dove alti arbusti hanno la necessità di essere curati e potati periodicamente

Troppe zone nelle periferie e lungo le principali arterie catanesi necessitano di una radicale cura del verde urbano e una potatura degli alberi che, in alcuni casi, superano i dieci metri di altezza. Situazioni ad alto rischio che non vanno assolutamente sottovalutate soprattutto con la stagione estiva alle porte. "Nelle ultime settimane - afferma consigliere comunale Giuseppe Catalano - ho ricevuto segnalazioni per via Etnea, via Fogazzaro, via Jugan, via D’Agata, piazza Chiesa Madre, via Maestri del Lavoro, via dell’Artigianato, viale Bummacaro, viale Castagnola e molte altre arterie di Monte Po, Nesima, Barriera, San Nullo e San Giovanni Galermo. Abitanti e comitati cittadini letteralmente inferociti per interventi di manutenzione straordinaria e ordinaria che si aspettano da tempo. Una situazione di costante emergenza con il rischio che, nel caso degli alberi di alto fusto, i rami possano staccarsi dal tronco e finire in strada oppure con l’allerta incendi più viva che mai".

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"In alcuni casi i cittadini hanno avviato una raccolta firme per chiedere la potatura del verde all’interno di interi rioni letteralmente dimenticati da questa amministrazione. Se c’è una tabella di marcia - continua il consigliere comunale -  per la cura del verde occorre rispettarla punto dopo punto. Eventuali ritardi o impedimenti rappresentano infiniti disagi e problemi per migliaia di pendolari o famiglie che abitano nelle periferie catanesi. In questo contesto chiedo di preparare un tavolo tecnico, per stabilire modalità e tempistiche di potatura del verde, da San Giovanni Galermo a Nesima, da San Nullo a Librino. Operare a macchia di leopardo in quella piazza o in questo appezzamento di terreno non ha senso. Serve, - conclude Catalano - piuttosto, un programmazione seria per risolvere l’emergenza già dalla fine dell’anno scolastico.

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