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Cronaca Barriera / Via Leucatia

A Catania apre una sinagoga dopo oltre cinquecento anni, ma è subito polemica

Ieri pomeriggio la celebrazione con una festa presso il Castello di Leucatia per l’arrivo del Sefer Torah ma la nascita della Comunità ebraica etnea è contestata dall’Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei), in quanto non sarebbe mai stata presentata alcuna richiesta per la sua costituzione

Dopo oltre 500 anni di assenza ieri pomeriggio è stata inaugurata a Catania presso il Castello di Leucatia la sinagoga, in cui è stata celebrata una festa per l’arrivo del Sefer Torah, il testo sacro degli ebrei che furono cacciati dalla Sicilia nel 1492 dai sovrani cattolici di Spagna, Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona.

Ma la costituzione della Comunità ebraica di Catania è contestata dall’Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei) perché “non è stata mai stata presentata alcuna richiesta per la sua costituzione”. L’Ucei spiega che “non può consentire in alcun modo che chiunque si appropri della dicitura “Comunità ebraica” o costituisca una comunità prima inesistente, in aperta violazione della normativa prevista nell’intesa e nello statuto”. “Nell’Unione delle comunità ebraiche ci sono persone amiche che hanno un loro modo di vedere la nascita di nuove realtà, ma, suppongo, che prima o poi si troverà la possibilità di incontrarsi e comprendersi”. Queste le parole di Baruch Triolo, segretario Bet Kenesette, la comunità ebraica di Catania, prova a spegnere le polemiche nate sull’inaugurazione della sinagoga.

“CI incontreremo e ci comprenderemo” – aggiunge - sottolineando di essere “qui per una festa per l’inaugurazione ufficiale della sinagoga a Catania, luogo di studio e preghiera degli ebrei, con l’evento eccezionale della presenza del Sefer Torah, che è stato portato da Washington”. “E’ un momento di gioia - conclude - che ricostituisce un momento di studio che a Catania mancava da 530 anni, dove una volta c’erano due Sinagoghe, che sono state seppellite dalla lava e dopo che gli ebrei sono dovuti andare via. Questo è un doppio ritorno: degli ebrei che risorgono alla fede e la rinascita di un luogo dove si può, finalmente, stare insieme e pregare. Sarà un faro nell’area Mediterranea e molti verranno qui dall’estero sapendo che in Sicilia c’è finalmente un luogo dove ritrovarsi”.

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