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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Maxi operazione contro i Santapaola-Ercolano: arrestato anche il nuovo reggente

Sono 30 in totale gli arresti eseguiti dai Ros etnei nella notte. Tra loro anche il nuovo soggetto al vertice della famiglia mafiosa, Antonio Tomaselli e i vari esponenti dei gruppi territoriali

Su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, sono stati arrestati nella notte tra il 10 e l'11 novevembre da parte di personale del Ros e dell’Arma territoriale di Catania e Siracusa, 30 persone, sei delle quali già detenute agli arresti domiciliari per altre cause, tutti appartenti al clan Santapaola-Ercolano.

La maxi operazione Chaos dei Ros etnei

L'operazione Chaos ha colpito l'attuale reggente della famiglia mafiosa e i soggetti responsabili delle diverse articolazioni territoriali dello stesso gruppo criminale e di quelli alleati. Il provvedimento scaturisce da un'articolata attività di indagine condotta dal R.os. - Sezione Anticrimine di Catania in prosecuzione di quella Kronos, giunta a compimento il 20 aprile dello scorso anno (e nel corso della quale erano già stati individuati i reggenti dell’epoca della famiglia Santapaola/Ercolano in Francesco Santapaola, Aldo Ercolano e Francesco Amantea).

Operazione Chaos - Le foto degli arrestati

L’indagine Chaos, è stata orientata al contrasto di cosa nostra catanese, ed ha ulteriormente sviluppato le complesse dinamiche relazionali già censite in Kronos, muovendo dalla operatività dei soggetti emersi in quel contesto e non colpiti da provvedimenti restrittivi, tra cui: Francesco Caltabiano, esponente del clan Nardo, Carmelo Cristian Fallica , uomo di assoluta fiducia di Francesco Amantea, Angelo Marcello Magrì, uomo di assoluta fiducia di Francesco Santapaola, Sebastiano Vespa, risultato in stretti contatti con Fallica.

Le immagini degli arresti e le intercettazioni - Video

Il cambio al vertice all'interno del clan: l'ascesa di Antonio Tomaselli

Per la famiglia mafiosa Santapaola - Ercolano, le emergenze investigative raccolte nel procedimento Chaos consentono di affermare che certamente a partire dall’ottobre dello scorso anno Antonio Tomaselli, già referente del settore, ha poi assunto su di sé la gestione assoluta ed esclusiva degli introiti derivanti dalle attività delittuose e dei pagamenti degli stipendi agli associati e dei rapporti con esponenti degli altri assetti operanti all'interno di Cosa Nostra e con i clan alleati. Tomaselli per assolvere ai suoi compiti si è avvalso della collaborazione di Carmelo Distefano, a carico del quale sono stati registrati intensi momenti relazionali con esponenti della famiglia Mazzei, altro gruppo storicamente collegato a Cosa nostra etnea, che a lui si rivolgevano per parlare con Tomaselli stesso, identificandolo nel "responsabile dei Santapaola"; Fallica Carmelo Cristian che ha svolto il ruolo di porta voce e, su delega, ha anche presenziato a riservati incontri.

I gruppi territoriali, provinciali e gli alleati della famiglia mafiosa

Con riferimento ai gruppi della cintura cittadina in cui è articolato il sodalizio è emerso che nel nucleo di San Giovanni Galermo il responsabile è Luca Marino , che si avvale degli affiliati Salvatore Fiore, Giovanni La Mattina, Antonio Mangano, Roberto Mangano (padre di Luca), Arturo Mirenda, Francesco Lucio Motta e Christian Paternò. Nel gruppo della Stazione il referente principale è stato identificato in Alfio Davide Coco, coadiuvato da Angelo Arena. Peraltro, nel corso della manovra sono state accertate criticità relazionali tra la famiglia Santapaola - Ercolano e quella Mazzei, proprio a seguito dell’aggressione perpetrata da affiliati a quest’ultimo assetto a danno di Coco.

Quanto, invece, ai gruppi operanti nell’area pedemontana e dei paesi, è emerso che nel gruppo di Giarre fanno parte Orazio Di Grazia  e Salvatore Leonardi. Nel gruppo di Lineri sono al vertice Carmelo Distefano e suo suocero Carmelo Rannesi, coadiuvati da Corrado Monaco. Dal gruppo di Paternò, come estrazione criminale e geografica, proviene Fallica che, stabilmente residente su Catania, funge da vettore comunicativo tra il capoluogo e quel centro. Nel sottogruppo di Palagonia è emerso che successivamente all’arresto di Alfonso Fiammetta  e Febronio Oliva (inteso Nuccio e fratello del più noto Pasquale, inteso Pascuddu), in Kronos - che esercitavano rispettivamente il controllo mafioso di Palagonia e Ramacca - ed all’arresto di Terranova Carmelo, uomo di fiducia di Fiammetta, referente locale di cosa nostra catanese è divenuto Fiammetta Gaetano, figlio di Alfonso, per Palagonia, che ha intrattenuto riservati rapporti con il capoluogo etneo tramite Vespa Sebastiano.

I nomi degli arrestati

Il legame con il clan Nardo e il summit per riorganizzare il sodalizio criminale

Quanto al clan Nardo, operante a Lentini e nei comuni limitrofi, è emerso che ne fanno parte Caltabiano Francesco, CataniaSalvatore, Iachininoto Fabrizio e RIizzoCirino i quali, il 20 ottobre del 2016 hanno preso parte ad un summit cui, in rappresentanza di Tomaselli, è intervenuto Fallica che, dopo aver chiarito che "per i catanesi ci sono solo io" e segnalato l’esigenza di "ritornare come prima", nel senso di riorganizzare le fila dell’associazione unitaria previo studio della "cartina geografica" per ristabilire confini e competenze, ha ribadito l’inscindibile legame tra "catanesi" e "lentinesi" dovuto al fatto che "gli ergastoli che ci sono qua, sono per i catanesi e non per i lentinesi!", talché "Lentini è Catania!" Nel corso dell’indagine, inoltre, è stata compiutamente accertata la relazione diretta e riservata tra Tomaselli e Caltabiano, tant’è che quest’ultimo imputava a Tomaselli ll’onere di "pagare gli operai", con riferimento agli stipendi da versare ai vari affiliati.

Lo scontro evitato con i Mazzei e le intercettazioni

Con riferimento alla famiglia Mazzei, ne è stata documentata l’appartenenza di Orazio Coppola , dei fratelli Alfio e Mario Maugeri, con questi ultimi due in posizione di vertice, Mario Pappalardo, Santo Di Benedetto  e Pantalena Carmelo. I rapporti con la famiglia Santapaola-Ercolano, che sono fondati sul reciproco riconoscimento di autonomia operativa ed improntati al rispetto delle regole di cosa nostra, nel periodo dell’indagine hanno conosciuto momenti di criticità in ragione della condotta addebitata all’affiliato Di Benedetto Santo. Quest’ultimo, già responsabile di aver autonomamente avviato proprie attività criminali a Adrano e Lentini, aveva poi avuto dissapori con Coco Alfio Davide, responsabile del gruppo della Stazione, giungendo ad aggredirlo fisicamente. Esponenti della famiglia Santapaola - Ercolano avevano perciò programmato un’azione violenta in suo danno, poi non perpetrata, e prima di darvi corso si erano premurati di avere contatti con i vertici dei Mazzei per metterli di fronte alle loro responsabilità di capi e ricordare loro quale fosse il comportamento da tenere per evitare ulteriori e più gravi criticità tra i due assetti di cosa nostra. 

("questa situazione si deve fermare… noialtri non ci siamo permessi mai a fare queste cose fra noialtri… ci sediamo e la discutiamo civilmente... fino a quando non ci sono morti e cose… e questo dobbiamo evitare… ora noi abbiamo un problema con questo… dobbiamo risolvere questo problema che è anche in casa vostra… La nostra storia ci porta che noi abbiamo avuto dei problemi dentro casa nostra e noi stessi li abbiamo risolti… ora questo problema è un problema che pende più da voi… Se uno di noialtri ogni mattina si alza e fa discussioni e non dice niente, mi sembra che è anche giusto che si prenda le sue responsabilità se succede qualcosa. Al mio paese si è detto che quando io ho un problema … me ne vado dal responsabile della mia Famiglia, dal mio principale.. Lineri, Nesima.. eccetera eccetera.. "vedi che ho un problema con ddu carusu ca ti rissi".. i Cristiani vanno avvisati!... Quando noialtri abbiamo avuto Angelo e 'mbare, Angelo ha pagato per tutti gli sbagli che ha fatto! Lui infatti prendeva le decisioni lui solo, non si considerava nessuno completamente… e là è stata la stessa cosa.. tutti quanti si sono seduti... E si chiamava Santapaola… si chiamava Santapaola, non si chiamava con un altro cognome… questo, per farti capire... perché quando muore un Santapaola… viri ca fa sgrusciu … e questi sono gli esempi che abbiamo dato per gli sbagli che ha fatto").

Le estorsioni agli imprenditori

Nel corso dell’indagine sono state documentate condotte estorsive, sia consumate che tentate - in quest’ultimo caso anche attraverso il compimento di atti intimidatori - in pregiudizio di soggetti esercenti attività imprenditoriali, una ipotesi di sequestro di persona e ipotesi delittuose in materia di armi. E’ da rilevare come dato negativo la mancanza di denunce da parte delle vittime delle attività estorsive.

Le modalità di indagine

Le complesse attività investigative si sono avvalse principalmente di servizi tecnici di intercettazione e si sono protratte dal settembre del 2016 al settembre 2017, data di deposito dell’informativa da parte dei carabinieri del Ros, anche se in realtà i servizi di intercettazione sono proseguiti per monitorare l’attività ancora in corso del più pericoloso sodalizio mafioso operante nella provincia di Catania. L’elevato livello qualitativo del lavoro operato dagli investigatori ha consentito a questa Procura distrettuale, costantemente informata degli sviluppi investigativi che ha direttamente coordinato, di approntare in poco più di un mese una corposa richiesta di misure cautelari che è stata positivamente ed accuratamente vagliata dal Gip di Catania in tempi altrettanto rapidi, così come richiesto dalle gravi esigenze cautelari nella fattispecie ricorrenti. Anche la complessa attività di localizzazione di tutti i sodali mafiosi da arrestare è stata effettuata dagli investigatori in tempi assolutamente rapidi, così come imposto dall’esigenza di evitare la latitanza di pericolosi criminale ed a dimostrazione del livello operativo di eccellenza dei reparti impiegati nell’operazione.

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