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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Arriva il bonus psicologo, ma il settore pubblico è in emergenza

Nel decreto Milleproroghe passa finalmente il bonus destinato al benessere psicologico. Abbiamo messo a confronto settore pubblico e privato, due esigenze opposte che, però, convergono su un punto comune: la necessità di investire ancora sulla salute mentale

Il benessere psicologico, oggi più che mai, complice soprattutto gli effetti della pandemia, è diventato fondamentale per la salute personale e collettiva. E così, dopo la bocciatura nella legge di bilancio a dicembre, il cosiddetto bonus psicologo è stato inserito all’interno del decreto Milleproroghe: stanziati 20 milioni di euro, 10 milioni per rafforzare le strutture esistenti e 10 milioni per i contributi individuali alle persone. Nello specifico, il bonus avrà un importo massimo di 600 euro a persona, fino ad esaurimento risorse, e sarà parametrato alle diverse fasce Isee al fine di sostenere le persone con Isee più basso. Un primo passo sembra finalmente essere stato fatto ma basterà questa per riportare la giusta attenzione sul benessere psicologico, da sempre tema sottovalutato? Abbiamo messo a confronto settore pubblico e privato, due esigenze opposte che, però, convergono su un punto comune: la necessità di investire ancora sul benessere mentale.

Bordonaro: “Settore pubblico al limite, in Sicilia nessun concorso dal 1990”

“Il bonus rappresenta sicuramente un punto di partenza” – dice Daniela Bordonaro, direttore dell'Unità Operativa Complessa della Psicologia Territoriale dell’Asp Catania-. Finalmente si pone l’attenzione a tutte quelle che sono le problematiche psichiche della popolazione che così riescono ad avere la stessa dignità delle tematiche alla salute fisica”. Il settore pubblico però necessita di interventi ancora più significativi, i servizi sono pochi, le liste d’attesa sono lunghe e, in assenza di concorsi e assunzioni la situazione rimane critica: “Ovviamente rispetto a quello che è il fabbisogno di tutta la salute mentale della popolazione la misura rappresenta una goccia nel mare e credo che il sistema sanitario nazionale abbia bisogno di psicologi, noi siamo allo stremo delle forze, non si fanno concorsi pubblici nelle strutture pubbliche della provincia di Catania dal 1990, per questo bisogna investire ancora, soprattutto nel settore pubblico”.

D’Agostino: “Bonus punto di partenza ma prevenire i disagi e prima che diventino un’emergenza”

Un intervento quello del bonus accolto favorevolmente anche da Gaetana, presidente dell’Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana, ma che andrebbe ricondotto a fattor comune per realizzare quella rete di servizi che in Sicilia e in tutto il Paese appare ancora assente: “Quello per cui ci stiamo battendo è che lo psicologo diventi una figura strutturale nella società e non legata all’emergenza. Il bonus è un piccolo passo ma la politica deve rispondere con risposte strutturali”. Un’emergenza silenziosa quella della salute mentale, che con la pandemia e la paura derivante dal conflitto in corso in Ucraina potrebbe rappresentare nel prossimo futuro la prossima emergenza sanitaria: “non voglio lanciare allarmi, ma la pandemia ha amplificato disagi e paure. Adesso è fondamentale saperli gestire prima che diventino davvero un’emergenza sanitaria. Dobbiamo intervenire subito nella prevenzione e nel contenimento del disagio”.

Cardello: “Rivoluzione culturale? La strada è ancora lunga”

È una rivoluzione culturale? Tra i professionisti l’accoglienza alla misura è stata tiepida e persiste ancora un certo scetticismo: “Il disagio psicologico e il bisogno di assistenza concreta – spiega Roberta Cardello, psicoterapeuta dello Studio Clinico Cardello - sono veramente enormi e non si può pensare di gestirli soltanto con questa misura, perché la situazione è più preoccupante di quello che sembra, la strada è molto lunga e non sappiamo se le solite tempistiche burocratiche che contraddistinguono da sempre il nostro paese possono bloccarci strada facendo. La salute mentale, il sostegno psicologico, il disagio emotivo sono tutte tematiche interconnesse e non riguardano solo una fetta della vita delle persone, ma al contrario invadano l’intera esistenza di ognuno di noi talvolta invalidandola; quindi si, mi auguro che realmente si possa parlare di “rivoluzione culturale” e non di un qualcosa di passeggero legato soltanto al momento storico che stiamo vivendo.

La misura dovrebbe partire ad aprile e le richieste riguardo le modalità di erogazione sono già numerose: “Nonostante siamo tutti in attesa delle direttive definitive, già molta gente chiede chiarimenti in merito alle modalità di erogazione del bonus, alla quantità di sedute che è possibile fare e alle tempistiche. Ci si chiede quanto realmente vasta possa essere la porzione di popolazione che può usufruirne, visto anche il budget stanziato. Accanto però all’entusiasmo per questa novità ho letto anche tanto scetticismo circa la possibilità di riceverlo concretamente, in tempi definiti ed effettivi”.

Ma farsi carico oggi della salute mentale della popolazione non è più solo un dovere sociale-sanitario ma fa a differenza anche nello sviluppo di un Paese: “Partendo dal presupposto che la salute mentale è un diritto di tutti e per tutti, bisognerebbe intervenire su più fronti, sia nel pubblico che nel privato: nel pubblico, cercando di rendere più agevoli le modalità di richiesta di sostegno psicologico e le tempistiche di risposta concreta (senza perdersi in eccessivi passaggi burocratici e discutibile gestione della continuità della richiesta del paziente). Per quel che riguarda il privato sarebbero auspicabili maggiori incentivi di sostegno concreto (e non una tantum) alle persone con maggiori difficoltà economiche; incentivi tali però da consentire dei percorsi di durata adeguata al disagio psicologico conclamato”.

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