Associazioni antiracket incontrano il Prefetto Cannizzo
Libertà d'impresa e complessità a mandare avanti le aziende, economia inquinata e diffusa illegalità, questi i temi trattati ieri in Prefettura dai rappresentanti delle associazioni antiracket del Sistema Confcommercio - Imprese per l'Italia di Catania
Libertà d’impresa e complessità a mandare avanti le aziende, economia inquinata e diffusa illegalità, questi i temi trattati ieri in Prefettura dai rappresentanti delle associazioni antiracket del Sistema Confcommercio – Imprese per l’Italia di Catania durante l’incontro con il nuovo Prefetto S.E. Francesca Cannizzo.
Claudio Risicato, coordinatore delle quattro associazioni antiracket “Ugo Alfino” di Catania, “Francesco Borzì” di Caltagirone, “Carlo Alberto Dalla Chiesa” di Randazzo e “Rocco Chinnici” della zona pedemontana, di cui è anche presidente, insieme a Maurizio Squillaci, presidente della “Ugo Alfino”, ha snocciolato le difficoltà in cui incorrono quotidianamente gli imprenditori e sottolineato, ancora una volta, la diffidenza in cui si imbattono le associazioni antiracket nella loro costante lotta alla criminalità.
Un percorso di giustizia, lungo e difficile, portato avanti in maniera del tutto volontaria da quegli imprenditori onesti, che si espongono in prima persona, per instillare la cultura della legalità nei giovani, nei futuri imprenditori e in tutti coloro che si affacciano nel difficile mondo del lavoro. Per sensibilizzare alla denuncia le vittime di racket ed usura.
“Siamo stanchi e demotivati - ha spiegato Claudio Risicato al rappresentante del Governo – abbiamo perso la fiducia verso le istituzioni: i tagli alle forze dell’ordine, la lungaggine dei processi, la mancanza della certezza della pena, mettono a repentaglio la tranquillità di imprenditori e cittadini. Manca ormai la percezione della sicurezza. Chiediamo – ha continuato il coordinatore delle associazioni antiracket - di non rimanere soli nel contrasto alla criminalità e sollecitiamo le istituzioni a provvedere al fondo antiusura, intensificare la presenza delle forze dell’ordine sul territorio, combattere l’arretratezza culturale che favorisce l’inserimento dei giovani nel tessuto malavitoso”.