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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Bambini a rischio obesità, studio mette a confronto Catania e Milano

Troppe proteine, troppo sale, poco ferro, eccesso di carboidrati e grassi saturi, deficit di fibre. A questo risultato è giunto lo studio Nutrintake, realizzato dal settembre 2011 al febbraio 2012, su un campione casuale di 400 bambini dai 6 ai 36 mesi, residenti a Milano e Catania (200 e 200)

Troppe proteine, troppo sale, poco ferro, eccesso di carboidrati e grassi saturi, deficit di fibre: i bambini italiani sono alimentati male e se lo schema seguito dai genitori non cambierà, questo farà aumentare sempre più il numero di bambini sovrappeso e obesi, la cui prevalenza è oggi in media al 32,8%, con punte del 49% in alcune regioni del sud. A questo risultato è giunto lo studio Nutrintake, realizzato dal settembre 2011 al febbraio 2012, su un campione casuale di 400 bambini dai 6 ai 36 mesi, residenti a Milano e Catania (200 e 200).

Lo studio ha esaminato, per ogni bambino considerato, il diario alimentare di 7 giorni consecutivi e ne ha analizzato i nutrienti, in qualità e quantità. ''Un lavoro limitato a due grandi città significative per la loro diversità di clima e di abitudini – sottolinea il pediatra Gianvincenzo Zuccotti dell' Università di Milano, coordinatore dello studio – ma i cui risultati possono essere generalizzati all'intero Paese''.

E' emerso che non c'è molta differenza fra i bambini di Milano e Catania, salvo che per l'introito di ferro nella dieta. Nei primi 12 mesi infatti tutti non raggiungono il fabbisogno raccomandato, e dopo l'anno solo il 20% lo raggiunge, ma nella sfida vincono i bambini catanesi che rispetto ai compagni di Milano ne assumono di più.

Per il resto, entrambe le comunità denunciano squilibri. Il più grave (quello che più rappresenta un rischio di obesità futura) è l'eccesso di proteine: fino a 12 mesi, il 50% dei bambini ne assume infatti il doppio rispetto al fabbisogno, e superato l'anno il livello balza a quasi 3 volte. Ma le mamme italiane eccedono anche con la quantità di sodio: l'abitudine a salare le pappe inizia infatti già prima dell'anno (sia a Milano che a Catania). E a partire dai 18 mesi un bambino su due comincia a consumare una quantità di sale che va oltre il limite raccomandato.

Anche lo zucchero è in eccesso: raggiunge ai 12 mesi il livello massimo raccomandato, poi dilaga. ''Bisogna comprendere – dice Zuccotti – che la nutrizione nei primi anni di vita è un fattore chiave per predisporre una buona salute futura. Troppo spesso si adotta anche per i bambini la dieta della famiglia scegliendo alimenti non appropriati, ma il bambino non e' un adulto piccolo''.

E per Marcello Giovannini, presidente della Società di Nutrizione Pediatrica, l'introduzione del latte vaccino avviene in Italia troppo spesso fra i 9 e i 10 mesi di vita, quando ogni bambino avrebbe ''il diritto a un latte formulato (piu' simile a quello materno) almeno fino al compimento dei 12 mesi''.​

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